"Ho messo il mio cuore e la mia anima nel mio lavoro e ho perso la testa nel farlo" Van Gogh
Aristotele diceva che “gli uomini eccezionali, in filosofia, politica, poesia o arte, sono manifestamente malinconici e alcuni al punto da essere considerati matti”. Il disagio psichico che si trasforma in creatività è una condizione che accomuna da sempre tanti "geni" e forse, come diceva Seneca "Nullum magnum ingenium sine mixtura dementiae fuit", non esiste grande genio senza un pizzico di follia.
Dalla filosofia alle neuroscienze, la domanda è sempre la stessa: la creatività ed il disagio mentale si influenzano? Pare di si, in tutti i campi artistici… dalla poesia con Alda Merini alla pittura con Van Gogh e non solo. Quest’anno è l’anno di Van Gogh, l’esempio forse più popolare di arte e follia.
Se ne è parlato ieri, giovedì 23 febbraio, alle ore 16,30 al convegno “ARTE, GENIO, FOLLIA Il Potere dell’Artista”, organizzato da Archeoclub d’Italia Area Integrata dello Stretto, presieduto dalla Dott.ssa Rosanna Trovato. Al Centro Camelot - Cittadella della salute (ex Ospedale Mandalari), diretto dallo psichiatra Matteo Allone, è intervenuta la curatrice e critico d'arte Elmar Elisabetta Marcianò "Antonio Ligabue, Adolf Wolfli e Vincent Van Gogh saranno i protagonisti dell'evento Genio Arte Follia. Tre esponenti emblematici dell'arte, tre figure potenti e inaccessibili". Ha moderato l'incontro la giornalista Silvana Paratore.
In foto La notte stellata di Van Gogh