Tra creatività e tradizione: un lavoro di gruppo che ha coinvolto professionisti del teatro e i giovani artisti disabili del Laboratorio DArt.
Con un programma di tre spettacoli e con oltre trenta burattini in scena, si è conclusa la stagione natalizia del Teatrino di Lunaria, l’evento per bambini e per famiglie promosso dalla Cooperativa Sociale Lunaria per avvicinare il giovane pubblico alle fiabe della tradizione popolare italiana e siciliana tramite le tecniche narrative più creative.
Domenica 13, domenica 20 e domenica 27 dicembre sono andati in scena gli spettacoli La finta nonna, versione originale di Cappuccetto Rosso, Gli indovinelli di Caterina, tratto dal racconto “La scaltra contadinella”, che apre la raccolta di fiabe siciliane di Laura Gonzenbach, e infine Sperso per il mondo, la fiaba inserita da Italo Calvino nella raccolta “Fiabe italiane”. Tutti gli spettacoli hanno avuto la regia di Margherita Smedile e Isolina Vanadia, a capo di una compagnia integrata formata dai giovani artisti disabili del Laboratorio DArt e da professionisti del teatro, come Eleonora Bovo, attrice ed arte-terapista, Piero Botto, tecnico teatrale, e Pierpaolo Cimino, musicista, che hanno prestato la loro opera supportando le tre socie fondatrici di Lunaria Francesca Billé, Serena Dascola e Alessandra Licata, ideatrici del progetto.
“Il lavoro con il teatrino è un lavoro sulla parola, sul racconto, sui personaggi e sulle ambientazioni – ci racconta Francesca Billé -. Il risultato è stato un prodotto che ci identifica, che racconta e rappresenta il mondo di Lunaria, le sue risorse e la sua inarrestabile voglia di creatività, pur tenendo sempre a mente le nostre radici e la nostra tradizione. Al primo posto, per noi, c’è sempre la qualità: è il motivo per cui abbiamo chiesto il sostegno di professionisti del teatro che ci potessero guidare e sostenere con le loro competenze, per offrire al pubblico non solo il prodotto di un laboratorio artistico ma un vero e proprio spettacolo teatrale”.
I burattini a guanto e a bastone, i fondali, gli oggetti di scena sono stati realizzati dai ragazzi con disabilità all’interno del Laboratorio DArt, un gruppo di lavoro che le tre Lunarie guidano da anni con l’obiettivo di sperimentare le diverse tecniche artistiche curandone il processo e dando vita quindi a opere con un reale valore estetico. “Ciò che viene realizzato nel laboratorio trova spesso posto nelle mostre collettive, nelle gallerie, e anche nelle case di persone che amano e acquistano opere d’arte – spiega Alessandra Licata –. Il teatrino è anche un modo per dare una diversa visibilità al lavoro instancabile e sempre appassionato dei nostri ragazzi”.