Il Presidente del Comitato La Nostra Città, Saro Visicaro, ha invitato ieri pomeriggio cittadini e istituzioni per discutere e conoscere la verità sull'appalto per il consolidamento della diga nel Porto di Tremestieri. Ma anche per commemorare l'anniversario dell'ultima vittima dei Tir, Natale Lembo, stritolato dalle ruote del gommato pesante il 28/09/2012. L'assemblea pubblica si è tenuta a Piazza del Popolo, tra le autorità invitate hanno raccolto l'appello solo il presidente del Consiglio Comunale, Pippo Previti e l’Ingegnere Capo del Genio Civile, Gaetano Sciacca.
La battaglia condotta da Visicaro risale agli anni 2000 e solo nel'aprile del 2006 fu inaugurato l'approdo di Tremestieri, reso inutile dalla non chiusura dell'approdo nella Rada S. Francesco. Solo dopo le mareggiate del 2008, nell'estate del 2011 vennero appaltati i lavori per la messa in sicurezza dello scalo. "Dopo oltre due anni di lavori" - dice il Comitato - "siamo arrivati ad oggi con oltre 40 pali ancora da collocare per il completamento.Tutto ciò nel silenzio complice dei responsabili istituzionali ed amministrativi. La quotidiana invasione di carovane di Tir che attraversano la città, con la lunga scia di incidenti mortali e di inquinamento, rappresentano il fallimento di chi ha amministrato e di chi avrebbe dovuto tutelare i cittadini e garantire la certezza della legalità".
Malgrado le oltre 2000 firme cartacee raccolte ed una petizione online per dire Basta ai Tir, e vari sit-in organizzati dal Comitato La Nostra Città, gli enti preposti sembrano latitare.
Ma in questi giorni Visicaro ha ricevuto, dal Presidente dell’Autorità Portuale Nicola De Simone, un documento dove si legge: "L’attuale approdo di Tremestieri costruito con ordinanza di protezione civile del 2002 dalla Protezione Civile di Messina, ed entrato in esercizio nel 2006, ha mostrato da subito una certa vulnerabilità alle mareggiate di scirocco e all’insabbiamento, tanto che nel 2008 la testata del molo di sopraflutto ha iniziato a cedere favorendo i ben noti fenomeni di insabbiamento e di interdizione parziale o totale dell’opera. Sono stati necessari parecchi interventi di ripristino dei fondali e di riparazione delle strutture a terra, i cui ingenti costi sono stati sostenuti dall’Autorità Portuale. Con un affidamento al Genio Civile OO.MM. l’Autorità portuale ha provveduto ad acquisire un progetto di riparazione della testata del molo, onde risolvere definitivamente le problematiche sopra riferite, e peraltro ha commissionato uno studio specialistico volto ad accertare le cause del danneggiamento precoce del molo e dell’insabbiamento, affidando tale studio ad un pool di esperti docenti universitari. Gli esiti dello studio sono stato trasmessi alla Prefettura di Messina, stazione appaltante dell’opera, per i provvedimenti da questa ritenuti opportuni.
Da tale studio emerge una carenza progettuale ed esecutiva dell’opera, che giustifica i danni oggi emersi. Non è pertanto il sito ad essere la causa dei danni, ma le modalità progettuali ed esecutive. Il progetto di riparazione prevede una soluzione tecnica assai più robusta e definitiva, che permetterà ad opere eseguite di superare le attuali problematiche di parziale uso del molo, con le ricadute che ne derivano sulla viabilità urbana. Tuttavia, come si è avuto modo di riferire in innumerevoli occasioni pubbliche e sulla stampa, i lavori procedono a rilento a causa di complessità nella perforazione dei pali che la direzione dei lavori e l’impresa hanno rappresentato formalmente e dimostrato tecnicamente più volte. In sostanza, 66 pali in calcestruzzo da eseguire al porto devono essere infissi attraversando un banco di scogli di pietra lavica tenace, seguito da ciottoli torrentizi addensati di grana grossa che ha imposto tempi esecutivi e tecnologie diversi da quanto preventivato in progetto. In concreto, è stato necessario approvvigionare una macchina perforatrice capace di attraversare la roccia “in continuo”, attraverso un meccanismo di rotazione e taglio che, se da un lato risulta efficace per il raggiungimento dell’obiettivo tecnico, dall’altro comporta tempi esecutivi molto più lunghi del previsto. A ciò si aggiunga che la macchina è costruita in pochissimi pezzi e non è stato possibile affiancare una seconda per raddoppiare la produzione e che, infine, in un paio di circostanze ha subito danneggiamenti per usura di alcuni pezzi ed è stato necessario riportare la stessa in officina per corpose riparazioni. Di fronte a ciò, oggi solo il 50% dei pali è finito e l’impresa indica circa sei mesi di sforamento sui tempi ufficiali di ultimazione delle opere il tempo verosimile di conclusione delle opere in generale. Nel frattempo, il molo opera con una sola invasatura perché la seconda è interessata dal cantiere.Questa è la situazione attuale, che a fronte di un disagio evidente permetterà di avere un’opera solida al termine dei lavori. Ogni circostanza qui sopra sinteticamente riferita è riscontrabile dai corposi atti ufficiali depositati presso questa Autorità Portuale, assieme alla documentazione contabile ed altro, che costituiscono l’unica verità riscontrabile sul porto di Tremestieri".
In seguito alla lettura del documento, è stato deciso dal Presidente Saro Visicaro, di concerto con i membri del Comitato La Nostra Città, di presentare un esposto alla Procura della Repubblica affinchè possano emergere le responsabilità istituzionali ed amministrative che hanno ostacolato il buon funzionamento del secondo approdo; e di indire una nuova assemblea pubblica il prossimo 7 marzo, alle ore 17,30, a Palazzo Zanca per chiedere al Commissario Croce e al Consiglio Comunale, la verità sull'approdo di Tremestieri e la regolamentazione del passaggio dei Tir nel centro cittadino di Messina.
Antonella Di Pietro©
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