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L'ULTIMO SALUTO DEL PAPA

Alle 20 di stasera avverrà la svestizione di Papa Benedetto XVI e Joseph Ratzinger sarà «Papa Emerito» o «Romano Pontefice Emerito» come egli stesso ha voluto essere chiamato. Il Papa non tornerà nemmeno alla talare nera, che pure da cardinale amava indossare spesso al posto di quella porpora. Porterà la talare bianca, ma senza mantellina. E le tanto criticate scarpette rosse lasceranno il posto a dei mocassini marroni. Sfilerà dalla mano l’anello del pescatore e tornerà a indossare quello vescovile. Nella residenza di Castel Gandolfo porterà con sè i suoi appunti personali, gli altri andranno agli archivi competenti. 
Stamattina, durante l'incontro con i porporati ha detto: "La vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto, grazie. Anche in momenti in cui qualche nuvola ha oscurato il cielo, abbiamo cercato di servire, abbiamo donato speranza. Continuerò ad esservi vicino nella preghiera, specialmente nei prossimi giorni. Tra di voi c'è anche il futuro Papa al quale oggi prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza". 
Oggi pomeriggio, alle 17, raggiungerà Castel Gandolfo, a bordo dell'elicottero papale, dove trascorrerà i prossimi due mesi, in attesa che venga sistemato l'ex monastero di clausura nei Giardini Vaticani, che diventerà la sua residenza. Poi, si affaccerà dal Palazzo Apostolico per un saluto ai fedeli radunati nella piazza antistante, dove giungeranno con le fiaccole in mano, quindi svestirà il guardaropa papale. Da quel momento non avrà più la scorta delle guardie svizzere del Vaticano e la sicurezza di Ratzinger passerà alla gendarmeria della Santa Sede.
E quando le porte si chiuderanno dietro di lui resterà in noi un misto di malinconia e di amarezza per la sua rinuncia e per non averne compreso il significato intrinseco ma, con la consapevolezza, di essere stati spettatori di un evento epocale che passerà alla storia.

Antonella Di Pietro©

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1 Commenti
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  1. Il Papa sembrava sempre dovesse durare fino alla fne della Sua vita. Non eravamo abituati a vedere un Pontefice che abbandonava, non era mai successo, se non una volta in tempi assai lontani. Sembrava a noi che il Papa fosse qualcosa di divino, oltre l'umano, come infatti la rappresentanza terrena in Lui di Cristo poteva farci in tal senso influenzare. Invece no, anche il Papa è un uomo, sebbene eletto e sommo, e, come tutti gli uomini, non al di fuori dei limiti imposti dalla salute e dall'età, intimammente legati al decadere delle forze umane. Ha capito che i grossi attuali problemi della Chiesa contemporanea, ed i continui conseguenzali gravosi impegni, avrebbero sovrastato le Sue residue forze, e, con un atto di grande presa di coscienza, ha deciso di farsi umilmente da parte, pur ai livelli del Suo grande incarico. Un esempio di presa di coscienza personale per tutti, specialmente per quegli uomini che, in altri importanti settori, non se la sentono di alzarsi dalle loro poltrone dorate, per lasciar posto a dei successori dotati di nuove forze, di nuove energie, e, perché no, di più fresche ed attuali idee. Il potere fa gola, soddisfa molte ambizioni umane, cui è difficile rinunciare. Il potere, poi, in certi settori, dà la possibilità di guadagni cui è altrttanto duro privarsi, dopo che ci si è abituati ad una vita di privilegi e di lauti,a volte fin troppo sproporzionati guadagni. Il Papa ha così dato indirettamente a tutti una lezione, significando che è opportuno e saggio saper dire di no, come capisci che è giunto il momento di farsi di lato, ancora quando hai la piena consapevolezza delle tue azioni, e la tua mente è sufficientemente lucida per poterlo capire. Grazie, Papa Benedetto XVI, per quello che ci hai dato, e per quello che ci hai voluto ancora insegnare!

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