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LIBERI I BREVETTI DEI VACCINI. BIONTECH E PFIZER CONTRO LA SCELTA DI BIDEN


La casa farmaceutica Biontech si dice non convinta dell'idea americana di eliminare i brevetti dei vaccini contro il Covid per favorirne la diffusione: "I brevetti non sono il fattore limitante della produzione e dell'approvvigionamento del nostro vaccino". Anzi, "non aumenterebbero la produzione mondiale né l'approvvigionamento delle dosi di vaccini nel breve e medio termine", dicono gli esperti del laboratorio tedesco che produce il vaccino insieme all'americana Pfizer.  Anch'essa attraverso l'ad Albert Bourla dice di essere "per nulla" favorevole alla rimozione dei brevetti sui vaccini anti-covid.


"La decisione dell'amministrazione Usa di sostenere la sospensione dei diritti di proprietà intellettuale delle Big Pharma sui vaccini anti-Covid è un primo e coraggioso passo, che la società civile internazionale richiede ormai da mesi, per poter aumentare la fornitura globale di dosi e porre così fine alla pandemia. Adesso però tocca ad Unione Europea e Italia prendere una posizione decisa e netta che vada nella stessa direzione". Lo dicono  Oxfam ed Emergency, membri della Peoples Vaccine Alliance.  


“Oggi è un buon giorno. La svolta del presidente degli Stati Uniti Joe Biden sui vaccini va nella direzione auspicata. Liberare i brevetti dei vaccini anti-Covid, per la durata dell’emergenza, permetterà di garantirne uno sfruttamento diffuso e universale, anche da parte dei paesi più poveri. E di battere così sul tempo il virus, che, diffondendosi nella popolazione, tende a mutare, col rischio di sviluppare resistenze. Ora è il tempo di diffondere, a livello globale, una nuova pandemia: quella della solidarietà. Tutti insieme siamo entrati in questa crisi, solo insieme potremo uscirne”. Così il Presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, interviene sulle affermazioni fatte ieri dalla Casa Bianca: l’amministrazione Usa si è detta favorevole a rimuovere le protezioni dei brevetti per i vaccini contro il Covid-19 ed è impegnata “attivamente” in questo senso nei negoziati in corso al World Trade Organization.


E proprio la via della “licenza obbligatoria” era quella proposta da Anelli per liberare i brevetti, azione che la FNOMCeOauspica sin dall’inizio della campagna vaccinale. L’articolo 31 del Trade – Related Aspects of Intellectual Property Rights (TRIPs) – spiega – prevede il diritto, per gli Stati membri del World Trade Organization (WTO), di disporre, per legge, in condizioni di emergenza, l’uso del brevetto senza autorizzazione del titolare, pagando una congrua royalty. Questo permetterebbe di produrre un maggior numero di vaccini e anche di esportarli in Paesi che non hanno le strutture per fabbricarli in proprio. Le condizioni di emergenza ci sono, e l’obbligatorietà della licenza sarebbe circoscritta alla durata della pandemia. Come detto dalla stessa amministrazione Usa, il contesto straordinario della pandemia invoca misure straordinarie”.


“Le notizie che ci giungono dall’India mostrano che il virus non ha frontiere – afferma ancora Anelli -. Sta devastando il subcontinente indiano, così come il Brasile. C’è bisogno di una cooperazione tra le nazioni per affrontare la crisi con un approccio globale. Avevamo chiesto più volte ai Governi di farsi promotori di iniziative in tal senso nei confronti delle Nazioni Unite. Oggi l’apertura di Biden dimostra la consapevolezza di essere tutti, se non nella stessa barca – perché molte sono a livello mondiale le disuguaglianze di salute e di mezzi economici – nella stessa tempesta. Una tempesta che va affrontata insieme, a livello mondiale”.


“Ora siamo certi che anche l’Europa farà la sua parte e darà la sua risposta – conclude Anelli -. I brevetti sui vaccini, che, tutelando il giusto diritto alla proprietà intellettuale, costituiscono un volano per ricerca e innovazione, determinano tuttavia dei limiti nell’accesso alle cure. In questo caso, l’emergenza è tale per cui l’accesso alla vaccinazione del maggior numero possibile di persone non risponde solo ai principi etici di universalità, equità e uguaglianza ma anche a una precisa strategia di prevenzione. Dobbiamo, infatti, essere più veloci del virus, e vaccinare gran parte della popolazione mondiale prima che l’agente patogeno, mutando, diventi resistente”. 




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