La splendida location The Loft Club ha fatto da cornice ieri sera alla performance art del Maestro Nino Pracanica “Omaggio a Matri Sicilia. Storie, miti e leggende di Sicilia”.
Nino Pracanica |
L'Associazione Culturale sorge nel centro storico di Messina e nasce da un'idea di Cinzy Guerrera, restauratrice di mobili, che ha curato l'arredamento degli ambienti personalizzandolo con l'uso di materiali riciclati. Il risultato finale è davvero gradevole e l'aria che si respira entrando vibra di energia positiva. Le luci soffuse, i colori tenui ma soprattutto l'accoglienza che si riceve ti fa sentire subito "a casa". E solo in un luogo così intimo e creativo poteva esplicarsi l'arte della famiglia Pracanica. La figlia Claudia ha esposto le sue particolarissime creazioni artigianali, mentre alle pareti facevano bella mostra di sè le inimitalibili maschere Imago che il Kuntastorie Nino Pracanica ha usato per il suo recital a cui ha assistito un pubblico numeroso e attento, ma soprattutto incantato da questo artista istrionico che ha allietato i presenti con i suoi racconti ed il suono del marranzano, strumento tipico siciliano.
La Maestra d'Arte Gina Previtera, che gestisce insieme al marito un laboratorio che si trova al Monastero delle Benedettine di Milazzo, seguiva come sempre discretamente da "dietro le quinte". Gina è una presenza imprescindibile da quella di Nino, e non si sa dove finisce l'uno e dove inizia l'altro. Il loro sodalizio artistico e sentimentale dura da mezzo secolo e insieme hanno fondato l'Associazione Culturale Imago Vitae. Il Maestro Pracanica le ha dedicato un libro "Le savoir faire" dove esprime la sua sconfinata ammirazione per questa donna che ha saputo stargli accanto con amore e dedizione assoluta apprezzandolo come artista e accettandolo come uomo.
Ma chi è davvero Nino Pracanica? Chi si cela dietro le sue innumerevoli maschere raffiguranti personaggi mitologici? Abbiamo posto questa domanda al Maestro prima del suo spettacolo e da lì è iniziata una piacevole conversazione.
Io sono una persona che ha vissuto interamente e intensamente ogni attimo della sua esistenza sin dall'età di 11 anni, quando ho preso coscienza, perchè la vita ci pone di fronte a dei momenti forti. C'è chi si sveglia a tre anni, a cinque anni ma l'evento drammatico a me è accaduto a 11 anni quindi io sono sveglio da quell'età.
Per chi non conosce l'aspetto umano e personale di Nino Pracanica (sul quale mi sono soffermata a lungo qui) l'evento a cui si riferisce il Maestro è quello della prematura morte della madre a cui ha fatto seguito una adolescenza triste passata in collegio, lontano dalla famiglia. Momenti dolorosi che ne hanno forgiato il carattere ma non indurito il cuore capace di conservare la purezza e lo stupore di un bambino che traspare dai suoi racconti. Esperienze negative che hanno accresciuto la sua sensibilità di uomo e di artista. Pracanica però non ama parlare molto del suo passato e preferisce lasciare il mistero anche se ammette di ripetere sempre quella età (11 anni) perchè rappresenta la chiave di volta con cui è cambiata la sua visione della vita ed il suo atteggiamento nei confronti del prossimo.
Da allora ho operato la comprensione verso tutto perchè è attraverso la sofferenza che cominci a capire quello che ti sfugge.
Platone nel suo Simposio scriveva che ognuno di noi è una "frazione dell'essere umano completo originario" e che "per ciascuna persona ne esiste dunque un'altra che le è complementare" perciò noi siamo alla continua ricerca di incontrare colui o colei che ci completi. E quando questo accade "sono prese da una straordinaria emozione, colpite dal sentimento di amicizia che provano, dall’affinità con l’altra persona e se ne innamorano". Cosa vuol dire per te aver avuto la fortuna di incontrare l'altra metà della mela, la cosiddetta anima gemella che tutti aneliamo di incontrare un giorno. Cosa ha rappresentato e rappresenta per te una compagna come Gina.
Direi tutto, anzi più che tutto. Perchè anche i momenti difficili che abbiamo attraversato insieme ci hanno uniti. Come la scelta di fare questo lavoro, una scelta diversa, controcorrente che ha richiesto un'energia non indifferente e Gina è stata una pioniera in tal senso.
Senza di lei saresti stato quello che sei oggi? Ci hai mai pensato a questo? La mia vita senza Gina.
La mia vita senza Gina...
Il Maestro si sofferma pensieroso, io incalzo, riesci a concepirla o no?
No. Perchè non è soltanto una persona fisica, nel tempo è diventata qualcosa di grande, di immenso, e quindi sostituirla è impossibile. Chiaramente questo non significa che io non mi renda conto di quello che mi circonda ma la forza di Gina è stata tale da riempire e dare un seguito a tutta la mia vita.
Eh già, la forza indiscutibile di ogni donna che ama il proprio uomo e che lo supporta in ogni sua iniziativa e lo sopporta malgrado tutto. Nel caso specifico voi siete uniti anche dal grande amore per l'Arte.
Si certo ma poi ci unisce anche questa diversità totale perchè io e Gina abbiamo due caratteri differenti che hanno reso il nostro rapporto più stimolante e più forte. Perchè ognuno coltiva il suo mondo, il suo punto di vista. Tra noi c'è molto dialogo.
Spesso al Castello di Milazzo dove tu esplichi la tua attività culturale insieme a Gina, anche lei artista, ricevi scolaresche che restano incantate dalla tua figura, dalla tua mimica, dalle tue storie. Quanto ti piace rescitare davanti ai bambini e perchè? Forse perchè li consideri delle anime pure ancora non contaminate dalla durezza e dal cinismo tipico degli adulti?
A me piace esibirmi e recitare davanti a qualsiasi pubblico ma considero i bambini un dono prezioso che andrebbe custodito. Attraverso i miei racconti io cerco di dare loro una diversa visione della vita.
Come nascono le tue storie, le tue leggende?
Tutto quello che racconto nasce dalla lettura ad esempio quando parlo dei Greci e leggo le loro tragedie sviluppo il mio senso critico in base alla mia percezione e non a quello che ci vogliono tramandare. Per essere un artista bisogna imparare a scrivere ma soprattutto a leggere.
Parlami dello spettacolo di stasera "Omaggio a Matri Sicilia"
E' un omaggio alle donne verso le quali io ho sempre avuto un grande rispetto. Per me le donne sono protagoniste della Sicilia da sempre. Un grembo materno nel quale ritrovi il tuo senso di appartenenza e che significa cultura e conoscenza e nel mio caso la scoperta di essere Siculo. Attraverso la comunità di origine da dove provieni impari a conoscere te stesso ed io sono molto felice di far parte dei Siculi perchè quando ti riconosci in un gruppo è bellissimo. I Siculi sono un popolo antico che mi ha dato una base importante che oggi mi fa dire "io so chi sono" e lo trasmetto agli altri. Perchè un uomo senza identità è un uomo che ha smarrito la sua via.
Quando ho finito di colloquiare con Nino Pracanica sono andata dalla moglie Gina per dirle "Sapessi quanto ti ama". Lei sorridendo mi ha risposto "Davvero? Pensa che quando abbiamo festeggiato le nozze d'argento Nino mi ha detto "Aspettiamo i 50 anni così capiamo se è vero amore".
Forse questo è il loro segreto. Reinventarsi ogni giorno come se fosse la prima volta. Ma soprattutto credere in un progetto, che sia sentimentale o lavorativo, e crederci fino in fondo. Senza mollare mai. Grazie Nino e Gina, Maestri d'Arte e di Vita.
Antonella Di Pietro
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Complimenti all'artista Nino Pracanica e anche alla mia cara amica Antonella Di Pietro per il suo articolo ben strutturato che mette in risalto non solo l'arte ma anche la vera tradizione siciliana basandosi sull'amore! <3 Un abbraccio circolare! <3
RispondiEliminaBellissimo articolo, complimenti Antonella Di Pietro. la vita e l'arte di Nino Pracanica sono saldamente intrecciate con la vita di Gina, il loro è un sodalizio veramente commovente.
RispondiEliminaNino Pracanica è ormai una voce autorevole della Sicilia, ed io ne sono contentissimo.