Nell'ambito degli eventi di "Trinacria Sconosciuta", che propone anche itinerari turistici, per la Settimana della Cultura, l'Associazione Proposta Turistica 3.0 ha programmato una visita al Castello Rufo Ruffo di Scaletta Zanclea (Messina) con una guida d'eccezione.
Sabato 30 aprile, alle ore 11, un'esclusiva visita guidata condotta dal prof. Franz Riccobono che presterà la propria assoluta competenza per la manifestazione ed accompagnerà i visitatori nella straordinaria storia del maniero pieno di fascino e mistero, dove nascono leggende come quella della baldanzosa e tormentata "Macalda". Grazie alla disponibilità del sindaco di Scaletta, Gianfranco Moschella, sarà possibile visitare il Museo Etno-antropologico all'interno del Castello che conserva un patrimonio unico nel suo genere, comprendente documenti cartacei d'epoca, armi e armature dal trecento al seicento, divise borboniche, fotografie storiche, medaglie ed altri oggetti pregiati provenienti dal Museo Regionale di Messina e dall'Associazione Culturale "Amici del Museo".
Interno del Castello |
L'evento è proposto in concomitanza all'avvio del presidio di accoglienza e di promozione turistica curato dall'Associazione Proposta Turistica 3.0 affidato dal Comune di Scaletta a partire da giorno 30 aprile. Uno staff professionale multilingua presterà servizio continuativo da martedì alla domenica dalle 9 alle 19. Il ticket di accesso al Castello sarà pari ad euro 3 (1,50 euro per bambini da 5 a 12 anni), gratuito per i residenti. Per prenotare rivolgersi a Antonino Sapienza, 347 9711320.
Scaletta era feudo dei Principi Ruffo ed alleati fedeli degli spagnoli. Durante la rivolta antispagnola di Messina, Scaletta venne assediata ed espugnata dai francesi poco dopo la caduta di Taormina. Il Castello fu costruito da Federico II di Svevia nel XII secolo. La sua struttura è quella di un "dongione", dimora fortificata medievale e residenza signorile. Il Castello nasce su una collina sporgendosi in direzione del mare ed è raggiungibile attraverso viottoli e gradoni, è circondato da alti pendii inaccessibili, fatta eccezione per il lato orientale che guarda sullo Stretto di Messina. La sua costruzione ha sicuramente richiesto un grande sforzo umano per adattare la struttura alla roccia che si presenta unitaria e compatta dall’esterno. Nell’ultimo secolo, a causa del totale abbandono, il castello ha subito i maggiori danni. La parte nord orientale del Castello è crollata nel 1908 durante il terremoto. In passato il Castello vide le gesta di personaggi come l'Imperatore Carlo V che vi soggiornò nel 1535 per dilettarsi nelle battute di caccia al cinghiale. Passando da Matteo Selvaggio ai Pellegrino, quindi ai Saglimbene Marchese. Dal 1672 i proprietari sono i Ruffo di Calabria, Sicilia e Napoli. Questa famiglia adibì il castello a residenza di caccia mantenendo intatta la sua struttura. Nel 1969 il Principe Sigerio e la Principessa Ludovica Ruffo, donarono il Castello al Comune di Scaletta che, nei primi anni ottanta, lo ha restaurato.
Macalda di Scaletta e Castello Ruffo |
Nel Castello nacque e visse la prima giovinezza la spregiudicata Macalda di Scaletta (1240 ca.-1308 ca.), Baronessa di Ficarra. Dopo essere rimasta vedova sposa in seconde nozze Alaimo di Lentini, uno dei protagonisti dei Vespri Siciliani. Travalicando il perimetro della storia, la vicenda di Macalda è entrata nell'immaginario popolare: la sua figura popola miti, tradizioni e leggende popolari. A lei è dedicata una pièce teatrale tedesca del 1877, una tragedia in cinque atti composta dal poeta Hermann Lingg che l'anno prima aveva dedicato il dramma storico "Die Sizilianische Vesper" ai tumultuosi anni della sommossa del Vespro che fanno da sfondo alla vicenda della donna. La tragedia Macalda è stata poi tradotta in italiano: la prima versione si ebbe a Messina nel 1883, ad opera di Alessandro Bazzani, andata in stampa per la Tipografia Fratelli Messina.
A.D.P.