Page Nav

HIDE

Grid

GRID_STYLE

Hover Effects

TRUE

Breaking News:

latest

LO STRETTO DI MESSINA DEVE DIVENTARE PATRIMONIO UNESCO

Se volessimo ripercorrere la storia di Messina attingendo alle svariate mitologie sulle quali gli antichi esercitarono il proprio pensiero s...


Se volessimo ripercorrere la storia di Messina attingendo alle svariate mitologie sulle quali gli antichi esercitarono il proprio pensiero selvaggio, scopriremmo con una certa sorpresa che il Genius Loci si è qui prodigiosamente moltiplicato in un vero e proprio pantheon di figure numinose, tutte impegnate a vario titolo a fornire alla città coordinate mitologiche, geografiche, socio-religiose, esistenziali. 


Così il falcetto con cui Crono, il più giovane dei sette titani figli di Urano, castrò il padre sarebbe poi stato da lui scagliato in questo Bosforo d’Italia dando luogo all’ampia zona falcata che contrassegna il porto di Messina. Così le peregrinazioni di Orione, forse già accecato dal padre della donna da lui violata, lo avrebbero condotto nell’area dello Stretto, dove avrebbe atteso ad assicurare la configurazione definitiva della zona di Capo Peloro. In modo non dissimile gli scrittori che tra il XVI e il XVII secolo vollero ancorare le origini della città dello stretto a un evento mitico avvenuto in illo tempore, in un tempo metastorico per ciò stesso fondante e garante di tutta la storia successiva, si appropriarono di brandelli mitologici provenienti da altri più vasti affreschi narrativi inserendo nelle vicende locali tali presenze agiografiche, eroiche o numinose, da Ercole a Eolo, da Odisseo a Enea, e poi nell’Era volgare da San Paolo a Sant’Antonio di Padova a San Francesco di Paola, da Re Artù alla sorella sua Morgana, eletti al rango di eroi civilizzatori, mitici progenitori o esseri dotati di una particolare carica sacrale, atta a conferire una volta e per sempre spessore e pregnanza, identità e memoria sempiterna al sito.

Le cause di una tanto vasta messe di leggende, tradizioni, mitologie, vanno certamente ricondotte alla natura geograficamente e geologicamente oltremodo speciale di quest’area, ma tra esse pare probabile che abbia storicamente assunto una peculiare pregnanza la liminarità. Laddove un tratto di mare separa due terre in origine unite, si avverte in modo particolare il senso del confine. La natura tettonicamente precaria dell’areale ha inoltre contribuito ad accrescere le caratteristiche di confine, di margine indefinito e, per ciò stesso, rischioso, precario come tutti gli spazi che non stanno “al centro” ma si affacciano su un “altrove”. La leggenda di Colapesce, laddove si riferisce della condizione d’instabilità in cui verserebbe quest’angolo di Sicilia a causa dell’ammaloramento della colonna che lo sostiene, altro non sarebbe dunque che una metafora della “instabilità” naturale del sito.

Lo Stretto di Messina è, peraltro, una sorta di ombelico del Mediterraneo, trovandosi al contempo equidistante e luogo di interferenze tra nord e sud, tra est e ovest. In ragione di tale peculiare posizione ha registrato nel corso del tempo il passaggio e spesso lo stanziamento di numerosi popoli e culture, portatori di forme assai diverse di civiltà; a seguito di ciò esso si è venuto costituendo come un palinsesto territoriale che ha visto progressivamente stratificarsi contesti, fenomeni e realtà “immateriali” di varia natura, fabulazioni, saperi, memorie che dal mondo antico fino ad oggi hanno continuato a segnare con la loro molteplicità lo specialissimo habitat antropologico che si è determinato in questo tratto di mare, finendo con il costituire un unicum di cui non esiste eguale. È infatti indubbio che una parte notevole della storia del Mediterraneo e del mondo antico (quindi, per molto tempo, del mondo tout court) sia passata da qui.

Tra le realtà materiali e immateriali che hanno concorso a delineare l’identità dell’area dello Stretto di Messina nel corso della storia, si enumerano qui di seguito, con elenco provvisorio e non esaustivo, le seguenti:

  1. le peculiarità mitologiche, leggendarie, sacrali (I miti di fondazione: Zanklo, Crono, Saturno,Orione; le mitologie nello Stretto: Poseidone, le Sirene, Leucosia, Partenope, Ligea; le mitologie a Capo Peloro: Tre ninfe, Tifeo, Tifone, Zeus Pelorios; gli Eroi: Ercole, Ulisse, Enea, Argonauti; le metamorfosi: Glauco, Scilla e Cariddi; le leggende: Arione e il delfino, Colapesce, Artù, la Fata Morgana; le mitologie popolari: storie di Giufà; le presenze sacrali e numinose: Madonna della Lettera, San Paolo, San Francesco di Paola; la Falce e la presenza di San Raineri;
  2. le peculiarità storiche (lo sbarco dei Normanni in Sicilia; la partenza per le Crociate (Riccardo Cuor di Leone); la rotta francigena; la partenza per la Battaglia di Lepanto (Don Giovanni d’Austria); i forti umbertini e i presidî di avvistamento costiero; l’emigrazione e i flussi migratori, etc.);
  3. le peculiarità socio-economiche e tecnologiche (i Ferry Boat e i collegamenti tra le due sponde; la cantieristica tradizionale e i mastri d’ascia siciliani e calabresi; le Dogane e i Porti Franchi; i fari, i due Piloni ENEL, etc.);
  4. le peculiarità naturali e naturalistiche (il paesaggio; i laghi di Faro e Ganzirri; i terremoti e i maremoti; la microflora e la microfauna dello Stretto; le specie abissali; le migrazioni stagionali dei volatili etc.);
  5. le peculiarità letterarie (la letteratura di viaggio e il “Bosforo d’Italia”; Horcynus Orca e la metafora dello Scillecariddi; Maria Costa e la poesia popolare sul mare, etc.);
  6. le peculiarità antropologiche (la pesca del corallo nello Stretto; le saline; la caccia al pesce spada; la molluschicoltura; il pellegrinaggio a Polsi e le devozioni condivise dalle comunità costiere; le filande; le Vare - Messina e Palmi - e i Giganti, siciliani e calabresi, etc.). 


Già da tale semplice enumerazione lo Stretto di Messina appare essere stato oggetto, nel corso degli ultimi quattromila anni, di dinamiche di “investimento di senso”, intendendo con tale espressione più che la specialissima natura dei luoghi la lucida consapevolezza - manifestatasi in seno a numerose culture e tradizioni letterarie - della peculiare specificità dello Stretto di Messina quale tòpos privilegiato per un serie impressionante e davvero sterminata di produzioni dell’immaginario da parte di numerosi popoli e culture.

Tali beni ed eredità immateriali (compresi gli usi, le tradizioni e i costumi legati all’esercizio di attività materiali, in quanto produttori di saperi, abilità, competenze e tecniche del corpo di per sé immateriali) fanno da degno corollario alle caratteristiche riconducibili alla configurazione geo-morfologica del sito e al particolare habitat biologico-marino che in esso si è creato, che rendono lo Stretto di Messina meritevole di essere annoverato tra i patrimoni dell’umanità, ancora più singolare in quanto sarebbe il primo Stretto al mondo ad avere attribuito tale riconoscimento.

Sergio Todesco

Nessun commento

Ads Place