Cosa pensano i giovani messinesi della sfida agroalimentare a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Expo. Un sondaggio avviato dall’Osservatorio “Lucia Natoli” e dal Centro Culturale “Bibliò Attilio Manca”.
Premessa.
Nel 1980 l’Africa era popolata da 469 milioni di persone. Oggi la popolazione supera il miliardo di abitanti. L’Asia, nello stesso periodo, è passata da 2.632 milioni a 4.250 milioni di abitanti. In America Latina da 361 milioni nel 1980 a 580 milioni oggi. Mentre la popolazione mondiale supera i 7,2 miliardi di persone le superfici coltivabili del cd Terzo Mondo del Pianeta Terra vengono comprate da poche multinazionali del settore per essere destinate a coltivazioni intensive.
Una riflessione sulle conseguenze di tutto ciò e su quello che rappresenta la filiera economica in agricoltura è stata avviata con gli studenti dell’Istituto Agrario “P. Cuppari” di S. Placido Calonerò. Il Centro Culturale “Bibliò Attilio Manca” ha somministrato, durante la Giornata del Dialogo e dell’Ascolto, un questionario con 5 domande.
I risultati sono stati abbastanza interessanti per capire come viene percepita dai giovani della nostra città la sfida agroalimentare di questo secolo. Con le logiche connessioni con un sistema criminale che nella sola Sicilia alimenta un mercato di oltre 5 miliardi annui attraverso frodi alimentari e riciclaggio.
Questi i risultati:
- Il 45% sarebbe interessato a intraprendere un’attività imprenditoriale legata all’agricoltura biologica mentre il 35% si rivolgerebbe alla tradizionale industria alimentare. Il 20% vorrebbe avviare invece una fattoria sociale.
- Il 70% sceglie un’alimentazione con prodotti locali mentre il 30% gradisce la filiera industriale.
- La spesa viene fatta dall’85% degli intervistati nei supermercati, il 10% nei negozi con prodotti biologici e il 5% in quelli a km zero.
- Per il 45% le mafie incidono abbondantemente nella filiera agroalimentare mentre il 45% ritiene una divisione a metà tra mercato legale e mercato illegale. Per il 15% invece l’incidenza è marginale.
- Il 45% ritiene molto scarso il ruolo strategico della pubblica amministrazione nel settore mentre il 37 % concede un ruolo “sufficiente” ai pubblici amministratori mentre il 18% pensa che sia adeguato.
Saro Visicaro per Osservatorio Diritti Lucia Natoli