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CROCETTA INDAGATO DALLA DIA DI MESSINA: VERO O FALSO?


L’inchiesta, che vede coinvolto il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, nasce da un esposto-denuncia, che risale al dicembre del 2012, indirizzato all’allora Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso, oggi Presidente del Senato, eletto nelle file del Pd, lo stesso partito di Crocetta. A firmare l’esposto-denuncia è l’Ing. Roberto Sciascia, originario di Porto Empedocle, piccolo centro a un tiro di schioppo da Agrigento che parla "di un formidabile sceneggiatore degno di un premio letterario" riferendosi a Crocetta. Sciascia è stato per anni delegato alla gestione dell’ufficio Ecologia del Comune di Gela. Posto che ha lasciato, a quanto pare volontariamente, nel giugno del 2011.

Il settimanale Centonove di Messina, diretto da Enzo Basso, firma l’inchiesta che dà il presidente della Regione, Rosario Crocetta, indagato dalla Procura della Repubblica di Messina. L’Ing. Sciascia svela i retroscena "dell’attacco sferrato nel maggio del 2009 al magistrato etneo Carlo Caponcello, in predicato per una nomina alla Dda Nazionale, ‘nemico’giurato del magistrato Nicolò Marino". Nell’inchiesta si racconta che Marino, oggi assessore della Giunta Crocetta, da magistrato in forza alla Dda di Caltanissetta, aveva effettuato indagini proprio sul periodo in cui l’attuale governatore dell’Isola era Sindaco di Gela. Nell’inchiesta si racconta che l’allora primo cittadino della ‘città dell’Eni’ utilizzava cinque telefoni cellulari per non essere intercettato.

In un passaggio dell’inchiesta di Enzo Basso leggiamo: "Roberto Sciascia ha fatto di più. Ha indicato tutti gli investigatori che hanno svolto un ruolo nelle indagini a carico di Crocetta: il capo della sezione anticrimine di Caltanissetta, Giovanni Giudice, cui Crocetta avrebbe chiesto la cortesia di arrestare ‘almeno per un giorno’ un politico ­ingegnere, col quale era entrato in contrasti politici; il maresciallo delegato alle indagini su Crocetta dal Pm Marino, Nicola Bulone; il comandante della stazione dei carabinieri di Gela, Pasquale Saccone, che aveva coordinato l’ inchiesta sulla discarica e su tutti i risvolti che avrebbero determinato un ‘danno erariale’ stimato in 14 milioni di euro, del quale Sciascia ha fatto una documentata denuncia alla Corte dei Conti regionale".

Una parte dell’inchiesta di Centonove è dedicata ai rifiuti. L’allora Sindaco Crocetta, secondo il racconto dell’Ing. Sciascia, interviene per difendere un gruppo di società di Gela, "e fa modificare il bando che prevede la categoria 6a requisito obbligatorio per la raccolta differenziata, espressamente previsto dal decreto Ronchi". Con questo passaggio viene meno l’obbligo di iscrizione allʼAlbo nazionale gestori rifiuti. La gara viene così aggiudicata ad un consorzio di imprese, capeggiato dalla Cosiam, oggi Econet Srl. L'Ing. Sciascia elenca tutte le anomalie dell’appalto e chiede una commissione consiliare d’inchiesta che esamina gli atti e arriva a conclusioni non certo benevole verso l’amministrazione comunale di Crocetta. C’è una "censura per lʼinefficacia delle scelte politico-amminstrative e la scelta, apparentemente poco oculata, di dirigenti non di ruolo chiamati dal Sindaco a dirigere delicati settori della vita amministrativa del Comune di Gela, con tutte le conseguenti storture".

Nell’inchiesta di Centonove si parla anche dell’ex vice Questore, Nino Malafarina, oggi parlamentare regionale del Megafono, e di Stefano Polizzotto, l’avvocato prima designato alla segreteria tecnica della presidenza della Regione e poi destituito a seguito di un’indagine dell’Asp di Palermo.

La notizia che Crocetta sia indagato dalla Direzione Investigativa Antimafia di Messina, sta scuotendo i Palazzi della politica siciliana. Nell’inchiesta, secondo quanto si legge su Centonove, sarebbe coinvolto anche Nicolò Marino, ex Pm ed attuale assessore regionale all’Energia, che ha smentito la notizia definendola del tutto falsa: "E’ da tempo che l'Ing. Roberto Sciascia ritiene di rassegnare le proprie doglianze presso diverse autorità giudiziarie. Questa persona è già stata querelata dal presidente Crocetta e da me quando rese alcune dichiarazioni al settimanale Panorama e il procedimento è pendente a Milano. La verità è - continua Marino - che l’azione di pulizia che col presidente Crocetta stiamo portando avanti nei vari rami dell’amministrazione e che ha anche coinvolto personaggi della politica messinese dà molto fastidio". 



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