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STRETTO DI MESSINA - NO PONTE NO INFRASTRUTTURE

«Faremo parte della cordata per la costruzione di questa grande opera e sfrutteremo opportunità per infrastrutture», lo ha affermato il pre...


«Faremo parte della cordata per la costruzione di questa grande opera e sfrutteremo opportunità per infrastrutture», lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a margine dell’incontro "Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria", organizzato dalla Fondazione Magna Grecia e dalla Fondazione Sicilia ieri al Teatro Massimo di Palermo. 

«Il mio governo farà la propria parte sul piano economico – prosegue Schifani – e indicherà un componente nel consiglio di amministrazione come previsto dalla bozza di decreto che riattiva la società "Ponte sullo Stretto". Speriamo che la pubblicazione arrivi già nei prossimi giorni per cominciare i lavori».

«La soluzione individuata da Matteo Salvini – continua il presidente della Regione – mi sembra molto efficace. Non ho mai trovato un ministro delle Infrastrutture così vicino: è stato di parola e si è impegnato affrontando e risolvendo tutti i problemi in maniera corretta dal punto di vista giuridico. A cominciare dalla nuova vita che si sta riconoscendo a un contratto che fu cancellato dal governo Monti con conseguenze gravissime».

«La società che si occuperà della costruzione – spiega Schifani – sarà la stessa che si era aggiudicata l’appalto all’epoca e rinuncerà ai 700 milioni di euro di danni chiesti. Si ripartirà dal prezzo di aggiudicazione, adeguandolo all’andamento odierno. Il progetto, inoltre, sarà parzialmente rivisto per rispondere alle norme intervenute in questi anni in materia di sicurezza e tutela dell’ambiente». 

In merito alle infrastrutture in Sicilia, il presidente Schifani conclude: «Il Ponte deve essere uno stimolo per migliorare anche l'assetto viario e ferroviario, deve essere elemento propulsore per lo sviluppo di Sicilia e Calabria. Apriremo un grande fronte su questo tema mantenendo serrato il confronto con Anas e Rfi. Chiederemo un cronoprogramma sui lavori nell’Isola e vigileremo sul rispetto dei tempi. Certo, se dovessi fare oggi un’indagine sullo stato dei lavori pubblici in Sicilia scoprirei probabilmente che più dell'80 per cento è bloccato per ragioni amministrative. È evidente che ci sono cose che non funzionano, ma mi sto muovendo anche nei confronti di una certa burocrazia paralizzante».


"Costi Ponte sullo Stretto? Presumo 12 mld, il doppio del 2008", così l'amministratore della società Ponte sullo Stretto, Vincenzo Fortunato, durante il suo intervento all’incontro ‘Il Ponte sullo Stretto, una sfida necessaria’

"Nel 2008 quando la società è ripartita i costi del Ponte erano quantificati in circa 6 miliardi, da allora a oggi sono passati quasi 15 anni ed è presumibile che questa cifra sia molto aumentata. Non credo di sbagliare di tanto dicendo che dovrebbe essere quasi il doppio, ma ovviamente la mia è una considerazione non tecnica. Ci sarà una parte di autofinanziamento - ha spiegato Fortunato  - nel 2008 era del 60 per cento, oggi presumibilmente dovrà essere inferiore ma questo dipende molto dagli studi dei flussi, che sono in corso, e dai pedaggi. Immaginando che il pedaggio non superi quello che oggi è il costo dell’attraversamento con i traghetti, gli studi di Rfi e Trenitalia immaginano una finanziabilità intorno al 40 percento, la restante parte dovrà essere finanziata con contributi statali, comunitari e regionali. La politica deciderà".

"Dal 2001 ci sono stati due blocchi, adesso mi sembra che le intenzioni siano serie. Il percorso amministrativo non è semplice ma dovrebbe portare entro luglio del 2024 all'approvazione del progetto e, quindi, alla possibilità di aprire i cantieri" continua ancora l' amministratore della Società Ponte sullo Stretto.

"Nel 2006 c'è stata una scelta politica di sospensione - ha ricordato - si è ripreso nel 2008 e poi nel 2013 si è bloccato in maniera definitiva, con la revoca della concessione. Adesso c'è una scelta politica di segno opposto, ovviamente ci sono tanti problemi amministrativi, tecnici, giuridici ma tutti a mio parere risolvibili".


"Il Ponte è una sfida necessaria e utile, soprattutto per lo sviluppo economico non solo della Sicilia e della Calabria ma dell'intero Paese. Se ne parla da tanto tempo. E' arrivato il momento di prendere una decisione e di non fare promesse elettorali poi non mantenute. Noi siciliani siamo stanchi di essere presi in giro". Lo ha detto Raffaele Bonsignore, presidente di Fondazione Sicilia, in occasione dell'incontro dal titolo 'Il Ponte sullo Stretto una sfida necessaria', in programma ieri al Teatro Massimo di Palermo.   

"La nostra Costituzione all'articolo 119 ha inserito il tema dell'insularità - ha spiegato - e impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli che oggi non sono più accettabili. Inutile parlare di ferrovie veloci, senza il Ponte non le avremo mai, né di sviluppo sociale, impossibile senza questa opera. Basta parole e promesse elettorali: è un'occasione unica per la Sicilia, speriamo che finalmente - e ci sono tutte le premesse sia da parte del Governo nazionale che dei nostri governatori - si passi dalle parole ai fatti". Per Bonsignore "non c'è motivo di perdere ulteriore tempo. Ci sono anche i soldi. Non farlo significa non volere eliminare l'insularità della Sicilia e non consentirle un pieno sviluppo economico e sociale".



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