Page Nav

HIDE

Grid

GRID_STYLE

Hover Effects

TRUE

Breaking News:

latest

FRANCO BATTIATO HA ATTRAVERSATO IL BARDO

«La nostra società teme la morte. È tanatofobica, dannatamente tanatofobica. La morte è il tabù della nostra era. Il passaggio dalla vita a ...


«La nostra società teme la morte. È tanatofobica, dannatamente tanatofobica. La morte è il tabù della nostra era. Il passaggio dalla vita a quella che chiamiamo morte è l’argomento rimosso dei nostri tempi. Ma in realtà la morte non è fine. Non è inizio, ma passaggio.».
Franco Battiato


Questa frase del Maestro Franco Battiato che stamattina ha lasciato il suo corpo fisico è tratta dal libro "Lo stato intermedio" scritto insieme a Gianluca Magi. Un libro che precede il documentario "Attraversando il Bardo. Sguardi sull'Aldilà" con il quale l'artista apre la porta che la società tecnologica vuole tenere chiusa per paura della morte. Battiato, ci conduce in un viaggio nell'immortalità dell'anima attraverso il Bardo Thodol, il testo più noto della letteratura tibetana. Lo stato intermedio  è quello stadio della mente dopo la morte, quando la coscienza è separata dal corpo. Il testo, conosciuto in Occidente come Libro dei morti, descrive le esperienze che l'anima cosciente vive dopo la morte, o meglio nell'intervallo di tempo che, secondo la cultura buddhista, sta fra la morte e la rinascita o reincarnazione. Questo intervallo si chiama, in tibetano, bardo. 


Il musicista siciliano, animato da una instancabile curiosità verso nuovi territori artistici, filosofici e spirituali, guida il lettore attraverso le parole di monaci e filosofi, asceti e psicologi della cultura occidentale e orientale "La nostra cultura rifiuta la morte, ha paura della morte, vive sempre proiettata nel futuro, proiettata in avanti. È probabile che il malessere di fondo della nostra cultura nasca dal rifiuto della morte. La società tecnologica esorcizza, rimuove in tutti i modi ciò che dimora sotto il nostro tetto: la morte".


«Tutti siamo prigionieri delle nostre abitudini, paure, illusioni. Le sofferenze dovrebbero indurci ad abbandonare l'ego che chiude la strada del ritorno alla nostra natura divina. Noi esseri umani siamo orgogliosi del libero arbitrio e guai a chi mette in discussione questa libertà. Ma ahimè, non è così. In realtà, siamo schiavi delle nostre emozioni che ci determinano, dei desideri che ci dominano e spesso finiscono in tragedia...bella libertà! La liberazione non può avere legami, né attaccamenti. Di notte, quando si sogna, ci sembra tutto vero. Al risveglio scopriamo che non lo era. Gli elementi terra, acqua, fuoco, aria e spazio sono presenze non esistenti, non hanno natura propria. Il senso della nostra esistenza terrena è quello di crescere, diventare esseri completi e ritornare all'unità».


Franco Battiato, tra i più importanti artisti italiani, conosciuto e stimato a livello internazionale, ha saputo coniugare la ricerca e la sperimentazione con un enorme successo di pubblico. Oltre ad avere spaziato, durante una lunga carriera iniziata nel 1965, pressoché in tutti gli ambiti musicali, è stato anche regista cinematografico e pittore. 


Di lui voglio ricordare il film "Perdutoamor" scritto insieme a Manlio Sgalambro. "Partiti da un soggetto assolutamente pretestuoso abbiamo scritto una sceneggiatura per un film-balletto. Il protagonista, un “cavaliere inesistente”, condivide con gli altri caratteri (stereotipi di comodo) l'incontro con lo “straordinario”… Così la lezione di cucito, di tantra, l'esoterismo, la filosofia", spiega Battiato che nel film racconta la sua storia con il personaggio di Ettore Corvaja interpretato da Corrado Fortuna mentre Sgalambro è Martino Alliata, professore di filosofia. 


Sullo sfondo di una Sicilia anni '50 Battiato nel film racconta dapprima la sua adolescenza vissuta in una famiglia alto borghese. Grazie a un colto aristocratico del paese, il barone Pasini, che gli fa da guida entra nel mondo della cultura. In seguito, dopo gli studi negli anni '60 si trasferisce a Milano per inseguire il suo sogno di aspirante scrittore ma entra invece nel mondo della musica. Conosce anche un altro mondo grazie ad un gruppo esoterico che frequenta, apprezzando la scoperta del sé.


Manlio Sgalambro, scomparso nel 2014, è stato una figura importante nella vita di Franco Battiato. Entrambi siciliani, il primo di Lentini, il secondo di Ionia, si incontrano "casualmente" alla presentazione di un libro. Inizia così la loro ventennale amicizia e collaborazione artistica che ci regalerà delle perle preziose come la canzone "La cura" che si presta a diverse interpretazioni ma che, in realtà, è dedicata all'Anima. 


«In mezzo a tutto questo, mi capitò tra i piedi Franco Battiato. Per un certo verso direi che è stato uno di quegli incontri che ti portano fuori strada, ma questa è una percezione che ho avuto molto tardi. A volte trovo che è come se tutto quel tempo io lo abbia perduto... » dirà Sgalambro dopo quell'incontro. «Un anno fa non ci conoscevamo neppure. Da allora non abbiamo fatto altro che lavorare insieme. Lui sarà anche un filosofo, ma per me è un talento che mi stimola e arricchisce. Mi sembra impossibile, oggi, tornare a scrivere i testi delle mie cose», le parole di Battiato.


Nel 2015 inizia il declino di Battiato con la prima rottura del femore e altri problemi di salute che lo porteranno nel 2017 al suo ultimo concerto live nel Teatro romano di Catania. Nel 2019 l'ultimo suo album "Torneremo ancora", una sorta di testamento musicale "La trasmigrazione delle anime in transito verso la purificazione è l’idea di base che ispira questa canzone. I migranti di Ganden sono qui chiamati a rappresentare il percorso delle anime al termine della vita terrena e le vicissitudini che questa nostra esistenza comporta". Poi il ritiro dalle scene e all'alba di oggi,  nel suo eremo siciliano di Milo alle pendici dell'Etna, il suo ultimo respiro. Se ne è andato "lentamente" riuscendo a trovare "l'alba dentro l'imbrunire".


In una intervista ha dichiarato che la canzone a cui è più legato è "Le nostre anime". Non amava essere chiamato maestro o filosofo ma si definiva un essere spirituale. "Le nostre anime cercano altri corpi in altri mondi dove non c'è dolore ma solamente Pace e Amore".


Antonella Di Pietro


Nessun commento

Ads Place