Luigi Ciotti, presidente dell'Associazione Libera, stamattina, insieme ad alcuni familiari delle vittime di mafia, ha depositato un fasc...
Luigi Ciotti, presidente dell'Associazione Libera, stamattina, insieme ad alcuni familiari delle vittime di mafia, ha depositato un fascio di fiori alla Casa del Jazz di Roma davanti alla lapide con i nomi delle vittime innocenti delle mafie in occasione della XXVI Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
“Abbiamo scelto questo luogo, un bene confiscato alla Banda della Magliana, perché nel 2015 con il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi abbiamo voluto che ci fosse all'entrata una lapide per ricordare i nomi delle vittime innocenti delle mafie. - dice Don Ciotti - Sono 640 e quel giorno ci siamo augurati che si potesse mettere un punto, invece oggi abbiamo ricordato 1031nomi, vittime della violenza mafiosa. Quel punto non c'è stato, purtroppo si sono aggiunti altri nomi, altre storie, altri volti, altre fatiche. Nomi a noi cari che devono graffiare le nostre coscienze".
Come ogni anno, da ventisei edizioni, nella Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, Libera muove la sua carovana civile, per un 21 marzo che è giorno della riflessione e delle testimonianze, ma anche della denuncia della presenza delle organizzazioni criminali sui territori. "A ricordare e riveder le stelle", lo slogan scelto, nel quale risuona l'ultimo verso dell'Inferno a 700 anni dalla morte di Dante. L'inferno è la pandemia, un anno di isolamento e di distanziamento, di sofferenze e di disagio economico e sociale. L'evento principale si è tenuto a Roma, all'Auditorium Parco della Musica.
Con la consueta schiettezza don Luigi Ciotti incalza le coscienze e la politica: "C'è un pericolo crescente, il pericolo della normalizzazione delle mafie e della corruzione. Chi parla oggi della droga, chi parla di riciclaggio, chi parla di ecomafia. Sulla droga è stato steso un ipocrito velo di silenzio. Dobbiamo guardare alla sorgente di queste catastrofi avere il coraggio di ammettere il fallimento. La lotta alle mafie e corruzione non è una questione da delegare solo agli addetti ai lavori cui va la nostra riconoscenza, forze dell'ordine, magistrati, prefetture. La repressione deve arrivare alla fine di un percorso. Oggi è necessario un pensiero nuovo, radicale e rigeneratore nella lotta alle mafie. Ecco, se non rigeneriamo rischiamo di degenerare. Ci vuole continuità, condivisione e corresponsabilità. Siamo disposti a collaborare con le Istituzioni se fanno la loro parte, ma se non la fanno - dice il fondatore e anima di Libera - allora dobbiamo essere una spina nel fianco per chiedere ciò che è giusto".
"Dobbiamo inondare la società, le nostre comunità di segni di fiducia e di speranza nel futuro e più impegni e coraggio nel presente. - prosegue Don Ciotti - Ringraziamo il Presidente della Repubblica Mattarella per il suo messaggio. Abbiamo bisogno di luce, di stelle che devono continuare ad illuminarci ma dobbiamo darci una mossa per non accontentarci di quello che abbiamo fatto e stiamo facendo perché è diventato insufficiente. Dobbiamo trovare di più risposte comuni che ci permettono di reagire e sanare le mancanze e i ritardi che ci sono ancora forti nel nostro paese. Non bastano le riforme se la politica non riforma se stessa. Le mafie si approfittano delle fragilità della politica e dei furti di giustizia sociale. Deve cambiare la politica, dobbiamo cambiare noi”.
Questo il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «La memoria è radice di una comunità. Fare memoria è condizione affinché la libertà conquistata continui a essere trasmessa e vissuta come un bene indivisibile. Ecco perché ricordare le donne e gli uomini che le mafie hanno barbaramente strappato alla vita e all’affetto dei loro cari, leggerne i nomi, tutti i nomi, non costituisce soltanto un dovere civico. È di per sé un contributo significativo alla società libera dal giogo oppressivo delle mafie, è affermazione di principi di umanità incompatibili con i ricatti criminali, è fiducia nella legalità che sola può garantire il rispetto dei diritti, l’uguaglianza tra le persone, lo sviluppo solidale. Non dimenticheremo mai le vittime innocenti, i servitori dello Stato, le persone libere che non hanno rinunciato ai loro valori pur sapendo di mettere a rischio la propria vita.
Anche quest’anno la “Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” sarà condizionata dalle misure di limitazione rese necessarie dalla diffusione della pandemia. È tuttavia assai prezioso che “Libera” abbia ugualmente deciso di promuovere iniziative che tengano viva la ricorrenza e portino all’attenzione di tutti l’attualità del messaggio. Estirpare le mafie è possibile e necessario. L’azione di contrasto comincia dal rifiuto di quel metodo che nega dignità alla persona, dal rifiuto della compromissione, della reticenza, dell’opportunismo. Ricordare e “riveder le stelle”, come recita il bel motto scelto per questa edizione della Giornata, sono dunque parte della medesima sfida di libertà. Mi congratulo con gli organizzatori perché continuano a porre la coscienza e la cultura come basi e motori del riscatto. Sono proprio la coscienza e la cultura che le mafie – vecchie e nuove – considerano l’ostacolo dei loro disegni di arricchimento illecito, di dominio su persone e territori, di condizionamento economico e politico. La consapevolezza del bene comune e i comportamenti responsabili che insieme sapremo mettere in atto, possono darci la forza necessaria per superare le difficoltà e gli ostacoli che i tempi ci pongono di fronte».
In occasione della 26° Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese in un comunicato ha detto: «Ricordare tutte le vittime innocenti di mafia è un dovere civico. La loro memoria è fondamentale per costruire una sempre più forte cultura della legalità e della giustizia e sensibilizzare le nuove generazioni ad agire con determinazione contro chi intende inquinare la nostra comunità e la nostra economia, ricorrendo spesso alla violenza e alla forza intimidatrice. Tutte le Istituzioni e la società civile devono proseguire insieme la loro azione contro le mafie anche per non rendere vano il sacrificio di rappresentanti delle istituzioni e servitori dello Stato, magistrati e appartenenti alle Forze di polizia, che hanno pagato con la vita il loro impegno per garantire la sicurezza e la convivenza civile», ha proseguito la titolare del Viminale, ricordando come «in questo momento di grave crisi economica e sociale occorra tenere alta l'attenzione contro le organizzazioni criminali che tentano di aggredire l'economia legale, facendo tutti insieme fronte comune per proteggere e sostenere chi rischia di finire nelle loro mani».
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