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UN PROGETTO DI RESTAURO PER IL PORTALE DELL'ANTICA UNIVERSITA' DI MESSINA

Martedì 14 aprile, alle ore 11.00, nella Sala Senato dell'Università di Messina, si terrà la conferenza stampa "Una porta verso il Futuro".


Una preziosa traccia degli esordi dell’Università degli Studi di Messina è il portale del Collegio Prototipo della Compagnia di Gesù, oggi oggetto di un programma di ricerca e recupero. L’obiettivo è quello di riposizionarlo per valorizzare l’ingresso dell’Ateneo messinese e, quindi, il centro cittadino.

Martedì 14 aprile, alle ore 11.00, durante una conferenza stampa che si terrà in Sala Senato, il Rettore, prof. Pietro Navarra, il Coordinatore del Collegio dei Prorettori, prof. Giovanni Cupaiuolo, e il prof. Nicola Aricò, Docente di Storia dell’Architettura, illustreranno l’iniziativa di rivalorizzazione del Portale e la campagna di comunicazione relativa, mirata al sostegno del progetto attraverso i fondi “5 per mille”.

Dopo tutta una serie di distruzioni dal 1908 in poi, nel recinto interno dell’Ateneo di Messina, dal lato di via G. Venezian, esiste ancora lo splendido portale di accesso all’antica Università. Stupendo esempio di stile manierista, il portale costituiva, appunto, l’ingresso principale del Collegio dei Padri Gesuiti eretto nel 1604-1608 e definito “Prototipo”, come si legge nella lapide sopravvissuta, perchè fu il primo fondato nel mondo dalla Compagnia di Gesù di S. Ignazio di Loyola.

Edificato sui resti di un tempio greco dedicato ad Apollo, fu progettato dall’architetto dell’Ordine gesuitico Natale Masuccio, portatore a Messina di un linguaggio stilistico impregnato di manierismo romano e, come scrive Emanuela Barbaro Poletti, “…s’articolava, tramite tre cortili di differenti proporzioni, all’interno di un quadrilatero regolare molto allungato che, con un corridoio, veniva messo in comunicazione all’adiacente chiesa di S. Giovanni Battista”.

Il 16 novembre del 1548 i senatori della Nobile Città di Messina, con l’autorevole interessamento nientemeno che dello stesso Ignazio di Loyola, ottenevano dal papa Paolo III Farnese la bolla “Copiosus in Misericordia Dominus” con la quale veniva istituito in città lo “Studium” gesuitico, e, quindi, la prima Università degli Studi.

La sua prima sede fu nel convento del complesso religioso di San Nicolò (dove oggi sorge l’edificio della Provincia regionale) ma nel 1591, quando il Senato ottenne da Filippo II di Spagna, dietro un consistente esborso di circa 200.000 onze, il decreto di istituzione di uno “Studio Generale”, il Collegio Prototipo dei Gesuiti si trasferiva nell’attuale sede dell’Università e i senatori facevano costruire un nuovo edificio, da adibire a sede universitaria abilitata a conferire titoli dottorali, ubicato in un’area oggi  occupata dalla palazzina degli alloggi militari, all’angolo fra le vie Tommaso Cannizzaro e Porta Imperiale.

Nell’aprile del 1596, riconosciuto il diritto dello “Studium Messanae”, la “nuova fondacione delli Studii” retta da Statuti compilati nel 1557, era pronta a funzionare al completo. Dopo la soppressione dell’Università in seguito alla fallita rivolta antispagnola del 1674-78, Ferdinando II autorizzò il Senato, nel 1778, a costituire un’”Accademia Carolina” che trovò sede nel grande complesso architettonico gesuitico progettato da Natale Masuccio. Tal complesso era stato abbandonato dai Gesuiti dopo la loro espulsione dalla Sicilia nel 1767. L’Accademia, però, non abilitava al titolo di laurea e così, nel 1838, Ferdinando II di Borbone la trasformava in Università, mantenendo le relative prerogative e potenziata nelle sue strutture, specialmente alla fine dell’Ottocento, con l’istituzione di gabinetti scientifici, musei e orti botanici. Fonte


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