Si chiude la Rassegna “Atto Unico. Vite di Scena, Scene di Vita” 2014-2015, con il debutto di “Adolphe. The importance of being …”, domenica 22 marzo al Teatro Annibale di Messina.
Lo spettacolo “Adolphe. The importance of being …”, il cui titolo riporta alla mente "L'importanza di chiamarsi Ernesto" di Oscar Wilde, è stato liberamente tratto dalla commedia teatrale "Le Prénom" (Cena tra amici), scritta da Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte, che ne hanno diretto anche la versione cinematografica vincitrice del Premio César nel 2013, e riadattato dalla drammaturga e regista Auretta Sterrantino che lo ha definito "una tappa del riso amaro, un ritratto efferato che mette a nudo convenzioni e falsità nel fare quotidiano della nostra società".
La storia nasce da un invito a cena, che vede riuniti attorno al tavolo rappresentanti della classe media colta e benestante, e che richiama alla memoria la pièce teatrale "Metti, una sera a cena" di Giuseppe Patroni Griffi, che girerà l'omonimo film di successo con gli attori Florinda Bolkan, Tony Musante, Jean-Louis Trintignant, Annie Girardot e Lino Capolicchio. Indimenticabile la colonna sonora firmata da Ennio Morricone.
La differenza con "Le Prénom" sta nel fatto che questa "cena tra amici" ruota su un equivoco che poi diventerà il perno della pièce: la scelta di Vincent e Anna sul nome del loro futuro nascituro che si chiamerà Adolphe. Un nome che manderà su tutte le furie Pierre, marito di Elisabeth (entrambi professori a Parigi) e fratello di Anna, fortemente contrariato, per particolari suoi motivi ideologici, da questa scelta che "romperà" il falso equilibrio tra i commensali, costruito sull'apparenza e fatto di sorrisi e affettuosità, come spesso accade tra persone legate tra di loro da rapporti di parentela.
Nel corso della cena, tutti i personaggi tireranno fuori vecchi rancori e il peggio di se stessi rivelando i loro aspetti più nascosti e svelando scomode verità come la relazione della madre, vedova, di Vincent ed Elisabeth, con il più giovane Claude, trombonista in un'orchestra sinfonica. Si scoprirà poi che il nome era frutto di uno scherzo e tutto si appianerà con la nascita di una femmina ma la controversia, nata durante la cena, ha consentito di far affiorare i loro veri sentimenti e la cruda natura di un rapporto fatto di gelosia, invidia e meschinità.
La differenza con "Le Prénom" sta nel fatto che questa "cena tra amici" ruota su un equivoco che poi diventerà il perno della pièce: la scelta di Vincent e Anna sul nome del loro futuro nascituro che si chiamerà Adolphe. Un nome che manderà su tutte le furie Pierre, marito di Elisabeth (entrambi professori a Parigi) e fratello di Anna, fortemente contrariato, per particolari suoi motivi ideologici, da questa scelta che "romperà" il falso equilibrio tra i commensali, costruito sull'apparenza e fatto di sorrisi e affettuosità, come spesso accade tra persone legate tra di loro da rapporti di parentela.
Nel corso della cena, tutti i personaggi tireranno fuori vecchi rancori e il peggio di se stessi rivelando i loro aspetti più nascosti e svelando scomode verità come la relazione della madre, vedova, di Vincent ed Elisabeth, con il più giovane Claude, trombonista in un'orchestra sinfonica. Si scoprirà poi che il nome era frutto di uno scherzo e tutto si appianerà con la nascita di una femmina ma la controversia, nata durante la cena, ha consentito di far affiorare i loro veri sentimenti e la cruda natura di un rapporto fatto di gelosia, invidia e meschinità.
Un affresco che mostra la categoria degli intellettuali intrappolata in schemi e pregiudizi che non lasciano spazio ad alcuna elasticità di pensiero né permettono di essere veramente liberi all'interno di un meccanismo che impone sempre una maschera. Come spiega Auretta Sterrantino: "Una fotografia di una situazione comune che svela i difetti del nostro modo di intendere i rapporti umani, anche, o forse soprattutto, quelli con amici, parenti e affini. E’ uno spettacolo che si muove sul limite e si gioca sull'equilibrio delle parti. Questo equilibrio è totalmente precario. In realtà si tratta di un gioco al massacro, un gioco in cui noi tutti, attori e staff regia, dobbiamo essere in grado di oscillare tra la compostezza del perbenismo e la spietatezza tipica di chi si sente toccato nel profondo e scatta per difendersi. Improvvisamente il salotto de ‘l'allegra famiglia’ diventa il ring di un incontro di wrestling. E non si salva nessuno”.
Dalla tragedia alla commedia amara. Un cambio di registro che è al tempo stesso "sfida e avventura irrinunciabile" come spiegano i componenti del cast di "Adolphe" che chiudono la rassegna "con la voglia di ricominciare subito, insieme, a lavorare”.
Dalla tragedia alla commedia amara. Un cambio di registro che è al tempo stesso "sfida e avventura irrinunciabile" come spiegano i componenti del cast di "Adolphe" che chiudono la rassegna "con la voglia di ricominciare subito, insieme, a lavorare”.
Prodotto dalla QuasiAnonima Produzioni di Vincenzo Quadarella e Auretta Sterrantino, che ne cura la regia e l'adattamento drammaturgico, “Adolphe. The importance of being …”, è il decimo e ultimo appuntamento di "Atto Unico" che vede in scena, sul palco del Teatro Annibale Maria di Francia, domenica 22 marzo (in pomeridiana alle ore 18 e in serale alle ore 21) gli attori Livio Bisignano, Loredana Bruno, Oreste De Pasquale, Giada Vadalà. Assistente alla regia: Martina Morabito. Musiche originali: Filippo La Marca. Scene e costumi: Valeria Mendolia. Aiuto scenografo: Felice De Pasquale. Foto per la scena: Eleonora Currò. Fotografo di scena: Domenick Giliberto.
Per info e prevendite: Libreria Mondolibri Messina New, via Ettore Lombardo Pellegrino 98/100. Tel 349 6852379.
Antonella Di Pietro
Antonella Di Pietro
Un testo teatrale che si richiama per certi versi al film del non troppo gradito ospite e fidanzato...! Una commedia-tragedia nella quale si ride con sarcasmo e si nascondono tante,troppe verità...- In quella ovatta del perbenismo ,molteplici sfilettate e rasoiate non mancano mai pur fuori dal tavolo da cena...- Una ipocrisia 'condita' e rosata con vini scelti e d'annata..., una life troppo vera e tremendamente squilibrante i rapporti con e dentro le famiglie VIP...- Alla base di tutto, credo, manchi quel giusto rispetto, educazione, etica e stima dell'interlocutore coi simili ; egli spesso rappresenta il dominus e lo sprizzante 'comandante' dei vapori. Nei piatti niente sapori... e colori. La classe declassata di falsi nobili, arricchiti e spavaldi, spacconi e violenti... u restu propriu : nenti...! Mi viene in mente il film : 'Il Gattopardo' ed il dialogo del principe di Salina e del sindaco ( Paolo Stoppa), quante verità...! In quel caso vi è la Cultura e potrei dire un tantino la Fede ,che limita le parole 'pesanti'..., erano altri tempi ? Come sarebbe giusto ed auspicabile ,riconoscere i propri limiti e difetti ed ancora tentare di correggerli apertamenteeeeeeeeee...! Ciaù, baciamu li mani, Nellyyy'''- Roberto Lo Presti -
RispondiElimina