Sabato 13 dicembre, al Feltrinelli Point Messina, aperitivo con l'autore. Marco Presta presenta il suo ultimo libro "L'allegria degli angoli".
Marco Presta, conduttore e autore di una delle trasmissioni radiofoniche più amate e più seguite di tutti i tempi, "Il ruggito del coniglio", sarà al Feltrinelli Point Messina per presentare il suo ultimo romanzo, "L'allegria degli angoli" (Einaudi Editore). All'incontro di sabato 13 dicembre, ore 12, che ha già scatenato la curiosità (social e non) di lettori e fan messinesi, interverranno i giornalisti e scrittori Anna Mallamo e Francesco Musolino.
Marco Presta, oltre ad essere uno scrittore, è uno dei migliori autori e conduttori radiofonici italiani. Diplomato all'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio D’Amico", ha lavorato in teatro con Luca Ronconi, Aldo Trionfo e Andrea Camilleri, per poi approdare alla radio. In coppia con Antonello Dose da molti anni conduce la mattinata di Radio 2 con "Il ruggito del coniglio", una trasmissione radiofonica insignita di numerosi premi nazionali tra cui il premio Flaiano e il premio Satira Politica a Forte dei Marmi. Sempre con Dose, ha realizzato "Dove osano le quaglie", una trasmissione televisiva andata in onda per 3 edizioni su Rai 3 il sabato sera. Presta è anche sceneggiatore, al cinema con "Opopomoz" di Enzo D'Alò e in televisione con "Un medico in famiglia".
Come scrittore, Marco Presta ha pubblicato la raccolta di racconti "Il paradosso terrestre" (Aliberti Editore 2009, Einaudi 2012). Per Einaudi ha pubblicato anche i romanzi "Un calcio in bocca fa miracoli" (2011) e "Il piantagrane (2012). De "Il piantagrane" Repubblica ha scritto: "Presta tesse l'impossibile elogio della mitezza e della bontà eversiva alla sua maniera. Impasta l'indignazione con l'umorismo. Su un piantagrane del genere, Wes Anderson ci farebbe un gran film". Luciana Litizzetto ha dichiarato: "Che Presta fosse bravo lo sapevamo già. Ma qui è stato super. Quasi quasi gli chiedo il bis".
L'epopea tragicomica di un eroe dei nostri tempi, all'inseguimento di un sogno semplice e diventato ormai quasi impossibile: un lavoro stabile e una vita normale. Procedendo per battute fulminanti, quelle in cui da sempre condensa la sua intelligenza, Marco Presta ha scritto un romanzo tristemente attuale ma anche surreale, che induce al sorriso e invita alla speranza: "L'allegria degli angoli", in libreria dal 2 dicembre e diventato rapidamente un caso letterario.
"Prima ho aggiustato un paio di prese di corrente, poi ho stretto con il pappagallo la valvola di un calorifero che perdeva. Infine ho cambiato le cinghie degli avvolgibili, sfilacciate più del mio morale. Ma ottanta metri quadrati sono troppo pochi, dovrei ristrutturare Versailles per calmare la mia agitazione. Mi butto sulla tappezzeria della vicina: questa carta da parati se ne sta aggrappata ai muri dalla metà degli anni Settanta, ha visto la padrona di casa prendere sonno migliaia di volte, concepire i suoi tre figli, sfiorire e diventare la casalinga malfidata che è oggi. Ormai, più che una tappezzeria, è una parente. Staccarla dalle pareti è come mettere una vecchia zia dentro una casa di riposo."
Se ci chiedessero di individuare un vero eroe dei nostri tempi, chi sceglieremmo? Un navigatore? Un soldato pronto a partire per una missione pericolosa? Un artista maledetto? Macché. L'unico, autentico Don Chisciotte italiano in questo tribolato inizio di millennio è il disoccupato.
Ed in questi tempi, dove la disoccupazione è dilagante ed è ormai quasi uno status sociale, Marco Presta inventa una storia tragicomica che ha per protagonista Lorenzo, un geometra disoccupato che vive con la madre e passa il suo tempo con i problemi e le speranze della gente comune, insieme agli amici di sempre, anche loro quasi tutti disoccupati, tra cui Massimo, pervaso da un'insana passione per gli articoli da bagno, e Fabio detto «Il Tranquillizzatore» per la sua capacità di confortare tutti con prevedibili ma graditissime frasi di rito.
"Il futuro è nelle mani di Dio. Speriamo non lo lasci cadere"
In "L'allegria degli angoli, l'autore ridà alla figura del non lavoratore una sua dignità, una sua carica letteraria e sociale, a tratti affascinante. Il protagonista di questo romanzo, nato con una testa quadrata e per l'appunto geometrica, impara a proprie spese che di geometrico a questo mondo c'è veramente poco. Le rette parallele, nella realtà, finiscono spesso per incontrarsi, e il quadrato costruito sull'ipotenusa - probabilmente in modo abusivo - non equivale mai alla somma dei quadrati costruiti sui cateti.
Lorenzo è serenamente disperato, perché gli manca una cosa fondamentale: il lavoro. E dato che non esistono più nemmeno i lestofanti di una volta, si piega a fare di tutto e, per sbarcare il lunario, si lascia convincere da un suo vecchio compagno di scuola, Giuliano che gli propone di fare la statua vivente di un faraone in una piazzetta del centro romano. In passato, forse, un balordo gli avrebbe proposto di ripulire un appartamento, ma oggi le tentazioni sono diventate molto più imprevedibili. E Lorenzo accetta, stravolgendo, senza saperlo, la sua intera esistenza. Trasformandosi da mite geometra a faraone immobile, a tempo pieno, involontario monumento all'epoca storta che stiamo attraversando, dal suo angolo comincerà a vedere il mondo, osservando il microcosmo che gli sfila davanti: turisti euforici, connazionali annoiati e un cane bruttissimo che lavora a poca distanza da lui. Lorenzo imparerà – non senza scossoni – a ritrovare la speranza. Perché i faraoni, anche i più spiantati, possono sempre innamorarsi...
"Non ho un lavoro e non ho un amore. Ma come faraone ballerino non sono secondo a nessuno"
E infatti s'innamorerà, e anche molto, di una ragazza che non fa proprio per lui, perché al di sopra delle sue possibilità ma, d'altra parte...
"All'interno d'ogni amore deve esserci un circuito stampato, fragile e complicato, che lo rende unico e incomprensibile".
Dalla piazzetta di Roma dove osserva il mondo, il protagonista de "L'allegria degli angoli" capirà quindi di non essere solo e di avere ancora la possibilità di vivere emozioni e sensazioni che pensava assopite per sempre e perdute da un tram tram giornaliero alienante e che abbruttisce l'animo umano. Piloterà nell'ombra qualche vita che gli è cara, nel frattempo. Ma soprattutto, alla fine, lui, proprio lui, messo all'angolo e spalle al muro, farà un gesto imprevisto che ha la forza di un'esplosione: uno di quei gesti che possono inaugurare una nuova vita.
Antonella Di Pietro