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SIRIA - DISACCORDO AL SUMMIT DEL G20


Malgrado la stretta di mano, pare non abbiano trovato un accordo i grandi della Terra sulla questione Siria. 

Undici Nazioni partecipanti al vertice del G20, conclusosi oggi a San Pietroburgo, condannano l'attacco lealista del 21 agosto scorso con missili al gas nervino alla periferia di Damasco, e sono perciò favorevoli a una "forte risposta internazionale" contro il regime di Bashar al-Assad: lo ha annunciato la Casa Bianca, indirettamente smentendo il presidente Vladimir Putin, a detta del quale favorevoli a un'azione armata sarebbero solo, oltre agli Usa, Francia, Turchia e Arabia Saudita, più i governi di Gran Bretagna, il cui Parlamento ha però bocciato l'iniziativa, e Canada, che comunque non vi parteciperebbe.

Assad "è una minaccia per la pace e per la sicurezza mondiale" Lo ha ribadito il presidente Usa Barack Obama dal G20 di San Pietroburgo anunciando anche che martedì prossimo il presidente si rivolgerà agli americani in un intervento dalla Casa Bianca.

"Aiuteramo la Siria? La aiuteremo" ha risposto Putin a una domanda sul possibile coinvolgimento della Russia in caso di attacco a Damasco. Putin ha poi ricordato che Mosca già aiuta la Siria, con la quale ha una cooperazione dal punto di vista umanitario.

Il voto del Congresso Usa sull'intervento armato in Siria avverrà la prossima settimana, ha affermato il presidente francese, Francois Hollande spiegando di averlo saputo da Obama. Holande ha anche precisato che qualsiasi intervento dovrà attendere il rapporto degli ispettori Onu. Se il Consiglio di sicurezza Onu non ruscirà a mettersi d'accordo sulla Siria allora "un'ampia coalizione" dovrà essere creata, ha affermato Hollande. "Un'ampia coalizione dovrebbe essere formata tra quei paesi che non accettano che un paese, un regime possa usare le armi chimiche". Hollande ha anche fatto sapere che "tutti" i leader del G20 si sono mostrati d'accordo sul fatto che le armi chimiche sono state utilizzate nell'attacco del 21 agosto.

Un via libera del Congresso sull'inverto militare Usa in Siria renderebbe la decisione di Obama "più forte e più efficace". Lo ha detto il presidente Usa nella sua conferenza stampa al G20 di San Pietroburgo. "Sapevo che convincerli sarebbe stata un'ardua impresa - ha detto il presidente - mi rendo conto dello scetticismo". Obama ha però glissato sull'ipotesi di intervenire anche senza il via libera del Congresso.

"Tutto quello che riguarda il cosiddetto uso delle armi chimiche è una provocazione da parte dei ribelli, che si aspettano aiuto dall'esterno, dai Paesi che li hanno sempre sostenuti fin dall'inizio" ha denunciato Putin.

"Non mi aspettavo un accordo con Putin sulla questione delle armi chimiche in Siria" ha ammesso Obama che ha definito comunque il faccia a faccia con i leader russo "costruttivo" e ha sottolineato che Usa e Russia comunque condividono l'idea che il conflitto possa essere risolto con una fase di "transizione politica". (AGI)


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