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IL MISTERO DI UN PAPA IN ESILIO



Papa Benedetto XVI annuncia in diretta che abdicherà il prossimo 28 febbraio. L'annuncio è stato dato stamattina alle 11, durante il Concistoro che stava deliberando la canonizzazione dei Martiri di Otranto, uccisi nel 1480 dai Turchi. La notizia rimbalza velocemente e fa il giro del mondo, tra stupore e preoccupazione sulla salute del Papa ma anche su chi gli succederà. I massimi esponenti del mondo politico e religioso dichiarano piena solidarietà e rispetto per una decisione giudicata coraggiosa. Ma, intanto, i mass-media paragonano questa rinuncia a quella di Celestino V avvenuta nel 1294 che il Sommo Poeta Dante Alighieri così descrisse nella Divina Commedia, Inferno, Canto 3° « Poscia ch'io v'ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l'ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto. » Rifiuto, qui si parla di vile rifiuto che nulla ha a che vedere con il presunto coraggio attribuito al nostro attuale Papa. Allora perchè questo paragone? Dante considerò papa Celestino V, al secolo Pietro da Morrone, un "vile" mettendolo nel girone degli Ignavi, ovvero quelli  che non operarono né il bene né il male per loro scelta di vigliaccheria e vissero la loro vita " sanza 'nfamia e sanza lodo ".
Il disprezzo del Poeta verso questa categoria di peccatori è massimo e completo, perché chi non seppe scegliere in vita, e quindi schierarsi da una parte o dall'altra, nella morte resterà un paria costretto a rincorrere un bandiera che non appartiene a nessun ideale. Tanto accanimento si spiega, dal punto di vista teologico, perché la scelta fra Bene e Male, deve obbligatoriamente essere fatta, secondo la religione cattolica. Dal punto di vista sociale, inoltre, nel Medio Evo lo schieramento politico e la vita attiva all'interno del Comune erano quasi sempre considerate tappe fondamentali ed inevitabili nella vita di un cittadino. Se l'uomo è un essere sociale, chi si sottrae ai suoi doveri verso la società non è degno, secondo la riflessione dantesca, di stima ed ammirazione. 
Anche il Petrarca lo considerò un "vile" (De vita solitaria, III, 27). Tuttavia, a differenza di Dante, che vedeva le cose in maniera alquanto idealistica, il Petrarca ritenne che quella rinuncia fosse stata "utile a lui e al mondo per l'inesperienza degli affari, perché era uomo di assidua contemplazione, per l'amore alla solitudine". Il Petrarca, in un certo senso, mostrava più pragmatismo di Dante, per quanto nessuno dei due mise mai in discussione il fatto che il papato dovesse avere un ruolo politico. Noi, ancora oggi non sappiamo il perchè di questa rinuncia, tra le motivazioni, Celestino V afferma di non voler offendere la propria coscienza, di desiderare una vita migliore e di non aver sufficiente sapere, ma sicuramente anche la rinuncia di Benedetto XVI resterà uno dei grandi misteri! Intanto, perchè pare che questa scelta l'abbia compiuta senza dire nulla ai suoi più stretti collaboratori, (solo il fedele padre Georg ne era a conoscenza) tanto è vero che il Cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone, che sostituirà Ratzingher fino alla elezione del prossimo Papa, ha dichiarato che questa decisione è stata «inattesa e sconvolgente» e che i cardinali presenti all'annuncio erano «smarriti ed emozionati». Si confermerà, quindi, la profezia di Malachia? “Nella persecuzione finale della Santa Chiesa Romana regnerà Petrus Romanus (Pietro il Romano) che alimenterà il suo gregge in mezzo a molte tribolazioni. Dopo di questo la città delle sette colline sarà distrutta e il temuto giudice giudicherà il suo paese. La Fine“. La più famosa delle profezie attribuite a San Malachia è sui Papi. È composta di “lemmi” per ognuno dei 112 Papi, da Celestino II, eletto nel 1143, fino alla fine del mondo. Questi ”lemmi” descrittivi dei Papi possono riferirsi ad un simbolo del loro paese di origine, al loro nome, al loro blasone, al loro talento o qualunque altra cosa riguardante il Papa. Per esempio, il lemma di Urbano VIII è il Giglio e la Rosa; Egli era di Firenze, Italia, nel cui emblema appare il giglio. Furono perse fino al secolo XVI in cui si pubblicarono nel libro “Lignum Vitae” dello storiografo benedettino Arnold Wion. Secondo l’Abate Cucherat (1871), San Malachia scrisse la profezia a Roma, tra gli anni 1139 e 1140 quando visitava il Papa Innocenzo II per riportare i temi della sua diocesi. Allora consegnò il suo manoscritto al Papa per consolarlo dalle sue tribolazioni. Il Papa conservò il manoscritto negli archivi romani dove rimase dimenticato fino alla sua scoperta nel 1590 (Cucherat, “Proph. della succession da' papes”, ch. XV). 

Gli ultimi Papi.

  • “Crux di Incrocio” (Croce di Croce). Pio IX (1846-1878)
  • “Lumen in cadilo” (Luce nel cielo). Leone XIII (1878-1903).
  • “Ignis ardens” (Fuoco Ardente). Pio X (1903-1914)
  • “Religio Depopulata” (Religione devastata). Benedetto XV (1914-1922).
  • “Fides intrepida” (La Fede Intrepida.) Pio XI (1922 –1939).
  • “Pastore angelicus” (Pastore angelico). Pio XII (1939-1958). Riconosciuto come un gran intellettuale e difensore della pace.
  • “Pastore e nauta” (Pastore e navigatore). Giovanni XXIII (1958-1963). 
  • Giovanni XXIII fu Cardinale di Venezia, città di navigatori. Condusse la Chiesa al Concilio. Vat II.
  • “Flos florum” (Fiore dei fiori). Paolo VI (1963-1978). Il suo scudo contiene il giglio, il fiore dei fiori.
  • “Di medietate Lunae” (Della Mezza Luna). Giovanni Paolo I (1978-1978). Il suo nome era “Albino Luciani” (luce bianca). Nacque nella diocesi di Belluno, dal latino bella luna. Fu scelto il 26 agosto del 1978. La notte dal 25 al 26 la luna era in “mezza luna”. Morì dopo un'eclissi della luna. Anche la sua nascita, la sua ordinazione sacerdotale ed episcopale accaddero in notti di mezza luna.
  • “Di lavori solis” (Della fatica o lavoro del sole). Giovanni Paolo II (1978-2005). Nei giorni della sua nascita e morte ci furono eclissi solari. Karol Wojtyla verrà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese dell'est (levante del sole); ma c'è anche chi ha appuntato l'attenzione sull'enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo ed ha portato la Chiesa a possedere un "regno" su cui sembra non tramontare mai il sole. Meno probabile appare invece l'interpretazione secondo cui Giovanni Paolo II veniva da quella Cracovia in cui Copernico "faticò" per dimostrare la validità del suo sistema eliocentrico.
  • “Gloria Olivae” (La gloria dell'olivo). Benedetto XVI (2005 -2013). Prende il suo nome da San Benito e Benedicto XV. Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell'ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: "egli", ha detto Ratzinger, "fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio". Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell'ordine benedettino sono noti anche come "olivetani". Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell'Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall'ingresso in Gerusalemme fino all'arresto!
  • “Petrus Romanus” (Pietro Romano). L'ultimo papa prima della fine del mondo. Il nome è quanto mai suggestivo: mentre Pietro I fu il primo pastore della Chiesa cattolica, detentore delle chiavi del cielo, Pietro II dovrà restituire il mandato e chiudere per sempre le porte del mondo. A quest'ultimo papa che chiude la profezia, Malachia ha voluto dedicare non un solo motto, ma alcuni versi latini: "In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."  

Dunque, il Pietro Romano sarà l'ultimo Papa poiché nel suo regno avverrà la fine. La fine di cosa non si sa, potrebbe anche esserci una svolta nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Chissà, forse un papa di colore o, perchè no, una papessa!!!

Ma c’è anche lo spettro di Satana: sommando i giorni che mancano alla fine del Pontificato di Benedetto XVI si ottiene il numero 18 che altro non è che la somma di 6+6+6 = 666 il numero di Satana, la Bestia che s’impossesserà del mondo.
Tutto questo è davvero misterioso e pensare al Codice da Vinci con i segreti dell'Opus Dei è inevitabile. Le dimissioni del Papa avvengono dunque per il senso d’incapacità a fronteggiare adeguatamente la crisi che sta colpendo la Chiesa, flagellata negli ultimi tempi da scandali di grossa portata: dalla vergogna dei preti pedofili, alle tensioni con il mondo islamico provocate anche delle gaffes di Ratzinger contro il profeta Maometto in un discorso tenuto a Ratisbona nel 2006 e con il mondo ebraico, per la decisione di beatificare Papa Pio XII, ovvero il Papa  che ha steso il velo del silenzio sulla Shoah. A destare stupore, inoltre, è stato il ritorno alle messe in latino e la cancellazione della scomunica ai lefebvriani, il ridimensionamento del Concilio Vaticano II nell’ottica della "ermeneutica della continuità" e per finire gli scandali interni al Vaticano stesso, che hanno portato al controverso licenziamento del presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi , uomo dell’Opus Dei imposto alla testa dell’Istituto proprio da Benedetto XVI. La vicenda ha dato vita ad uno scontro intestino all’interno della Commissione cardinalizia che si concluderà il 23 febbraio con la fuoriuscita dei cardinali Attilio Nicora e Laois Tauran, poco in sintonia con il Camerlengo Tarcisio Bertone) . Lo Ior ( Istituto per le opere Pie), nel 2010 è stato accusato di violazione delle norme antiriciclaggio e in questi ultimi giorni è saltato agli onori della cronaca in merito all’acquisizione della Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena.
Un altro tassello al complicato mosaico è stata la vicenda del "corvo", che in due anni ha sottratto, fotocopiato e diffuso documenti segreti del Papa, oltre che un assegno di 100 mila euro intestato al Pontefice, una pepita d’oro e una preziosa edizione dell’Eneide del 1581.
Tra tutti i vizietti della Chiesa, quello della pedofilia, per ammissione dello stesso Pontefice durante una visita a Malta, è stato “una vergogna” per la quale ha chiesto solenne perdono , affermando che– “Gli attacchi contro la Chiesa non vengono solo dall’esterno ma anche dai peccati interni alla chiesa”. Come non ricordare inoltre la squallida vicenda che ha coinvolto il vescovo irlandese James Moriarty, accusato di violenze sessuali  nella diocesi di Dublino, o quella che ha come protagonista il vescovo Bruges Roger Vangheluwe il quale ha ammesso di aver violentato un ragazzo, o il vescovo Walter Mixa che era solito picchiare dei bambini. 

Ratzingher, nel suo discorso pronuncia una frase sibillina che dice tutto e niente: "Mi ritiro per il bene della Chiesa." Che cosa avrà voluto dire o far capire? 
Di sicuro questa rinuncia, rappresenterà una svolta epocale nella Chiesa e nella società, laddove il Papa viene considerato come il vicario di Cristo e chiamato Santo Padre, capace di sopportare la croce fino alla fine, ci si ritrova con un uomo che abbandona i suoi figli! Ecco perchè nessuno di noi, cattolico o no, potrà mai dimenticare Papa Karol Wojtyła sofferente sull'altare fino alla sua morte. Ma, forse, il sacrificio di Papa Benedetto XVI è altrettanto alto e lo capiremo domani. Come scrisse il Manzoni : "Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza..."


Antonella Di Pietro©

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