Il presidente della Regione Siciliana è stato accolto nella città dello Stretto come un novello Messia depositario del Verbo e di tutte le soluzioni possibili e inimmaginabili che affliggono la Sicilia ormai da tempo immemorabile.
Il Teatro Vittorio Emanuele era gremito, malgrado la lunga attesa sotto la pioggia, visto che il nostro si è presentato ieri con notevole ritardo (dalle 17,30 è arrivato alla 19,00). Chissà, forse dopo Cuffaro e Lombardo si respira aria di cambiamento, anzi di rivoluzione come ama dire Crocetta e, quindi, ecco che lavoratori dei Servizi sociali, della Triscele, dell’Atm, della Sicilia Limoni e dell'orchestra del Teatro V.E. insieme a tanti altri casi drammatici come l'elettrodotto di Terna e il Muos di Niscemi, sono accorsi per avere un messaggio di speranza.
Riguardo agli orchestrali ha detto: “Per lo stato in cui versa oggi il Teatro Vittorio Emanuele, gli orchestrali e i suoi dipendenti, non si può dar colpa alla Regione per non aver concesso i fondi necessari quando non si è riusciti a portare a termine la normale amministrazione”.
E con questa frase declina ogni responsabilità.
Ma è stato abbastanza convincente quando si è così espresso: "Non c’è siciliano che non conosca Messina, chiunque almeno una volta nella vita è dovuto passare da qui. Negli ultimi tempi mi capita di venire spesso in questa città ma con molta sofferenza. E’ la sofferenza che mi trasmettono quei tanti cittadini che non ce la fanno più. Messina era una delle città più produttive d’Italia, questa terra ha un fascino che in Europa solo Istanbul può vantare, per non parlare delle infinite potenzialità economiche di questo porto. In questi anni l’azione malevole dell’uomo ha creato dei danni enormi; i disastri di Saponara, e di Giampilieri non sono calamità naturali sono disastri causati dal malaffare! Le vittime di Giampilieri sono paragonabili alle vittime della mafia, in quanto vittime di un modo scellerato della gestione del territorio".
Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che Crocetta è "passato" da Messina per presentare il Movimento il Megafono con i propri candidati al Senato della Repubblica alle prossime elezioni.
Infine, tra applausi scroscianti, il nostro Governatore lascia Messina chiosando: "Se la politica non si interessa dell’essere umano di cosa si occupa? La buona politica si occupa della gente. Per la gente e con la gente noi ripartiremo. La nostra rivoluzione sarà demolire e ricostruire. Dobbiamo demolire e ricostruire insieme, il concetto fondamentale è lavorare pensando al futuro".
Noi chiudiamo sperando che non siano solo belle parole e che davvero ci possa essere un futuro migliore per questa "amara terra mia" come cantava Modugno ma perchè ciò avvenga, forse, la Sicilia dovrebbe imparare a recitare meglio il rosario!
Antonella Di Pietro©Diritti Riservati