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SUL PARCO ARCHEOLOGICO DI SEGESTA VOLI IN MONGOLFIERA

TRA CIELO E STORIA VOLARE SULL'ARTE Dal 16 al 20 luglio una mongolfiera colorata si alzerà in volo vincolato, ovvero con il pallone anco...

TRA CIELO E STORIA VOLARE SULL'ARTE



Dal 16 al 20 luglio una mongolfiera colorata si alzerà in volo vincolato, ovvero con il pallone ancorato a terra, sul Parco archeologico di Segesta. Un'esperienza del tutto inedita che i visitatori potranno vivere dalle 19.30 alle 22, per una durata di dieci minuti, in gruppi di massimo 5 passeggeri per volta, bambini inclusi, oltre al pilota. Si raggiungerà un’altezza massima di 15/20 metri. Nell'occasione, sarà aperta in questa stessa fascia oraria anche l'area del tempio dorico con biglietto ridotto.


«Un modo nuovo e coinvolgente di vivere il parco, un’esperienza immersiva – dice l’assessore ai Beni culturali e all'identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – che unisce il fascino della vista serale alla suggestione di una prospettiva diversa, regalando ai visitatori uno sguardo unico sul sito, sospeso tra cielo e storia».



Il Parco Archeologico di Segesta sorge sul sito della più importante città elima di Sicilia. Il territorio della città antica si distingue per la presenza di due acropoli posizionate sulle cime del Monte Barbaro: già a partire dalla fine del secolo VI a.C. questa particolarità consente di attestare le linee di difesa lungo i settori meno accessibili dei rilievi, provvedendo a fortificare artificialmente con porte, torri e muragliere i punti più esposti alle incursioni, mentre restano tagliati fuori dal circuito difensivo il Tempio Dorico ed il Santuario Demetriaco di Contrada Mango, frequentato tra VI e V sec. a.C.. L'importanza ed il ruolo rivestito da Segesta nel panorama del Mediterraneo antico è documentato dai rapporti diplomatici intrattenuti con città di primissimo piano come Atene e Cartagine, con le quali stringe accordi per contrastare le mire espansionistiche di Selinunte.

Tuttavia, nel 409 a.C. la città viene conquistata dai Cartaginesi e con buona probabilità il mancato completamento del Tempio Dorico è proprio da imputare a questo episodio. Nel 307 a.C. la città viene distrutta dal tiranno siracusano Agatocle, e rifondata col nome di Diceopoli. Nel Corso della Prima Guerra Punica, riabilitato l’antico nome, la comunità si schiera con Roma e in virtù della comune discendenza troiana ottiene l’esenzione dai tributi: ripianificata urbanisticamente, Segesta assume un impianto scenografico similare a quello delle grandi città d’Asia Minore. A cavallo tra I sec. a.C. ed il secolo successivo, il settore difensivo nell’area di Porta di Valle cade in disuso e sui suoi ruderi viene innalzato un frantoio: le difese arretrano, e si attestano sui settori nord e ovest mediante mura di cinta che terminano con gli accessi fortificati di Porta Teatro e Porta Bastione. 

L’acropoli Nord è un’area densa di storia. Presso la terrazza superiore dell’agorà è localizzato il bouleuterion cittadino. È possibile datare il teatro al II sec. a.C.: oltre a sorgere in un punto molto scenografico, lungo il lato occidentale la struttura ingloba una grotta che è sede di una fonte sacra, già al centro di particolari culti in epoca preistorica. L’edificio poteva accogliere fino a 4000. La frequentazione del contesto continua anche dopo le incursioni vandale. Nel XIII secolo in quest’area si struttura un palazzo coevo al vicino castello, innalzato nei pressi del teatro: questa fase di frequentazione del sito viene messa in relazione alla presenza di genti arabe. 

Sempre nel XIII secolo viene a strutturarsi anche il “castello”, abitazione fortificata con cortile in cima all’acropoli afferente però ad una occupazione da parte di genti di credo cristiano: le evidenze relative agli elementi arabi sembrano cessare. Anche la frequentazione del castello non sembra superare la metà dello stesso secolo. Sempre tra XII e XIII secolo viene edificata una basilica funzionale all’abitato: nei pressi viene ricavato anche un cimitero cristiano che reimpiega precedenti abitazioni, afferenti alla frequentazione araba. Nel 1442 la comunità cristiana di Calatafimi finanzia la costruzione della cappella rurale a navata unica di San Leone, edificata sui ruderi della precedente basilica e abbandonata appena tre secoli dopo.

Il progetto è della società campana Volare sull’Arte, impresa sociale nata con lo scopo di promuovere siti di interesse artistico, storico, architettonico e paesaggistico, attraverso l’offerta di un “diverso punto di osservazione”. La mongolfiera è dotata di porta per l'accesso e quindi idonea anche ai passeggeri con disabilità. È consigliato un abbigliamento comodo e scarpe dalla suola piatta, inoltre non è possibile portare a bordo passeggini. I voli saranno effettuati in ottemperanza alle regole sulla sicurezza e alle direttive dell'Enac. Non si volerà in caso di vento forte e maltempo nella zona.

Per ulteriori informazioni e per l'acquisto dei biglietti è possibile consultare la pagina dedicata all'iniziativa sul sito di CoopCulture.


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