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I MEGALITI DELL’ARGIMUSCO TRA STORIA, SCIENZA E MITI


Nel Salone delle Bandiere del Comune di Messina, venerdì 2 dicembre, alle ore 16:30 si terrà un convegno su "I Megaliti dell'Argimusco tra Storia Scienza e Miti", organizzato dall'Associazione Siciliana Arte Scienza (ASAS) presieduta dall'artista Flavia Vizzari che spiega: "Il convegno tratterà dalle tematiche di geofisica e archeoastronomia della civiltà megalitica dell’Argimusco, alle erbe officinali presenti nel sito, esponendo le corrispondenze storiografiche e toponomastiche del pianoro montalbanese".

Locandina
All'evento sono stati invitati il sindaco di Messina, Renato Accorinti ed il sindaco di Montalbano Elicona, Filippo Taranto. Relatori del convegno: Gaetano Maurizio Pantano, già docente di Storia dell'Arte, storiografo del Megalitismo e autore di saggi sull’argomento, ritenuto tra i massimi esperti italiani della civiltà megalitica, esporrà i riscontri archeoastronomici sui megaliti; Nicola D'Amico, dottore in Scienze Naturali, guida naturalistica e turistica e geologo, argomenterà sulle piante ieratiche presenti sull’altipiano. A Giovanni Albano, medico Asp 5 e cultore di Storia Medioevale, presenterà la relazione finale sulle pertinenze storiografiche del sito di Montalbano. Modera Alba Terranova. La visione delle immagini fotografiche relative alle rocce dell’Argimusco, sarà sottolineata dal Maestro Giorgio Accetta, informatore scientifico, diplomato al Conservatorio Musicale, che eseguirà dei brani del ‘700 riadattati per chitarra classica.

Enunciazione dei relatori: Prof. Pantano, "Studio Archeoastronomico  del  sito megalitico  dell’Argimusco". Dott. D’Amico, “Le piante ieratiche, aromatiche e medicinali dell’Area sacra dei Megaliti dell’Argimusco tra scienza e miti, per cogliere i profondi rituali propiziatori pertinenti alla frequenza del mistico luogo nel corso dell’anno e durante gli equinozi e i solstizi. Fruizione turistica dell’Argimusco: valenze, criticità e problematiche”. Dott. Albano, "Cenni storiografici e fonti cartografiche dell’Argimusco e di Montalbano".

L'Argimusco è un altopiano che si trova in Sicilia, nella provincia di Messina, poco a nord dell'Etna, tra i monti Nebrodi e Peloritani e ai confini con il territorio di Tripi (che sorge sul sito dell'antica Abacaenum) e Roccella Valdemone. E’ possibile raggiungere l’Argimusco da Montalbano Elicona seguendo le indicazioni per il Bosco di Malabotta dove sorgono numerosi roccioni di arenaria quarzosa modellati in forma curiosa e suggestiva meglio conosciuti come i Megaliti dell’Argimiusco. Alcuni ritengono che le forme dei megaliti, rappresentanti figure antropomorfe e zoomorfe, e la loro disposizione siano dovute all’azione degli agenti atmosferici, altri invece li riconducono all'azione dell'uomo del Neolitico, ovvero ritengono che si tratti di antichi Menhir. L'uomo del Neolitico, infatti, avrebbe attribuito a questi enormi blocchi di pietra significati legati al culto della Dea Madre e ai riti della nascita, della vita e della morte. Si tratta di un luogo dove la terra si unisce al cielo formando il paesaggio sacro per eccellenza, ecco perché si ritiene anche che in tale sito si celebrassero in passato anche riti sacri. 

Aquila
Molto probabilmente le rocce megalitiche e l’intero paesaggio furono scelti per praticare l’astronomia, per decifrare i movimenti degli astri, giungendo a scoprire l’alternarsi delle stagioni e fissare le basi per un pratico e utile calendario. Potrebbero avere avuto funzioni analoghe a quelle dei grandi calendari di pietra del nord Europa, e dunque celano una storia antichissima e sconosciuta. Ecco perchè il sito viene equiparato da alcuni studiosi alle grandi strutture megalitiche dell'Europa settentrionale, e per questo motivo viene definita da molti come la "Stonehenge Siciliana". L’escursione ai Megaliti di Montalbano propone, tra l’atro, un viaggio nella mitologia greca alla scoperta del Mito di Demetra. Sull’Argimusco sono presenti anche i “cùbburi”, particolari costruzioni in pietra dalla struttura a “thòlos”, legate al sistema di vita agro-pastorale dell’altopiano. 


A.D.P. 


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