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DIMITRI SALONIA, IL DEMIURGO DEL COLORE

Raccontare Dimitri Salonia non è un’impresa facile specialmente per chi come me non lo conosce personalmente da molto. Ho imparato a conoscere però la sua parte più intima, segreta, essenziale, primordiale, il prodotto più immediato della sua anima: la sua Arte. 



Osservando le sue creazioni si è immediatamente trascinati dall’impeto della sua passione, travolti dall’espressione cromatica disegnata dalla luce in movimento. E questo lui lo sa; sa esattamente, quando dipinge, ciò che vuole comunicare e lo fa con una immediatezza, una spontaneità e una genuina volontà di essere compreso. Il suo scopo è condividere con chi lo guarda le sue emozioni, la sua esplosiva, pirotecnica energia, la sua vitalità, la sua gioia di vivere o “Joie de vivre” come dice Vittorio Sgarbi nella prefazione della monografia che c’introduce magnificamente nel mondo e nell’Arte di Dimitri Salonia, nel suo universo di soffi d’aria di colori in movimento che disegnano attimi sempre diversi che non si ripeteranno mai e con l’illusione che fermandoli sulla tela acquistino la staticità dell’eternità.

Giusto un’illusione, poiché l’attimo di Dimitri non si ferma, non si cristallizza sul supporto pittorico, vive e vivrà di vita propria per sempre e per sempre trasmetterà quella gioia di vivere, la sua energia, la sua passione, le sue emozioni, scavandoci nell’anima solchi di commozione con i suoi strumenti dell’arte, i suoi pennelli, le sue spatole, le sue stesse mani. Oggetti, volti in movimento, l’attimo in cui un volto si sposta nel tempo e nello spazio, appare e scompare alla vista, lasciando la sua impronta che è l’impronta della Grande Anima Universale di Salonia. E’ anima, è Pneuma, soffio vitale eterno del Demiurgo Salonia. La sua pittura è demiurgica, è potenza creatrice, è intelligenza ordinatrice dove il colore è materia vivificata dall’anima e trasforma la materia pittorica in un universo, in un immenso organismo vivente. 

E’ in esso che si riflette l’armonia del mondo delle idee fatte arte dal demiurgo Salonia, artigiano divino dotato di intelletto e volontà il quale essendo buono e generoso, amante del bene e del bello, mette ordine tra le cose del mondo. Il demiurgo genera anche il tempo che è l’immagine mobile dell’eternità poiché riproduce, col succedersi degli eventi, l’ordine che c’è nell’eternità quale artefice delle cose naturali, e il demiurgo Salonia ha superato il dilemma dell’action painting, il dilemma espressionista tra eternisti ed attivisti. Ha abolito ogni distinzione non solo tra arte e vita, ma tra quello che si ricorda e quello che si vede, dal momento che tutto si attualizza in spettacolo-evento in cui l’IO si svolge contemporaneamente ai “detriti e alle scintille per l’eternità” come dice Luigi Tallarico nella sua critica. 

Il demiurgo Dimitri Salonia, con le sue stesse mani attraverso i colori, crea e trasmette le più intense sensazioni. Quando versa il colore direttamente sulla superficie da dipingere che funge da supporto materico alle sue emozioni, alle sue sensazioni, il colore versato crea una macchia che misteriosamente contiene già in sé il quadro oramai fatto, proprio come suo nonno gli aveva trasmesso “quando hai creato la macchia, il quadro è già fatto”. Il demiurgo Salonia riconosce la bellezza della natura e al suo richiamo risponde con l’amore. L’amore per la pittura che gli fa fermare il tempo, dilatare lo spazio…

L’amore per gli altri: per il suo prossimo al quale si dedica e si porge senza remore con la sua generosità coinvolgente di uomo e di artista nelle esperienze di pittura collettiva, superando così ciò che il nonno, l’apprezzato pittore Michele Amoroso, definiva “la lezione muta” e cioè che quando si hanno cose importanti da dipingere gli artisti si debbano rinchiudere nello studio per non rivelare al mondo i propri segreti. Invece è importante per Dimitri Salonia insegnare agli altri, spinto com’è dal desiderio di comunicare, di condividere la sua espressione creativa e il linguaggio che usa per la sua comunicazione è semplice, immediato, spontaneo, ma allo stesso tempo misterioso, esoterico. 

Alexandra Rendhell

Il colore, esplosivo, passionale, caldo, è luce, è “Eros” che diventa “Libidine” e cioè un incontrollato desiderio di colore. Ogni linea, tratto-colore assume un significato e lo fa con una semplicità elegante, leggera, aerea. Questa ariosità della pittura di Salonia è nel suo DNA; non dimentichiamo suo nonno Michele Amoroso, arrivato a Messina nel 1908, che pose le basi della “Scuola Coloristica Siciliana” e della “Libidine del colore”. Tecniche e modus operandi che Dimitri svilupperà e perfezionerà nel corso degli anni, dove si fondono tradizione e modernità, figurazione ed astrazione, regole ed anarchia della scuola napoletana e dell’impressionismo francese con degli estremi anche iperrealisti.

"Dimitri Salonia e la Belle Epoque" di Dimitri Salonia, una monografia che per la verità è più una biografia, la storia di una vita, un romanzo illustrato, affascinante e coinvolgente di un uomo straordinario, di un artista raffinato e delicato, com’è delicata la sua anima che mantiene inalterata la freschezza e l’incanto dell’infanzia, ma soprattutto l’amore e la gioia per la pittura. Una storia dove Dimitri Salonia stesso e gli amici, critici d’arte, poeti, giornalisti, accompagnandoci nel viaggio meraviglioso nella galleria dei suoi quadri, raccontano eventi accaduti e dimenticati, ma soprattutto i fatti che non si devono raccontare “per pudore o per convenienza” come lui stesso scrive. Un uomo, un artista che non ha paura di svelarsi completamente, di mettersi a nudo raccontandosi anche nei suoi tratti più intimi e personali. 

Un uomo ironico che ha già preparato il suo epitaffio e il suo testamento spirituale: dove “lascia in eredità una tegola rotta, un albero, il frammento di un’anfora greca, una melodia pucciniana, ma - cosa più preziosa - il ricordo di sé”. Un uomo eccezionale, specie per i tempi che stiamo vivendo, che non ricerca la fama, il denaro, ma che anzi è alla ricerca della povertà: “Tre sunnu i potenti, u re, u papa e cu nun avi nenti”. Frasi come queste fanno sorridere i nuovi Billionaire, ma che a noi, anime elette nella tormenta dell’indifferenza, fanno riflettere e ci scavano dentro e scorrono come acqua chiara e limpida dissetante per lo spirito, che non ci fanno sentire soli e ci fanno esclamare “meno male! ancora esiste qualcuno di vivo e vero, appassionato amante della vita”

Vivere intensamente gli attimi semplici della vita, sognare e godere delle piccole cose, di ciò che “non vale niente”, delle cose di “nessun valore, di quelle cose di cui, solo quando le perdiamo, realizziamo la loro importanza, delle Myricae” di pascoliana memoria. “Non omnes arbusta iuvant humilesque myricae”, Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici, recitava Virgilio nelle Bucoliche. Ma Dimitri Salonia le ama, le comprende, le assapora e vuole condividerle quotidianamente, poiché per Dimitri l’arte è assaporare il gusto della vita, è condivisione. Attimi diversi che non si ripeteranno mai più. Ecco da dove nasce la necessità di fermarli sulla tela con la speranza di fissarli per sempre, con l’illusione di esorcizzare così l’ansia della fine. 

E si sa che con il passare del tempo si cambia, ci si evolve, ci si modifica e ci si rivolge verso nuovi orizzonti del gusto, a nuove espressioni poetiche del suo sentire l’Arte, un’arte disegnata dalla luce riflessa degli ombrelloni dei mercati rionali, che racconta i colori della violenta e sublime realtà dei mercati siciliani. I mercati siciliani di Salonia pulsano di vita, e Salonia con rara maestria, da vero alchimista, trasmuta i suoni in colori accesi di un grido di banniata o in quello arrabbiato della concorrenza… E Salonia, non solo poeta del colore, racconta: “…ho visto con l’anima e con i sensi il rosso dei teloni e il grigio della pioggia, trafitti da un raggio di sole, ho sentito l’acre tinta del marcio degli scarti e dell’olezzo dei rifiuti, mentre il sole ricamava con aghi impazziti di luce, merletti di colori splendenti delle arance di Sicilia sulla frutta e sulla verdura che si mostrano ogni giorno, nude ed impudiche” …Poesia, gioia di vivere, colore… questo e altro ancora sono i mercati siciliani di Salonia.

Ma Dimitri Salonia non è solo poesia, colore, emozioni, soffi d’anima poetici. Dimitri Salonia è un uomo d’azione, sensibile, generoso, che ama condividere e rendere partecipe gli altri dell’esperienza spirituale della sua arte poiché è convinto che ogni forma d’arte, se condivisa, si radichi nel cuore della gente e germogli, moltiplicando la sua potenzialità unificatrice ed educativa. La potenza della sua comunicazione visiva attraverso il colore e la trasmissione generosa della sua gioia di vivere sono il messaggio ai giovani, ai bambini di credere ai propri sogni e lavorare sodo per realizzarli, in quanto mezzi formidabili per superare il disagio esistenziale, l’emarginazione, il degrado, dimostrando che c’è un’alternativa alla miseria e al delitto. Impegno che lo vede realizzare murales sulle facciate delle case popolari in zone periferiche o dipingere la festosità dei suoi mercati su un muro dell’atrio di una scuola elementare o strappando all’abbandono e al degrado, infondendo nuova linfa a luoghi della sua Messina, coinvolgendo in questo progetto poeti, scrittori, musicisti, pittori, professori e gente comune, con la ferma convinzione che l’arte sia condivisione, fusione di anime.

Un impegno che si sintetizza in una sua splendida frase: “Ama la vita come una battaglia e la morte come un’avventura”. E Dimitri Salonia è un combattente appassionato che, armato degli strumenti della sua arte e del colore, denuncia, combatte e crede nei propri sogni più che mai in un momento di presa di coscienza che i tempi che si vivono sono difficili, pieni di angoscia esistenziale, incertezza, paura, violenza, instabilità, apprensione per un futuro che non si preannuncia così roseo. Ed ecco che ci propone una sua personalissima interpretazione dell’abbattimento delle “Twin Towers” a cinque anni di distanza del loro crollo. Decontestualizza il tragico fatto, non giudica, non considera vittime e carnefici, va oltre non lasciandosi trascinare dall’ovvietà dell’emotività del momento. Non è l’Islam contro l’occidente, ma è il “Giudizio degli dei” che si è manifestato nella concretizzazione di un eccidio senza precedenti per le conseguenti tensioni politiche e sociali generate e di nuovi equilibri e rapporti tra popoli. Così una tragedia immane diventa una sconvolgente festa di colori, un messaggio simbolico di speranza in un mondo migliore. 

Simbolo, metafora, come nella sua splendida “Allegoria della giustizia”. Opera permeata di simbolismo. Un simbolismo poderoso che stimola le due istanze principali dell’essere umano: la sua volontà di potenza e il bisogno innato di sopravvivere, affermarsi, essere amato e il sentimento sociale, il desiderio di cooperare con la comunità a livello di azione, compenetrazione emotiva. Aspetti cari a Dimitri Salonia, uomo di legge e artista. Sono opere importanti, poiché cosa più dell’immagine simbolica riporta alla luce ombre e desideri nascosti o trasforma le persone normali in eroi, accendendo la loro fantasia e la loro voglia di avventura? Ci sono sentimenti, emozioni, realtà interiori del proprio vissuto che non è possibile comunicare a noi stessi e agli altri, se non ricorrendo ad immagini descrittive, simboliche, metaforiche, codificate e decodificate, coscienti ed incoscienti che si manifestano attraverso l’IO creativo pittorico, vero laboratorio spirituale nel quale l’Alchimista Salonia fa i suoi esperimenti trasmutativi, veicolando un messaggio che trascende non solo se stesso, ma la stessa motivazione che lo spinge ad esprimersi artisticamente.


Alexandra T. F. Rendhell



“Con i pastelli ho scritto del colore sofferto dell’ultimo mercato, ho registrato il calore variopinto del suono delle sue voci, ho fermato il brillio variopinto e gioioso della merce di prima scelta e quello smorto della privazione, ho registrato il colore acceso delle grida di “banniata” e quello arrabbiato della concorrenza, ho visto  con l’anima e con i sensi il rosso dei teloni e il grigio della pioggia, trafitti da un raggio di sole, ho sentito le acri tinte del marcio degli scarti e dell’olezzo dei rifiuti. I mercati hanno smascherato la tragica allegria, analizzando le reti misteriose e molteplici  dell’anima malinconica dei siciliani. Ho fermato il perpetuarsi e l’espandersi di quel grido di mercati lacerati dal tempo, ancora vivo sotto i rossi ombrelloni che immersi e sommersi nella solitudine di un apparente letargo, si accendono di qualche rara figura di un uomo e di donna, fino a creare l’animazione di una folla ancora muta, dove il singolo si perde in trasparenze luminose” Dimitri Salonia

L'artista messinese Dimitri Salonia, fondatore della Scuola Coloristica Siciliana, ha presentato questo mese all'Expo 2015 di Milano un evento su "I mercati siciliani e l'Arte: tradizioni della cultura culinaria del cibo da strada. Risvolti sociali ed etnoantropologici" con l'intento  di offrire una visita guidata alla storia e alle tradizioni della Sicilia attraverso il cibo e l'arte. Salonia, infatti, ha illustrato le manifestazioni popolari dei più noti mercati siciliani, già descritti in passato anche da Gesualdo Bufalino e dipinti da Renato Guttuso nella sua celebre "Vucciria". Per esaltare le sue opere è stata anche realizzata un'installazione multimediale che ha ricreato l'atmosfera di un vero mercato siciliano all'interno dell'esposizione milanese. 


A.D.P.

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2 Commenti
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  1. Un artista di spessore, un interprete di primo piano della realtà siciliana..

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  2. Credo quanto sia difficile aggiungere ancora delle riflessioni sull'Amico Dimitri, uomo semplice, saggio ,ben razionale e silenziosamente raccolto sulle bellezze naturali pur delle piccole cose, sui micro organismi apparentemente invisibili. Nipote d'arte ed intelligente ha raccolto l'eredità del nonno con amore e passione ha ripreso lo stile della pittura d'inizio secolo '900 d'impronta francese ,rafforzando nei colori accesissimi e ben caldi il suo carattere aperto, lineare e sociale. Con Enzo Ocera in Europclub, abbiamo discusso del suo estro in quel suo gran 'capannone', apparentemente disordinato di mille oggetti, tessuti su sedie e scale in mezzo alla sala...- L'arte non ha ordine, scivola, scorre con impeto, essa emerge dal profondo...- L'isola di Salina è in lui,intensamente dolce e lo abbraccia assieme a noi : piccoli uomini di 'breve' spettacolo. La sua voce sottomessa e levigata è già intensa pennellata...è viva traccia di temi che 'timbrano' tele,pareti, barche e tessuti appesi e dondolanti, sciorinati su un lindissimo filo. La raccolta di esperienze di vita ,lo rendono ancora più vicino ad un verismo di sostanza..., che chiede partecipazione all'osservatore...- Nei dipinti dei paesaggi e dei mercati ,si legge, si sente ,il respiro e 'la voce degli uomini' , tanto ben descritta da I.Buttitta. Noi siciliani e messinesi siamo onorati di poter 'godere' di ogni espressione vivace e verace di un cultore di diritto , assai bene ordinato nelle originali tinte del nostro già coloratissimo paesaje. Grazie Dimitri, a presto. Roberto Lo Presti (Governatore di Sicilia 1 in Europclub) --

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