Page Nav

HIDE

Grid

GRID_STYLE

Hover Effects

TRUE

Breaking News:

latest

GERACI SICULO SI CANDIDA A BORGO DEI BORGHI 2021. FACCIAMO VINCERE LA SICILIA!

Riparte l’appassionante sfida tra i Borghi più belli d’Italia. Domenica 4 aprile – Rai3 – Prima Serata Giunge all’ottava edizione il program...


Riparte l’appassionante sfida tra i Borghi più belli d’Italia. Domenica 4 aprile – Rai3 – Prima Serata


Giunge all’ottava edizione il programma "Il Borgo dei Borghi" di grande successo che ha permesso ai telespettatori di scoprire posti bellissimi, divenuti mete turistiche tanto frequentate quanto quelle più tradizionali. Appena sarà possibile, torneranno ad essere mete ambite per appassionati d’arte, cultura e gastronomia. La serata in onda domenica 4 aprile, condotta da Camila Raznovich, vede sfidarsi 20 Borghi, uno per regione. Si vota fino a domenica 21 marzo alle ore 23.59, e solo votando si potrà portare alla vittoria il proprio borgo preferito. La giuria di esperti 2021 è composta da: Rosanna Marziale, chef stellata e protagonista canale tv Food Network; Mario Tozzi, geologo e conduttore di “Sapiens” su Rai3; Jacopo Veneziani, professore, divulgatore e dottorando in Storia dell’Arte alla Sorbona di Parigi.


Per la Sicilia tra i Borghi quello di Geraci Siculo (Jiraci in siciliano) in provincia di Palermo. Nel suo centro storico vivono 1004 persone. L'origine del suo nome è greca, deriva da Jerax, avvoltoio, e allude alla sua antica origine come luogo fortificato, come impervia Rocca sorvolata da uccelli rapaci. Fa parte del Parco delle Madonie, è incluso nel club de I borghi più belli d'Italia ed è in possesso del marchio di qualità "Comune fiorito". 


Chi dal mare di Cefalù sale verso la montagna per una visita ai paesi del Parco Regionale delle Madonie, dopo Castelbuono attraversa una magnifica sughereta e si trova di fronte l’immagine di un gruppo di case dominato dai ruderi di un castello. Geraci Siculo, adagiato sulla schiena rocciosa di un colle, ha una struttura urbanistica di strade strette e tortuose, vicoli e cortili, dove ancora è evidente l’impronta medievale. Il territorio di Geraci Siculo fu abitato sin dall'epoca preistorica, come testimoniano i reperti rinvenuti nelle campagne limitrofe. Oggi questi oggetti sono esposti nel Museo Minà Palumbo di Castelbuono e nel Museo Archeologico di Palermo.


La visita al borgo può iniziare dal bevaio della Santissima Trinità, fatto costruire dal marchese Simone Ventimiglia sulla base di un rettangolo di 20 mt. di lunghezza con due fontane laterali in pietra. Da lì si percorre l’acciottolata via Biscucco per arrivare al castello di probabile origine bizantina, che sotto i Ventimiglia divenne una fortezza militare. Domina sulle rovine, sugli angoli mozzati delle torri e gli squarci nelle feritoie, la chiesa di Sant’Anna, la cappella palatina dei Ventimiglia, dove era custodito sin dal 1242 il teschio di Sant’Anna, poi trasferito a Castelbuono. Subito più in basso è la chiesa di San Giacomo, dove si conservano un prezioso crocefisso ligneo quattrocentesco, un affresco in stile bizantino (sec. XV) e la statua lignea del santo, cinquecentesca. Percorrendo le viuzze medievali si arriva al palazzetto nobiliare in Largo Greco e infine in piazza del Popolo, il salotto di Geraci, su cui si affacciano la chiesa del Collegio di Maria (del 1762, a una navata) e la chiesa Madre.


La Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, consacrata nel 1495 ma di realizzazione più antica, come si desume dal portale della metà del XIV sec., è ricca di opere di grande interesse, come il fonte battesimale in marmo alabastrino della bottega dei Gagini (metà del XVI sec.) e altre splendide statue di marmo della stessa bottega raffiguranti le Madonne della Neve, della Mercede e con il Bambino, nonché le statue in legno di ignoti intagliatori siciliani del XVII e del XVIII sec. Monumentale è il Coro ligneo del 1650, così come degna di nota è l’Annunciazione databile alla fine del cinquecento e attribuita a Jacopo da Empoli, allievo del Vasari. Da visitare, inoltre, il tesoro esposto nella cripta, che raduna importanti suppellettili liturgiche d’oro e d’argento – tra cui un raffinato ostensorio, opera trecentesca di oreficeria toscana – e numerosi paramenti sacri finemente ricamati. Continuando per corso V. Emanuele si incontra la chiesa di Santo Stefano con il suo caratteristico campanile a conci policromi. E’ a pianta ellittica e risale alla fine del settecento. Conserva una pregevole scultura lignea di ignoto autore raffigurante Santo Stefano (sec. XV) e una tela attribuita a Giuseppe Salerno (1609), uno dei due artisti madoniti soprannominati lo Zoppo di Gangi.


Un altro itinerario per gli amanti dell’arte può partire, alla periferia nord del paese, dalla chiesa di San Bartolomeo, dove il solito anonimo ma esperto intagliatore ha scolpito nel legno policromo il santo cui è dedicata la chiesa (sec. XVII). Superbo, qui, è il polittico marmoreo sull’altare maggiore (metà del sec. XVI). La bottega dei Gagini offre un altro capolavoro in marmo policromo nel trittico dell’altare maggiore della chiesa di Santa Maria La Porta, costruita nel 1496, che si trova poco oltre, sulla via San Bartolo. Al trittico si somma in questa chiesa un’altra eccellente scultura in marmo, la Madonna con il Bambino, attribuita a Domenico Gagini (1475). Si devono a maestri siciliani le sculture di legno dipinto; notevole e drammatico è il Cristo crocefisso, scultura lignea del XVII sec.; anche la Madonna in trono col Bambino ritorna: questa volta in un affresco del XV sec. Infine, il Polo culturale “MUSeBArch”, ex convento dei Padri Cappuccini, oltre a custodire l’antica biblioteca dei frati, ospita l’Archivio Storico Comunale e il Museo etno-antropologico delle Madonie.


Salendo ancora, s’incontra il Salto del Ventimiglia, un belvedere tutto di in vetro, costruito dove il conte Francesco I Ventimiglia perse la vita lanciandosi con il cavallo nel burrone sottostante; accanto è la chiesa di San Giuliano con il monastero delle Benedettine, e ancora oltre tenendo la destra si arriva in piazza Sant’Antonino con la chiesa dedicata a San Francesco. Scendendo per via Nuova si arriva a piazza Municipio, dove a destra c’è l’antica chiesa di Santa Maria della Catena. Fuori del borgo, infine, sono da vedere la chiesa di Santa Maria della Cava, antico cenobio brasiliano di fondazione normanna (1090), che sembra emergere dal fondo del bosco come una visione d’altri tempi, col suo portale ogivale e i resti di affreschi medievali; e la piccola cappella dei Santi Cosma e Damiano con il suo portale gotico. Qui ogni anno, il 27 settembre, la funzione in onore dei due santi è anche un pretesto per trascorrere una piacevole giornata a contatto con la natura. Molto particolari sono anche le tradizioni del borgo, fra cui almeno vanno ricordate la festa del ringraziamento (dedicata ai Santi Bartolo e Giacomo) e la festa del Crocifisso. Tra le manifestazioni il torneo cavalleresco in costume d'epoca denominato "Giostra dei Ventimiglia ".


Sentieri montani si aprono a poca distanza dal borgo, che è inserito nel Parco Regionale delle Madonie, un’area di grande interesse naturalistico. Le montagne sono incise da profondi canaloni e presentano guglie rocciose, canyon (spettacolare quello di Gonato, sul versante di Castelbuono e Geraci) e le caratteristiche grandi doline (“quarare”) della zona centrale del massiccio. Nel canyon di Gonato ancora vive il raro avvoltoio capovaccaio, così come si trova su queste montagne l’altrettanto rara orchidea dactylorhiza, che fiorisce tra marzo e maggio. Splendide sono le faggete delle Madonie, come quella in zona Cixè, nei pressi di Geraci, a nord del quale si estende anche un bosco di sugheri unico in Sicilia: quando si verifica la decortica dei tronchi, il loro colore rosso contrasta in modo suggestivo con il verde dei rami.


È un paese dedito all'agricoltura e alla pastorizia, la principale attività economica è lo stabilimento per la raccolta e l'imbottigliamento dell'acqua minerale proveniente dalla fonti delle montagne geracesi. In montagna ci sono ancora i “marcati”, luoghi dove i pastori rinchiudono gli armenti e producono i formaggi – ricotta, caciocavallo, il formaggio primosale ripieno di acciughe salate alla brace – che sono dunque ottimi. Come le olive e i pomodori essiccati al sole da mangiare con cubetti di pecorino stagionato arrostiti sulla brace. Solo qui, inoltre, cresce un fagiolo verde largamente usato in cucina, ad esempio con un sugo di carne e patate nel piatto che si chiama a pittrina ca fasola. Altri piatti a base di carne (sasizunedda ca addauro, polpette di carne tritata avvolti in foglie d’alloro) e di formaggio (la tuma con le acciughe e la tuma con lo zucchero). Il ragù di castrato va a condire anche il più tipico dei primi piatti, i maccarruna di casa, una pasta fresca che assomiglia a grossi bucatini. Tra i dolci, quelli di mandorle chiamati serafineddi e vuccunetta, nonché le cassate, ossia un biscotto di una pasta frolla con ripieno di marmellata di zucca o di fichi secchi.


Il rudere del Castello dei Ventimiglia visto dall'alto

Attraversata ancora dai falconi addestrati da Federico II, l’antica capitale dei Ventimiglia è una finestra aperta sul passato e all’aria fresca di montagna. Le campane della chiesa palatina non annunciano più la morte del conte, ma la finestrella con arco trilobato nel castello, l’impronta normanna, l’affresco tardo gotico, le raffinate Madonne nelle chiese, scolpite nei loro marmi policromi, e gli ignoti intagliatori con la loro galleria lignea di santi patroni, ci riportano alle profondità dell’origine, ai reliquari della nostra devozione. Quando il grano indora le spighe, sui pianori delle Madonie, sembrano accendersi di luce anche i vecchi argenti conservati nella sacrestia, e tra i ruderi e le mura rotte è possibile, nei giorni belli, guardar giù fino alle isole Eolie.


A.D.P.



Ecco i Borghi in gara:


  • ISSIME (Valle d’Aosta- Aosta)
  • COCCONATO (Piemonte-Asti)
  • FINALBORGO  (Liguria – Savona)
  • POMPONESCO (Lombardia – Mantova)
  • BORGO VALSUGANA (Trentino Alto Adige – Trento)
  • MALCESINE (Veneto – Verona)
  • POFFABRO (Friuli Venezia Giulia – Pordenone)
  • SAN GIOVANNI IN MARIGNANO (Emilia Romagna – Rimini)
  • BUONCONVENTO (Toscana – Siena)
  • CORCIANO (Umbria – Perugia)
  • GROTTAMMARE (Marche – Ascoli Piceno)
  • PICO (Lazio – Frosinone)
  • CAMPLI (Abruzzo – Teramo)
  • TRIVENTO (Molise – Campobasso)
  • ALBORI (Campania – Salerno)
  • VALSINNI (Basilicata – Matera)
  • TROPEA (Calabria – Vibo Valentia)
  • PIETRAMONTECORVINO (Puglia – Foggia)
  • GERACI SICULO (Sicilia – Palermo)
  • BAUNEI (Sardegna – Nuoro)


Si può votare una volta al giorno e per una sola preferenza. Si può esprimere il proprio voto sul sito Rai: www.rai.it/borgodeiborghi. Gli utenti non ancora registrati per votare dovranno creare una utenza Raiplay indicando username, password ed indirizzo e-mail. 



Nessun commento

Ads Place