"Si dice che la vita sia composta da 12 stanze. 12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi che ci ricorderanno. 12 le stanze che ricorderemo quando saremo arrivati all’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza dove è stato, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo. Stanza, significa fermarsi, ma significa anche affermarsi. Ho dovuto percorre stanze immaginarie, per necessità. Perché nella mia vita ho dei momenti in cui entro in una stanza che non mi è molto simpatica detto sinceramente. E’ una stanza in cui mi ritrovo bloccato per lunghi periodi, una stanza che diventa buia, piccolissima eppure immensa e impossibile da percorrere. Nei periodi in cui sono lì ho dei momenti dove mi sembra che non ne uscirò mai. Ma anche lei mi ha regalato qualcosa, mi ha incuriosito, mi ha ricordato la mia fortuna. Mi ha fatto giocare con lei. Si, perché la stanza è anche una poesia". Ezio Bosso
L'anima luminosa del Maestro Ezio Bosso ha lasciato il suo corpo mortale abbandonando una sofferenza indicibile che lo ha accompagnato negli ultimi anni della sua vita. Di lui ricorderemo la grande forza con cui ha affrontato la sua malattia e l'amore immenso per la Musica nell'accezione più alta del termine. Ed è proprio attraverso la musica che ha parlato del suo dolore. Come tutti gli artisti che trovano un senso per continuare a vivere ha pubblicato il doppio album "The 12th Room". Quando ho saputo oggi della sua scomparsa sono andata a riprenderlo e ho notato che nel secondo disco Ezio Bosso ha composto così la Sonata No. 1 in G Minor for Solo Piano che inizia con un Adagio doloroso ma che va verso il brio con furore, poi c'è un tempo sospeso, dolce ma agitato e infine un Allegro molto ma calmo che si conclude con una danza. Adesso la sua anima danza, ricordiamolo con un sorriso perchè come lui stesso ha detto "La dodicesima stanza non è la fine: è la stanza che ti libera".
Grazie Ezio, sei stato un grande Maestro di Musica e di Vita.
Antonella Di Pietro
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