Il grande compositore Ezio Bosso si è esibito ieri sera al Teatro Ariston di Sanremo regalandoci emozioni intense con la sua musica e la sua voglia di vivere.
Come parecchi che seguono il Festival di Sanremo distrattamente e solo per poter dire e criticare ma anche elogiare la conduzione di uno degli spettacoli più importanti dell'anno, sono rimasta colpita dalla presenza di Ezio Bosso, un musicista e direttore d'orchestra poco noto in Italia ma non in tutto il mondo. Infatti molti non conoscevano affatto il Maestro Bosso e di questo "dono" dobbiamo ringraziare il presentatore Carlo Conti che dopo averci "castigato" con un inguardabile (ma che non si può nemmeno sentire) Gabriel Garko e con una bellezza anonima come quella di Madalina Ghenea, ha portato sul palco dell'Ariston quello che è considerato uno dei massimi compositori viventi che ha influenzato diversi musicisti della sua generazione.
Classe 1971, il torinese Ezio Bosso ha cominciato lo studio della musica a quattro anni con una prozia pianista. Si forma poi a Vienna, sotto la guida di Streicher e Österreicher e Schölckner. Il suo stile e il suo approfondito lavoro sugli strumenti ad arco, così come il suo avvicinarsi a diversi linguaggi musicali, e la sua ricerca sul concetto di musica empatica sono riconosciuti da pubblico e critica in tutto il mondo. Sia come solista, che come direttore o in formazioni da camera si è esibito nelle più importanti stagioni concertistiche internazionali; come Royal Festival Hall, Southbank Center London, Sydney Opera House, Palacio de las Bellas Artes di Mexico city, Teatro Colon di Buenos Aires, Carnegie Hall NYC, Teatro Regio di Torino, Houston Symphony, Auditorium Parco della Musica Roma.
Vive a Londra, dove è stato direttore stabile e artistico dell’unica orchestra d’archi di grande numero inglese: The London Strings. Vincitore di importanti riconoscimenti, come il Green Room Award in Australia (unico non australiano a vincerlo) o il Syracuse NY Award in America, la sua musica viene richiesta nella danza dai più importanti coreografi come Christopher Wheeldon, Edwaard Lliang o Rafael Bonchela, nel teatro da registi come James Thierrèe e nel cinema ha collaborato con registi di fama internazionale tra cui Gabriele Salvatores per il quale ha composto la famosa e innovativa colonna sonora per quartetto d'archi del film “Io non ho paura”.
Nel 2011 scopre di essere affetto da una malattia neurologica degenerativa (una forma di SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), che non limita però la sua creatività. Dal 2013 su suggerimento di Gidon Kremer, il famoso violoncellista Mario Brunello gli scrive chiedendo di incontrarlo. Da questa casualità è nata una intensa collaborazione in duo pianoforte e violoncello e una profonda amicizia. Nel 2014 ha debuttato con la sua Fantasia per Violino e Orchestra alla testa di London Symphony Orchestra con Sergey Krylov al violino solista. Dal loro incontro è nata una collaborazione continuativa che li vedrà impegnati anche in duo e in trio per le prossime stagioni.
Nel 2015 The Arts News Paper e Penelope Curtis (il direttore di Tate Britain) hanno definito il suo concerto alla Ikon Gallery all'interno dell'opera 3 Drawing Rooms del suo amico fraterno David tremlett l’evento artistico dell’anno del Regno Unito. Sempre nel 2015, Ezio è stato scelto dall’Università Alma Mater di Bologna (la più antica università del mondo occidentale) per comporre e dirigere una composizione dedicata alla Magna Charta dell’Università che contiene il primo inno ufficiale di questa importante istituzione mondiale.
Ieri sera lo abbiamo ascoltato incantati sia mentre parlava, dicendo delle cose meravigliose seppur con fatica, sia mentre suonava al piano "Following a bird", una sua composizione presente nell'album "The 12th room" (Le dodici stanze) e poi ci ha salutato con questa frase: “La musica come la vita si può fare solo in un modo: insieme" lasciandoci una grande lezione di vita, quella di non arrendersi mai, anche se tutto congiura contro di noi, bisogna continuare a credere nella vita coltivando le proprie passioni.
Una lezione semplice, apparentemente banale, ma che dobbiamo fare nostra quando ci lamentiamo per cose futili e non diamo la giusta importanza a quello che conta davvero. Ezio Bosso è tornato a suonare, è tornato a vivere, malgrado sia conscio che la sua sia una malattia devastante... ecco, dovremmo fermarci un attimo a riflettere su questo e mettere da parte le lacrime che la sua esibizione ieri ci ha provocato perchè se c'è una cosa che proprio non dovremmo fare mai è quella di commiserare il nostro prossimo facendolo sentire "diverso" da noi mentre, invece, dovremmo raggiungere la consapevolezza che siamo tutti parte dell'Uno.
Antonella Di Pietro
Una lezione semplice, apparentemente banale, ma che dobbiamo fare nostra quando ci lamentiamo per cose futili e non diamo la giusta importanza a quello che conta davvero. Ezio Bosso è tornato a suonare, è tornato a vivere, malgrado sia conscio che la sua sia una malattia devastante... ecco, dovremmo fermarci un attimo a riflettere su questo e mettere da parte le lacrime che la sua esibizione ieri ci ha provocato perchè se c'è una cosa che proprio non dovremmo fare mai è quella di commiserare il nostro prossimo facendolo sentire "diverso" da noi mentre, invece, dovremmo raggiungere la consapevolezza che siamo tutti parte dell'Uno.
Antonella Di Pietro
"Per essere una vera stanza devi avere una porta, e volte quando apri quella porta il tuo sorriso è ancora più risplendente. Si, si torno ad altre, nuove Stanze del pianoforte... La musica è tornata...E torno in uno dei luoghi della mia infanzia..." - Ezio Bosso