La Corte d'Appello di Firenze ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione e un mese di arresto all'ex comandante Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 davanti al porto dell'isola del Giglio, provocando la morte di 32 passeggeri e 110 feriti. I sopravvissuti sono stati 4197.
La sentenza, letta dal presidente della Corte, Grazia D'Onofrio, al termine di una camera di consiglio durata otto ore, presenta anche una "pena accessoria" aggiuntiva "in parziale riforma" rispetto alla sentenza di primo grado: Francesco Schettino è stato interdetto per cinque anni da ogni tipo di professione marittima, non solo da quella di comandante, in conseguenza del reato di naufragio colposo. Alla lettura della sentenza, l'imputato era assente. Schettino non si è mai presentato alle udienze del processo d'appello e anche oggi è rimasto nella sua casa di Meta di Sorrento. In appello, il sostituto procuratore della Procura generale distrettuale, Giancarlo Ferrucci, aveva chiesto 27 anni di reclusione e tre mesi di arresto. La sentenza del Tribunale di Grosseto è stata emessa l'11 febbraio 2015.
La difesa di Schettino - Fra tre mesi "leggeremo le motivazioni della sentenza e sicuramente faremo ricorso in Cassazione" ha detto l'avvocato Donato Laino, difensore di Schettino, che ha comunicato la sentenza con una telefonata al suo cliente. "Vogliamo capire come mai la Corte è arrivata a confermare la condanna" ha aggiunto. "Qual è lo stato d'animo di Schettino? Amareggiato? Vi potete immaginare", ha risposto il legale. "La sentenza non ha tenuto in conto le nostre argomentazioni". "Ci aspettavamo qualsiasi cosa. L'importante è avere la coscienza a posto", ha aggiunto. "Ora però sarà importante leggere le motivazioni per capire cosa è successo".
L'avvocato della Costa - "E' una sentenza equilibrata" ha commentato Marco De Luca, legale di Costa Crociere. Le parti civili, in rappresentanza dei naufraghi, hanno espresso soddisfazione per la sentenza e apprezzamento per la riformulazione decisa dalla Corte dei risarcimenti. Le parti civili hanno anche precisato che intendono andare avanti nel riconoscimento di altre responsabilità nel naufragio che ancora non sarebbero state accertate.
Il naufragio - La sentenza arriva a oltre quattro anni dal naufragio della nave da crociera al largo dell'isola del Giglio, una delle più gravi sciagure marittime della storia italiana. Sono le 21.45 di venerdì 13 gennaio 2012. In quegli istanti inizia il naufragio. La nave, salpata dal porto di Civitavecchia per la prima tappa della crociera 'Profumo degli agrumi' nel Mediterraneo, con 4.229 persone a bordo (3.216 passeggeri e 1.013 membri dell'equipaggio), urta lo scoglio de Le Scole all'Isola del Giglio, causando l'apertura di una falla di circa 70 metri sul lato sinistro. Si arena poi sullo scalino roccioso del basso fondale prospiciente Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto. A portare la nave fin lì è la volontà del comandante Francesco Schettino di passare sotto costa per fare il cosiddetto 'inchino', cioè il saluto agli abitanti dell'isola, come da tradizione in tante navi da crociera. La Concordia passa a 0,28 miglia marine dalla costa, circa 518 metri. Lo scafo inizia a imbarcare acqua e a bordo si verifica il black out. Dopo 27 minuti dall'urto, la capitaneria di porto di Livorno si mette in comunicazione con la Costa Concordia su avviso di un parente di un passeggero per assicurarsi del loro stato, dopo che i carabinieri di Prato avevano avvisato la capitaneria stessa di aver ricevuto una telefonata richiedente informazioni sullo stato delle cose. Subito dopo l'urto, il comandante, il 51enne Francesco Schettino, sostiene di aver deciso di invertire la rotta per ruotarla e farla arenare sul basso fondale, facendola incagliare sulla scogliera davanti Punta Gabbianara. I locali dei motori sono invasi dall'acqua. Alle 22.14 la Capitaneria di Porto rintraccia la Concordia e chiama a bordo: dalla plancia rispondono che è solo un black-out, in corso da circa 20 minuti e sostengono che risolveranno il problema a breve. Alle 22.58 viene dato l'abbandono nave e soltanto alle 4.46 del mattino del 14 gennaio la Gdf comunica che a bordo ci sono solo soccorritori e che i passeggeri sono stati tutti evacuati.
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