Una gremitissima Aula Magna ha fatto da cornice al conferimento del Dottorato di ricerca honoris causa in Scienze Storiche, Archeologiche e Filologiche al regista Giuseppe Tornatore.
Alla cerimonia, introdotta dal Rettore, prof. Pietro Navarra, hanno preso parte il Collegio dei Prorettori e il Senato Accademico e il Direttore Generale, prof. Franco De Domenico, che ha dato lettura delle motivazioni deliberate dal Senato. Il prof. Mario Bolognari ha rivolto un saluto in rappresentanza del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, da lui diretto e al quale afferisce il dottorato conferito al regista. La cerimonia è stata inoltre arricchita dall'esibizione del Coro dell'Università, coordinato da Giulio e Umberto Arena, e dalla proiezione di un commovente video, montato dal regista Fabio Schifilliti, che ha ripercorso la carriera artistica del regista Tornatore.
“La filmografia di Tornatore – si legge nella motivazione – è alla confluenza delle molteplici direttrici di ricerca del Dottorato: dalla storia, sempre nel cuore di ogni pellicola, alla letteratura che sostiene anche strutturalmente la narrazione, dalla geografia che popola di luoghi e paesaggi reali e immaginari i racconti, alla stessa archeologia, apparentemente più distante, ma in realtà onnipresente come scienza della memoria nella società in cui operiamo; si aggiunga l’interesse che l’universo dei linguaggi filmici e i molteplici registri retorici della comunicazione, ma anche i complessi e articolati risvolti antropologici, suscitano in varie aree scientifiche del Dottorato”.
"Ogni film è un'opera prima - ha sottolineato il prof. Vincenzo Fera nel corso della sua Laudatio - e le ragioni per cui si è deciso di conferire questo dottorato al Maestro si possono riassumere nell'aver riconosciuto in tutta la sua produzione i principi alla base delle nostre dinamiche scientifiche: le sue creazioni non rinunciano mai ai parametri di filologia e storia".
Il regista ha poi tenuto una Lectio Dottoralis sul tema "La via delle immagini”. "Con la città di Messina ho un legame profondo che ho avuto modo di raccontare tante volte sia qui che in giro per il mondo" - ha raccontato Giuseppe Tornatore - risale a trent'anni fa, in occasione dell'uscita di Nuovo Cinema Paradiso. A differenza del resto d’Italia, dove il film ancora non incassava, la proiezione messinese registrò un grande successo grazie all'iniziativa dell'esercente del Cinema Aurora, Gianni Parlagreco, che scelse di fare pagare il biglietto solo dopo la visione della pellicola. Non so se merito il conferimento di questo prestigioso dottorato - ha aggiunto il Maestro - ma sono onorato di riceverlo; non ho mai smesso di impegnarmi in questi ultimi quarant'anni di lavoro e mi piace pensare che questa onorificenza sia dedicata a questo. Vi ringrazio tutti e ringrazio il prof. Fera perché il suo saggio, non mi vergogno a dirlo, mi ha illuminato in merito a valori del mio lavoro che nemmeno io conoscevo. Vi ringrazio per il ritratto che mi avete restituito, dal quale emerge un lungo percorso che non sono pienamente cosciente di aver fatto. Ho sempre lavorato per raccontare storie e ho la sensazione che non siano state poi neanche così tante. Non sono mai del tutto soddisfatto di quello che faccio - ha concluso Tornatore - vorrei fare sempre meglio e di più e non credo di aver ancora capito la magia del cinema, dalla sua genesi, frutto delle esperienze vissute direttamente e indirettamente per una vita intera, al momento del faticoso processo di produzione finale".
Il conferimento è stato preceduto da una conferenza stampa, introdotta dal prof. Giovanni Cupaiuolo, Coordinatore del Collegio dei Prorettori, che ha ringraziato il dott. Ninni Panzera, Presidente dell'Associazione Zattera dell'Arte, per la generosa collaborazione concessa nell'organizzazione di questa giornata. "È un progetto che parte da lontano - ha detto il prof. Cupaiolo - e abbiamo atteso con piacere la conclusione delle fasi di produzione del film 'La Corrispondenza', per avere l'onore di riconoscere un attestato scientifico di tale valore. Desidero, poi, ringraziare la direzione del cinema Apollo che ha concesso due sale alla Comunità accademica che ha così potuto assistere alla proiezione dell'ultima fatica del regista dando la possibilità di devolvere l'intero ricavato della vendita dei biglietti in beneficenza".
Giuseppe Tornatore, a causa del lutto che ha colpito il mondo del cinema per la morte del regista Ettore Scola, non aveva potuto presenziare, come annunciato, lo scorso mercoledì 20 gennaio, alla presentazione del romanzo che il maestro ha sviluppato parallelamente all’opera cinematografica "La Corrispondenza”, la cui proiezione, in contemporanea presso le sale cinematografiche Fasola e Apollo, era riservata dall’Università di Messina ai docenti, al personale tecnico amministrativo e agli studenti.
Sino al 29 gennaio, nell’atrio del plesso centrale dell’Università di Messina, sarà ancora possibile visitare la mostra “Giuseppe Tornatore. Trenta anni di cinema 1986-2016 da Il Camorrista a La Corrispondenza”, curata da Ninni Panzera e realizzata in collaborazione con il Centro di documentazione Giuseppe Tornatore e l’Associazione La Zattera dell’Arte. Un piccolo omaggio al regista siciliano con l’esposizione dei manifesti dei suoi 11 lungometraggi più alcuni materiali inediti mai esposti.
Regista famoso nel mondo, Giuseppe Tornatore si è sempre caratterizzato per il suo impegno civile e per alcune pellicole assai poetiche che hanno anche avuto notevole successo di pubblico. Nato il 27 maggio 1956 a Bagheria, un paesello nei pressi di Palermo, Tornatore si è sempre dimostrato attratto dalla recitazione e dalla regia. All'età di soli sedici anni, cura la messa in scena, a teatro, di opere di giganti come Pirandello e De Filippo. Si accosta invece al cinema, diversi anni dopo, attraverso alcune esperienze nell'ambito della produzione documentaristica e televisiva. In questo campo ha esordito con opere assai significative. Il suo documentario "Le minoranze etniche in Sicilia", fra l'altro, ha vinto un premio al Festival di Salerno, mentre per la Rai ha realizzato una produzione importante come "Diario di Guttuso". A lui si devono inoltre, sempre per la Rai, programmi come "Ritratto di un rapinatore - Incontro con Francesco Rosi" o esplorazioni impegnate delle diverse realtà narrative italiane come "Scrittori siciliani e cinema: Verga, Pirandello, Brancati e Sciascia".
Nel 1984 collabora con Giuseppe Ferrara nella realizzazione di "Cento giorni a Palermo", assumendosi anche i costi e responsabilità della produzione. Infatti è presidente della cooperativa che produce il film nonché co-sceneggiatore e regista della seconda unità. Due anni dopo debutta con l'amaro "Il camorrista", in cui viene tratteggiata la losca figura di un della malavita napoletana (liberamente ispirata alla vita di Cutolo). Il successo, sia di pubblico che di critica, è incoraggiante. Il film si aggiudica oltretutto il Nastro d'Argento per la categoria regista esordiente. Sulla sua strada capita allora Franco Cristaldi, il famoso produttore, che decide di affidargli la regia di un film a sua scelta. Nasce in questo modo "Nuovo cinema Paradiso", un clamoroso successo che proietterà Tornatore nello star system internazionale, malgrado il regista non sia certo il tipo a cui piace atteggiarsi a personaggio. Ad ogni modo, il film è chiaccheratissimo e già si parla di rinascita del cinema italiano, scomodando paragoni e precedenti illustri. Dopo uscite sfortunate e tagli, la pellicola si guadagna un premio a Cannes e l'Oscar per il miglior film straniero. Inoltre, diventa il film estero più visto sul mercato americano degli ultimi anni. A questo punto, il suo nome è una garanzia di qualità ma anche di incassi, anche se è inevitabile temere per la seconda prova, dove i critici lo aspettano al varco.
Nel 1990 è quindi la volta di un'altro poeticissimo lungometraggio quel "Stanno tutti bene" (viaggio di un padre siciliano alla volta dei suoi figli sparsi per la penisola), interpretato da un Mastroianni in una delle sue ultime interpretazioni. L'anno successivo, invece, prende parte al film collettivo "La domenica specialmente", per il quale gira l'episodio "Il cane blu". Nel 1994 gira "Una pura formalità", in concorso a Cannes. Lo stile, rispetto ai film precedenti, cambia radicalmente e inoltre si avvale di due stelle dal calibro internazionale, il regista Roman Polanski (nell'insolito ruolo di atttore) e Gérard Depardieu. La vicenda ha perso i toni poetici ed ispirati delle storie precedenti per farsi invece inquietante e perturbante.
L'anno dopo torna all'antico amore: il documentario. E' uno strumento, questo, che gli permette infatti di esplorare tematiche e soggetti che sono preclusi alle pellicole rivolte al grande pubblico e che sono inevitabilmente sottoposte a criteri commerciali. "Lo schermo a tre punte", invece, è un tentativo di raccontare la Sicilia da parte di uno dei suoi figli più sensibili e attenti. Del 1995 è "L'uomo delle stelle", forse il film che maggiormente è stato apprezzato tra i suoi lavori. Sergio Castellitto interpreta un singolare "ladro di sogni" mentre il film vince il David di Donatello per la regia ed il Nastro d'Argento per la stessa categoria.
Dopo questi successi, è la volta di una altro titolo da botteghino. Tornatore legge il monologo teatrale di Alessandro Baricco "Novecento" e ne rimane folgorato, anche se l'idea di fare una trasposizione cinematografica prende corpo lentamente, col tempo. Da questo lungo processo di "acquisizione" interiore della trama ne sorte il lungo "La leggenda del pianista sull'oceano". Il protagonista è l'attore americano Tim Roth mentre come sempre Ennio Morricone compone delle bellissime musiche per la colonna sonora. Una produzione che sfiora la dimensione del kolossal.... Anche questo titolo fa incetta di premi vincendo il Ciak d'Oro per la regia, il David di Donatello per la regia e due Nastri d'Argento uno per la regia ed uno per la sceneggiatura. Esattamente dell'anno 2000 è invece la sua opera più recente "Maléna", una coproduzione italo-americana con Monica Bellucci protagonista. Nel 2000 ha anche prodotto un film del regista Roberto Andò dal titolo "Il manoscritto del principe".
Nel 2006 gira "La sconosciuta", che viene premiato con tre David di Donatello. Nel 2009 gira invece "Baarìa". Nel 2013 "La migliore offerta" e quest'anno "La corrispondenza".