Omayma era una mediatrice culturale aveva 34 anni e 4 bambine, fra i 2 e i 13 anni. L’altro ieri ha pagato con la vita la sua libertà. Prima di tornare a casa e trovare la morte era al lavoro al molo Marconi al porto di Messina per accogliere i migranti.
Il marito, al suo rientro l’ha massacrata di legnate, uccidendola. E bisognerebbe smetterla di attribuire superficialmente alla gelosia o all’amore la volontà di uccidere Omayma era una donna, era una mamma, era una moglie di un uomo violento che si è rivelato essere un assassino, questa la sua colpa.
"Posto occupato” è un'idea, un dolore, un pensiero, un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza.”
Per questo motivo, la locandina oggi riporta in alto il suo nome. Affinchè chiunque vorrà aderire al ricordo di Omayma, potrà condividere la locandina, stamparla e riservare un posto, il giorno dei funerali in sua memoria ovunque in città, panifici, farmacie, teatri, librerie, asili scuole, uffici pubblici e privati, in piazza come sul tram o nei supermercati.
In ogni luogo dove lei avrebbe potuto andare e che non potrà mai più esserci. E che questo gesto in sua memoria serva a tutte, a tutti da monito.
Mai sottovalutare i sintomi della violenza.
Maria Andaloro
Per Posto Occupato