L'ex consigliere comunale del Pd di Messina e componente della commissione di valutazione d'impatto ambientale, Francesco Curcio, 59 anni, è accusato di corruzione ed atti contrari ai doveri d’ufficio nell’ambito di concessioni edilizie in aree protette, per fatti verificatisi tra il 2010 e il 2012. Oltre a Curcio sono stati arrestati anche la figlia Roberta, 30 anni, ingegnere e consulente tecnico di parte e due imprenditori, l'ing. Aurelio Arcoraci, 59 anni, e Giuseppe Bonaccorso, 57 anni. Per falso ideologico, invece, è stato sospeso dai pubblici uffici anche Biagio Restuccia, 60 anni, dipendente del Dipartimento Comunale di Pianificazione Urbanistica.
L'ex consigliere Pd non si sarebbe astenuto dall'analisi dei progetti portati in commissione, di cui era membro, nonostante la figlia rivestisse il ruolo di tecnico. Curcio, secondo gli inquirenti, con l'ausilio di Restuccia, avrebbe creato 'corsie preferenziali' per progetti nei quali era interessata la figlia.
Questa mattina è stata eseguita l’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa ieri dal Gip presso il Tribunale di Messina, Dott. Massimiliano Micali su richiesta del Sostituto Procuratore Dott.ssa Liliana Todaro, nei confronti dei quattro soggetti implicati nella vicenda riguarda i pareri sulla valutazione ambientale di progetti edilizi.
Gli altri sette indagati sono Luca D’Amico, Luigi Ristagno, Vincenzo Pinnizzotto, Placido Accola, Salvatore Bonaccorso, Antonino Scimone e Massimo Fulci. Tutti sono accusati di reati commessi all’interno della Commissione per la verifica delle valutazione di incidenza del Comune di Messina, preposta alla valutazione e all’ammissione di eventuale pare favorevole di progetti edilizi tenuti a rispettare “la salvaguardia, la protezione ed il miglioramento dell’ambiente, compresa la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche”.