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UN OSPEDALE "BESTIALE" A MESSINA


Mary non avrebbe mai pensato che si possa uccidere qualcuno con un bacio, senza un coltello, né una fiala di cianuro nascosta tra i denti. Mary aveva ‘ucciso’ semplicemente poggiando le sue labbra su quelle dell’uomo che da ragazzo non poteva correre né giocare. “Quando fui uomo, potei solo sorseggiare alla coppa, / non bere, / perché la scarlattina mi aveva lasciato il cuore malato”. Mary questo non poteva saperlo: "E l'anima d'improvviso prese il volo”. Solo Mary - perciò - conosce il segreto di colui che giace in un giardino di acacie.  
Ma Edgar Lee Masters nella sua Antologia di Spoon River dedica qualcuno dei suoi 244 epitaffi a un animale? Beh, in effetti li cita impropriamente. Ne La collina parla di Maggie, uccisa in un bordello dalle carezze di un animale, ma di un 'autentico animale': un uomo violento!


In Antologia di Spoon River il poeta americano Edgar Lee Masters racconta in epitaffi la vita di abitanti di Lewistown e Petersburg, nell'Illinois. Tanto che parecchie delle persone cui si era ispirato, essendo ancora in vita, si ritennero offese: la verità offende, ciò che è falso si difende. 
E’ falso, ad esempio, che la provincia di Messina nel 2005 facesse 662.450 abitanti; che la città di Messina ne facesse 242.503 e gli abitanti di Barcellona Pozzo di Gotto fossero 41.897. Falso, perché non vengono censiti tutti gli ‘esseri umani’ ma solo le persone allo stato civile. Non vengono censiti gli animali, per quanto proprio quelli sono detti anche bestie perché capaci di dare a noi un amore… bestiale. Quello che a volte noi persone non riconosciamo o non ricambiamo.  


A volte il loro male, la malattia o il dolore sono per noi indifferenza se non fastidio, intralcio: nemmeno lacrime perse. E se non con un bacio, con un coltello o con una fiala di cianuro, li destiniamo alla morte negando loro assistenza, negando una medicina, una fiala di antibiotico. O sovrabbondando con questo perché tanto una bestia è pur sempre una… bestia. Ma non è così. Tradire una bestiolina è come tradire o deludere un bambino. Potremmo dirlo con la voce di Gianni Morandi o Joan Baez:

Uno: non tradirli mai, / han fede in te. /
Due: non li deludere, credono in te. /
Tre: non farli piangere, / vivono in te. /
Quattro: non li abbandonare, ti mancheranno. /
Quando avrai le mani stanche tutto lascerai, / 
per le cose belle ti ringrazieranno, / 
soffriranno per gli errori tuoi.

Eh, si. Perché Franco Migliacci (che è pure l’autore di Volare - Nel blu dipinto di blu) questa canzone non l’ha scritta solo per i cittadini elettori ma per gli esseri umani, di cui fanno parte pure gli amici a quattro zampe. 


Così, se dovesse capitare che il vostro veterinario, per fretta o per superficialità (è raro ma può capitare), non ha preso adeguatamente a cuore la sofferenza dell’essere umano che gli avete affidato in cura, sappiate che oggi a Messina c’è una valida realtà: l’Ospedale Veterinario Didattico. Perché non sempre è la gatta frettolosa a fare i gattini ciechi. A volte è il veterinario frettoloso…. 


Inaugurato lunedì 20 maggio, l’Ospedale Veterinario ha sede presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie, Polo Annunziata, a Messina. È diretto dal prof. Massimo De Majo ed occupa un intero padiglione dell'ex Facoltà di Veterinaria. La sua operatività consente agli studenti di innalzare la preparazione del corso di laurea in Veterinaria, con un’adeguata esperienza in tutte le aree della Medicina Veterinaria. L’Ospedale Veterinario Didattico è così entrato ufficialmente a far parte del patrimonio dell’Università di Messina, divenendo struttura speciale per la didattica e la ricerca scientifica. L’attività clinica si svolge in regime H24 (24 ore su 24).  




Il territorio si arricchisce così di una struttura tecnicamente e scientificamente all’avanguardia nell’ambito dello studio, della diagnosi e della cura delle malattie degli animali, con quattro Unità Operative Complesse: Medicina, Chirurgia, Fisiopatologia e clinica della riproduzione, Anatomia patologica; quattro Servizi trasversali: Anestesiologia, Diagnostica per immagini, Degenze e Terapia intensiva, Laboratorio analisi centralizzato; può contare inoltre su numerosi servizi di consulenza alla clinica attraverso il coinvolgimento pressoché totale dei docenti afferenti al Dipartimento di Scienze Veterinarie.

L’Ospedale dell’Annunziata svolge un’attività clinica di eccellenza sui piccoli animali, mentre sono già funzionanti una sala visita e una sala operatoria per grossi animali, in attesa della costruzione dell’Ospedale ad essi dedicato. “Il paziente animale non ha nulla di diverso dal paziente uomo” – ha detto il rettore Franco Tomasello nel giorno dell’inaugurazione – e bisogna rispettare le regole stabilite dall’evidenza scientifica”



A noi è capitato d’essere accolti dalla dott. Lucrezia Giovanna Costa, con disponibilità, cortesia e competenza. Ci ha ascoltati e consigliati, guidandoci nel percorso con un approccio etico e professionale che rende verosimili le parole dell’ormai ex rettore Franco Tomasello: “Il paziente animale non ha nulla di diverso dal paziente uomo”. Ed è vero.



Il nostro ‘paziente animale’ purtroppo non ha fatto in tempo ad arrivare qua, dove molto probabilmente si sarebbe salvato: 190 grammi di umanità. Stavamo per andarci ma quell’essere umano ha detto basta e ci ha lasciato la sua sofferenza e un saluto che non sapevamo. Ci ha indicato il coraggio e l'obbedienza, il corpo e il bacio. Ha accontentato tutti. Ha accettato la Croce e non possiamo che dirgli grazie. E’ giusto così. Il dovere di soffrire é un lago e non un oceano. Ed é degli esseri ‘umani’, perché a noi sottomessi.



Di lui rimane ora infinito amore e l’epitaffio che egli stesso (non Lee Masters) avrebbe scritto sulla propria lapide:

L'essere umano dagli occhi affranti
ha detto: “Vado, dove davanti
non c'è un divano, non c’è un arredo,
perciò non cado se non ci vedo.
Dove la vita per le bestiole
non ha bisogno delle parole
per dire grazie di vero cuore,
non ce l'ho fatta, troppo dolore.
Lascio la luce a me negata,
il tempo lungo di una giornata
trascorsa prima di dire addio,
ringrazio ancora, a modo mio". 

Nemmeno il mare più inquinato rifiuterebbe di accogliere le lacrime perse. Ma quelle destinate agli esseri sublimi innaffiano i pascoli celesti, non sono affatto lacrime perse. Se quell'essere umano è venuto randagio sulla nostra rotta, coi suoi occhietti malati, a cui la luce è stata negata, malgrado le lotte, è per indicare a chi la luce ha ricevuto il dovere della verità.


Il dovere di cercarla, di difenderla, di affermarla anche attraverso la scienza, a costo del sacrificio, non dico della vita. Il dovere della vita non è che degli esseri umani, degli esseri sublimi: a noi esseri muniti di stato anagrafico non sempre è prescritto il dovere della verità, perché a volte non ne siamo capaci. La prevenzione è nei vaccini. La verità è nella lotta. 


Mimmo Mollica© 

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