I problemi relativi al rapporto tra la natura e la specie umana costituiscono senza dubbio uno degli aspetti più inquietanti per il nostro futuro. Stiamo distruggendo in tempi brevissimi ed a ritmi sostenuti, la nostra stessa “casa”: eppure sappiamo bene che la specie umana, come tutte le specie viventi, deriva e dipende dal mondo della natura e, fino a prova contraria, senza di esso non può vivere. Gli sconvolgimenti che abbiamo prodotto e produciamo negli equilibri ambientali non possono quindi che ritorcersi sulle nostre stesse capacità di sopravvivenza in quanto conducono ad una complessiva diminuzione della capacità di sostentamento del pianeta Terra nei nostri confronti.
Se prendiamo in esame un qualsiasi capitolo della storia umana, indifferente quali siano il secolo o il continente, un dato di fatto risulta chiaro e inconfutabile: l’uomo, per ignoranza ecologica, per un’incredibile incuria, per la sua mancanza di preveggenza e per una sfrenata avidità ha sempre saccheggiato la terra. La tecnologia moderna ne ha accelerato la distruzione.
Per impedire alla nostra specie di precipitare verso la catastrofe, dobbiamo elaborare una strategia ecologica al fine di affrontare a monte i problemi ambientali e in maniera che tutti li possano capire. Per forza di cose dovrà essere un’autorità al di sopra delle singole nazioni a formulare il nuovo indirizzo e a tracciare a grandi linee l’azione strategica della difesa ecologica a livello mondiale. E gli abitanti del mondo intero dovranno essere educati a comprendere che solo una strategia ecologica potrà restaurare l’ambiente dl nostro pianeta, anche se gli effetti saranno visibili a lunga scadenza, e far rinascere la fiducia nell’animo umano.
Per fortuna molti scienziati hanno fatto propria la battaglia ecologica e uomini intelligenti di tutte le parti del mondo incominciano a rendersi conto delle condizioni nelle quali siamo costretti a vivere. Però la loro reazione non è sufficiente. Dobbiamo fa sì che l’umanità intera muti il proprio atteggiamento arrogante, o nella migliore delle ipotesi indifferente, nei confronti della natura, e si abitui a considerare in un’ottica ecologica i problemi ambientali di tutti i continenti.
L’ecologia dovrebbe essere una parte integrante dell’educazione scolastica e domestica, inserita come materia di studio in tutte le scuole, dalle elementari all’università, e compenetrare tutto il sistema educativo. Il messaggio ecologico dovrebbe e potrebbe arrivare anche alle generazioni adulte, attraverso un’infinità di strade: i partiti politici, ad esempio, le chiese delle varie confessioni e mediante quello strumento capillare che sono i mezzi di comunicazione di massa, la televisone, i periodici, i quotidiani, i libri.
Organismi internazionali come l’Unesco potrebbero proporsi fra i loro compiti prioritari la promozione di una campagna per l’educazione ecologica.
D’altra parte l’uomo moderno deve ritrovare la propria umanità, perduta in buona parte nella sua corsa sfrenata verso il progresso. Senza addentrarsi nell’analisi del deprezzamento subito dai valori non materiali, basterà ricordare che il modello di uomo a cui sembra voler tendere l’umanità è quello di una persona che se la intende con macchine e calcolatori, che vive in grandi edifici climatizzati, che si sposta in automobile in mezzo a un traffico frenetico. Un tale uomo dà più importanza al mondo artificiale da lui creato che al mondo naturale che lo ha creato. Si interessa soprattutto delle cose che egli stesso fabbrica, perfino nei suoi alimenti che preferisce conservati, congelati. La natura occupa solo un secondo posto, molto indietro.
Questo uomo sente tuttavia crescere dentro di sé il vuoto, vorrebbe dare più significato a ciò che egli è e a ciò che egli fa. Ma il suo modo di pensare attuale è debole e lacunoso, e non gli serve molto a questo fine.
Un modo di pensare fondamentalmente nuovo è indispensabile. Per salvare l’uomo, esso deve trasformarlo, metterlo in condizione di far fronte agli imperativi del nostro tempo e di assolvere il ruolo che gli deriva dalla sua posizione di potere e di responsabilità nel mondo.
Questo nuovo umanesimo dell’era tecnologica dovrà essere sufficientemente illuminato, forte e flessibile per consentirci di controllare le rivoluzioni materiali e per farci comprendere che mai più, a nessun costo, dovremo rinunciare alla priorità della conservazione dell’ambiente in cui viviamo.
Per finire, ricordiamoci sempre che la Terra è come un serbatoio di risorse. Oggi siamo in condizioni di decidere quanto tempo farcelo durare; possiamo tendere ad aumentare al massimo la nostra attività di trasformazione, come stiamo facendo adesso, lasciandoci davanti un futuro breve ed inquinato, o abbassarlo fino ad un livello che ci consenta di vivere saggiamente aprendoci un futuro lungo e pulito.
Giuseppe Cicciarelli©
Pubblicato su MAG