A Palermo sono giunte Le Navi della Legalità "Giovanni Falcone e Paolo Borsellino", provenienti da Civitavecchia e Napoli, con a bordo tanti giovani studenti per il loro No alla mafia.
Successivamente, si è svolta, come ogni anno, nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, la cerimonia istituzionale per ricordare Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e le donne e gli uomini delle scorte. Maria Falcone, sorella del magistrato, ha così aperto la cerimonia: "Alle undici vittime delle stragi di mafia del ’92 che oggi ricordiamo va aggiunta Agnese Borsellino che è scomparsa pochi giorni fa e ha sempre lottato per la verità. Oggi il nostro pensiero va anche e a lei".
Tra i presenti, varie autorità come il Presidente del Senato, Pietro Grasso: "Spero che la politica faccia la sua parte anche con il lavoro delle commissioni d’inchiesta sulla mafia e sulle stragi per completare il quadro delle indagini e il lavoro dei magistrati".
E il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, il quale ha assicurato che "il governo regionale approverà un ddl che estende le misure previste in Sicilia per i familiari delle vittime della mafia ai testimoni di giustizia, nel corso della giunta di governo prevista per le ore 17,00".
"Abbiamo le immagini di quella voragine spaventosa negli occhi, che ha troncato la vita di una delle personalità più importanti della storia siciliana e più impegnate nella lotta alla mafia. - prosegue il Governatore Crocetta - E' necessario, quindi, dare segni tangibili dell'attualità di quella lotta, con il sostegno a quanti, esponendosi con il rischio della vita, si battono per l'affermazione dei principi di legalità e giustizia. Spesso chi si espone rimane solo. Sono note le vicende di imprenditori che magari hanno denunciato e sono stati costretti a chiudere le proprie attività, rimanendo a volte persino senza lavoro e senza risorse economiche. Il governo regionale intende garantire queste persone, cittadini che si sono ribellati e che hanno bisogno di sentire la forza delle istituzioni e la loro vicinanza. Molto spesso si tratta di eroi solitari, che continuano a testimoniare l'attualità dell'impegno antimafia che non può vivere solo nel ricordo e nella memoria. Credo che Falcone ne sarebbe contento".
Nel dibattito, moderato dal conduttore e giornalista, Fabio Fazio, è intervenuto anche lo scrittore Roberto Saviano: "Non esiste paese al mondo che se decide di affrontare il fenomeno mafioso non passi dalla giurisprudenza italiana. Importante il contributo fornito agli ordinamenti giudiziari di tutto il mondo. Per me stare è essere nel posto dove tutto è iniziato grazie al lavoro, in particolare di Falcone e Borsellino".