Da prima delle elezioni avevo fatto delle previsioni, poi rivelatisi esatte, sull'evoluzione della situazione politica italiana. Prevedevo l'impossibilità di un governo csx-Monti, perché non avrebbe avuto i numeri, ed un governissimo PD-PDL-Monti. Ero infatti convinto che i poteri forti, banche in testa, avrebbero condizionato il PD a fare quella scelta. Non è che io avessi fatto i tarocchi: mi sono limitato a leggere ed interpretare i sondaggi e le posizioni politiche dei vari partiti. Un governo PD-M5S era secondo me impossibile, come si è visto dopo, perché le posizioni politiche dei due partiti sono inconciliabili. Il M5S vuole infatti ridurre il peso delle banche e dei poteri forti, il PD rappresenta politicamente questi interessi. Bersani ha fatto proposte al M5S - è vero - ma quelle proposte erano inaccettabili perché un governo PD sostenuto dall'esterno dal M5S mai avrebbe potuto mantenere alcuna delle sue promesse. La rapidità e la premeditazione con cui Bersani è stato fatto fuori da Napolitano e dai suoi compagni di partito ne sono la riprova. Giornali e televisioni, saldamente nelle mani di PD e PDL, sostengono oggi una tesi del tutto opposta: il mancato accordo PD-M5S sarebbe da imputare a quest'ultimo, dimenticando l'appello fatto da Grillo "eleggete Rodotà e faremo il governo". Lo scopo delle menzogne mediatiche è delegittimare il M5S, perché è la sola alternativa democratica credibile al sistema PD-PDL-Monti. Prima delle elezioni avevo fatto un'altra predizione: il governissimo non sarebbe durato a lungo. Anche qui non avevo usato la sfera di cristallo. Il governissimo Letta nasce da precisi interessi economici e farà una politica del tutto simile a quella del governissimo Monti: tagli su istruzione, sanità e ricerca a fronte di nessun investimento produttivo. Pagare il debito restando entro i parametri economici fissati da Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale non permette infatti oggi alcuna politica di sviluppo. Se posso usare un paragone, siamo nella situazione di un contadino fortemente indebitato che deve scegliere se pagare il mutuo o comperare le sementi per l'anno prossimo. La politica di Monti e di Letta è quella di pagare il mutuo, l'errore più grosso che si possa commettere. Senza le nuove sementi non vi sarà il prossimo raccolto, perderemo il nostro lavoro e non vi saranno le risorse per pagare la prossima rata del mutuo. Un contadino saggio non rinuncerebbe mai a comprare le nuove sementi. Egli, infatti, spiegherebbe ai propri creditori che è loro stesso interesse accordare dilazioni e condizioni migliori e, se messo alle strette, non pagherebbe comunque. Meglio fallire adesso, dopo aver seminato per il prossimo anno, che fallire il prossimo anno, quando ci saranno rimasti tutti i debiti e non vi sarà più alcun raccolto. Oggi la situazione è questa, il governo Letta non comprando nuove sementi condurrà il Paese alla fame, letteralmente. Le tensioni sociali inevitabilmente cresceranno e, almeno in parte, si indirizzeranno verso un conflitto di piazza piuttosto che verso atti di violenza isolati e verso l'autolesionismo. Questo, a sua volta, comporterà un'escalation della repressione poliziesca, che sarà gestita da Alfano, il mastino di Berlusconi. Quanto potrà durare? Quando lo Stato non sarà più i grado di pagare gli stipendi e le pensioni verrà a mancare l'ossigeno che finora ha permesso al sistema di andare in qualche modo avanti. Poi le strade possibili saranno soltanto due: o nuove elezioni o la trasformazione del governo Letta in una dittatura parafascista.
Ezio Bruno, Professore di Fisica della Materia presso l'Università di Messina