Al Meeting di Rimini lo stand del Ministero della Cultura dal titolo “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, che quest’anno ospi...
Al Meeting di Rimini lo stand del Ministero della Cultura dal titolo “Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi”, che quest’anno ospita il capolavoro rinascimentale “San Giovanni Battista tra i santi Francesco d’Assisi, Girolamo, Sebastiano e Antonio da Padova” (nota come Pala dei Cinque Santi) di Pietro Vannucci, detto il Perugino, proveniente dalla Galleria Nazionale dell’Umbria.
“La presenza del MiC all'interno del Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, così come in tutti i presidi culturali italiani e internazionali, sta a significare una costante sfida affinché la desertificazione culturale venga arginata dalla bellezza, dal dialogo, dal confronto che le arti possono propiziare, anche e soprattutto in tempi così complicati in cui le guerre attraversano il nostro continente, il Medio Oriente e molti dei luoghi più sensibili del pianeta” - ha detto il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, visitando lo stand del MiC - “C’è una frase di Nietzsche che probabilmente si interseca in modo opportuno con quella di T.S. Eliot - che dà il titolo al Meeting -, e mi sembra perfetta per questo appuntamento di Rimini. Nel suo Zarathustra, com'è noto, Nietzsche diceva 'Il deserto cresce, guai a coloro che celano in sé il deserto'. Il messaggio che vogliamo dare è collegato al sacro in obbedienza alla nostra missione civile di rappresentanti delle istituzioni italiane, in un luogo che per eccellenza è la sede, l'agorà di incontro di tante culture diverse che guardano alla promozione, alla tutela della vita in tutte le sue più belle manifestazioni”.
Il Ministro Giuli è poi intervenuto al dibattito “De-Statalizzare la cultura”: “Dal punto di vista culturale il miglior cibo che si può dare ai cittadini si chiama libertà di scelta. Il Ministero della Cultura mette a disposizione oltre 54 mln di euro in luoghi nei quali operano delle persone che hanno la conoscenza, la competenza, il rapporto con il genio del luogo, del territorio, e possono utilizzare queste risorse senza l’intermediazione burocratica dei livelli intermedi”.
“Il MiC sta mappando la siccità e il fabbisogno culturale degli enti locali, delle periferie metropolitane e dei borghi che vanno spopolandosi. I fondi stanziati non sono un sussidio, ma un modo per mettere i privati in condizioni di contribuire, in una partnership fra pubblico e privato, che è la chiave per favorire questa libertà di scelta. Lo Stato deve intervenire non in senso banalmente redistributivo, ma deve fare scelte mirate e attivare l’intelligenza della libertà laddove c’è un’esigenza di accesso alla cultura”, ha concluso Giuli.
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