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PONTE SULLO STRETTO FUORI DAI FONDI UE MA RIENTRA NELLE RETI TEN-T

  Ponte sullo Stretto, la Commissione Ue chiarisce: “Finanziamento possibile tramite il Fondo europeo per la Competitività”. La Commissione ...

 

Ponte sullo Stretto, la Commissione Ue chiarisce: “Finanziamento possibile tramite il Fondo europeo per la Competitività”. La Commissione Europea ha infatti chiarito che, pur non rientrando nel programma Connecting Europe Facility (CEF), dedicato ai progetti transfrontalieri, ovvero quelli che attraversano i confini tra due o più Stati membri, l’Opera è pienamente eleggibile per altri strumenti di supporto. In sintesi, il Ponte sullo Stretto di Messina potrà accedere a fondi europei, ma non attraverso i canali tradizionali destinati alle grandi infrastrutture di collegamento transnazionali. 


“Il Ponte sullo Stretto di Messina, essendo un progetto interamente situato in Italia, non può essere finanziato attraverso il programma Connecting Europe Facility (CEF), che nel prossimo bilancio UE sarà riservato ai progetti transfrontalieri”, ha spiegato una funzionaria della Commissione europea a seguito della presentazione della proposta per il prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2028-2034.

Il motivo è semplice: il Ponte, pur strategico, è un’opera interamente situata nel territorio italiano e, dunque, non ha caratteristiche transfrontaliere, che sono invece condizione necessaria per accedere ai fondi CEF nella prossima programmazione dell’Unione Europea.

L’esclusione dal CEF, in ogni caso, rappresenta un elemento che potrebbe influenzare la narrazione politica e il piano di sostenibilità economica dell’opera. Il finanziamento europeo diretto – spesso usato come garanzia di solidità progettuale – non sarà disponibile tramite il canale più rilevante per le grandi opere infrastrutturali europee, e questo impone al governo una strategia più articolata sul piano interno e comunitario.

Il Ponte sullo Stretto resta un progetto potenzialmente finanziabile con fondi europei, ma dovrà cercare strade diverse rispetto al classico meccanismo del Connecting Europe Facility. Bruxelles apre comunque la porta, indicando strumenti alternativi, tra cui il Fondo per la competitività, che potrà essere attivato se l’Italia saprà dimostrare che l’opera contribuisce alla crescita economica e alla coesione territoriale.

Tuttavia, la Commissione ribadisce che il progetto fa parte della componente nazionale delle reti TEN-T, TEN-T (Trans-European Transport Network), l’ambizioso piano dell’Unione Europea volto a connettere i principali nodi di trasporto europei, promuovendo l’intermodalità e migliorando l’accessibilità delle regioni periferiche. “Rientra nelle reti Ten-T, nella parte nazionale, e per questo potrà essere sostenuto attraverso altri strumenti”, ha continuato la funzionaria. 

In tal senso la Commissione indica con chiarezza altri strumenti finanziari a cui il progetto potrà accedere:

  • Fondi nazionali previsti all’interno dei piani di partenariato tra l’Italia e Bruxelles;
  • Il Fondo europeo per la competitività, che rappresenta una delle nuove linee di investimento strategico del bilancio pluriennale.

Questi strumenti rappresentano una solida base per la copertura economica di un’infrastruttura di tale portata, riconoscendone la valenza strategica per il sistema dei trasporti italiano ed europeo. La possibilità di attingere al Fondo europeo per la competitività, pur non essendo automatica, offre un canale di finanziamento alternativo, che richiederà però progettualità solida, coerenza con le linee guida europee e un efficace coordinamento con la Commissione.

Le dichiarazioni provenienti da Bruxelles arrivano in un momento delicato per il governo italiano, che ha rilanciato con decisione la costruzione del Ponte sullo Stretto come simbolo di sviluppo, modernità e riequilibrio infrastrutturale tra Nord e Sud. In questo scenario, il futuro del Ponte non dipenderà soltanto dalle scelte ingegneristiche o dalla volontà politica interna, ma anche dalla capacità del governo italiano di muoversi con efficacia nel quadro delle politiche e dei meccanismi finanziari europei. Una sfida non da poco, in cui si intrecciano sviluppo infrastrutturale, visione strategica e credibilità istituzionale. Il governo italiano potrà ora procedere con maggiore certezza nella definizione del piano finanziario, con la prospettiva di dare il via a un progetto che promette di rivoluzionare i collegamenti tra la Sicilia e il resto della penisola.

In conclusione, il Ponte sullo Stretto, pur non rientrando nelle priorità sovranazionali del CEF, potrà comunque beneficiare di risorse europee, a patto che venga incardinato all’interno di percorsi di investimento coerenti con le priorità comunitarie in termini di infrastrutture sostenibili, digitalizzazione e competitività economica.


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