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MANFREDI BORSELLINO: MIO PADRE È STATO TRADITO

Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo ucciso dalla mafia in via D'Amelio insieme alla sua scorta 33 anni fa a Palermo, ha visita...


Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo ucciso dalla mafia in via D'Amelio insieme alla sua scorta 33 anni fa a Palermo, ha visitato il murale dedicato al magistrato realizzato da Andrea Buglisi a pochi passi dal luogo della strage. Nell'opera è raffigurato anche Giovanni Falcone.


Le lacrime di Manfredi Borsellino davanti al murale per papà Paolo: "Era un inguaribile ottimista". Parla con un nodo alla gola e la voce spezzata dall'emozione, pur mantenendo la compostezza di sempre. E lascia trasparire tutta la tenerezza di un figlio che non ha mai smesso di cercare verità e giustizia: "È stato tradito e lasciato solo anche dagli amici"

A pochi metri dal luogo della strage del 19 luglio 1992, in via D’Amelio a Palermo, nascerà il “Centro Sportivo Educativo Paolo Borsellino”. Ad annunciare l’apertura, prevista a ottobre 2025 al termine dei lavori di riqualificazione è anche la realizzazione di un progetto artistico di forte impatto simbolico: un murale firmato dal noto street artist Andrea Buglisi, autore di numerosi interventi pubblici legati alla memoria e all’identità civile. La mattina di giovedì 17 luglio l’artista ha consegnato l’opera, commissionata da Vivi Sano, a Manfredi Borsellino ed all’intera Comunità che se ne prenderà cura.

L’opera, pensata per dialogare con i giovani attraverso un linguaggio visivo pop e contemporaneo, racconta la figura del magistrato attraverso immagini potenti e simboliche. Al centro, il giudice bambino stringe tra le mani l’agenda rossa, metafora della verità da custodire e tramandare. Accanto a lui, la figura dell’amico e collega Giovanni Falcone, la Fiat 126 imbottita di esplosivo, e i corvi – simbolo della mafia – che si trasformano in gabbiani, segno di libertà e speranza.

«La realizzazione del murale è un modo per accendere riflettori sulla rinascita di quest’area, e per trasmettere ai giovani un messaggio attivo di memoria e di impegno civile. Un progetto, quello del centro sportivo, che abbiamo condiviso sin dalla progettazione con i figli di Paolo, con il Seminario Diocesano Italo Albanese e gli enti partner di Piana degli Albanesi», ha dichiarato Daniele Giliberti, presidente di Vivi Sano, associazione che ha realizzato e gestisce a Palermo il Parco della Salute al Foro Italico, la Casa delle Ninfee al Parco Piersanti Mattarella e il Parco dei Suoni, spazio inclusivo nato in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi Florio e Salamone di Palermo nell’area adiacente al luogo dove sorgerà il nuovo centro.

Lo spazio in fase di ristrutturazione grazie al sostegno del Ministro per lo Sport e i Giovani Abodi, da Banca d’Italia e da UniCredit, diverrà un centro sportivo polifunzionale, accessibile e aperto agli abitanti di Palermo e di Piana degli Albanesi, dove lo sport sarà motore di sviluppo sociale, strumento di crescita, inclusione e partecipazione. Un presidio educativo, nato nel cuore di un luogo profondamente segnato dalla storia, per generare nuovi orizzonti attraverso la cultura, l’arte e la pratica dell’attività fisica. Un progetto che intreccia bellezza e memoria, per dare forma concreta al cambiamento.

Con la voce rotta dall'emozione il figlio del giudice Borsellino, Manfredi ricorda quel padre coraggioso che ha combattuto una guerra contro la mafia insieme al giudice Falcone: "Mio padre quella guerra voleva vincerla ma gliel'hanno impedito. Siamo alla ricerca di questo amico che l'ha tradito ma, indipendentemente dal nome, in un momento drammatico della storia è stato lasciato solo dalle istituzioni e da quel mondo professionale, lavorativo e giudiziario che più di altri lo avrebbe dovuto blindare, proteggere e salvaguardare". 

"Non voglio dire come disse Nino Caponnetto nel giorno della strage che è finito tutto. - prosegue Manfredi visibilmente commosso - Io dico invece che è ripartito tutto. Anche da un murales come questo rinasce tutto. Può rinascere una città. I miei figli percorrono sempre questa strada e per me sarà molto emozionante che i loro figli, i miei nipoti, un giorno potranno vedere il murales e soprattutto osservarlo in un gesto di vittoria, perché mio padre era un inguaribile ottimista. La fotografia usata per l'opera è tratta da un album di famiglia". 


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