Nella mattinata odierna hanno avuto luogo le operazioni di sgombero dell’immobile in Via Watteau n. 7 a Milano di proprietà della società “L...
Nella mattinata odierna hanno avuto luogo le operazioni di sgombero dell’immobile in Via Watteau n. 7 a Milano di proprietà della società “L’Orologio s.r.l.”, occupato abusivamente da parte della “Associazione mamme antifasciste del Leoncavallo”. Al termine delle operazioni, la struttura è stato riconsegnata alla proprietà per la sua messa in sicurezza.
L’immobile in questione era stato occupato senza titolo dal settembre 1994, e l’autorità giudiziaria aveva da tempo condannato gli occupanti a rilasciare l’immobile. Dal 2005 vi sono stati numerosi tentativi di accesso da parte dell’Ufficiale Giudiziario, risultati infruttuosi. Al riguardo, la società proprietaria aveva promosso anche un’azione risarcitoria per il danno subito dal ritardo nell’esecuzione dell’ordine giudiziario di rilascio dell’immobile occupato e da ultimo la Corte di Appello di Milano – Seconda Sezione Civile, con sentenza resa il 29 ottobre 2024, aveva condannato il Ministero dell’Interno al risarcimento del danno a favore della società proprietaria, nella misura di euro 3.309.150,00 (euro 303.915,00 all’anno per gli ultimi dieci anni), nonché alle spese e agli interessi legali. L’esecuzione dello sgombero consentirà anche di evitare ulteriori azioni risarcitorie nei confronti dello Stato.
"In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole. Il Governo continuerà a far sì che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti". Lo scrive il presidente del Consiglio Giorgia Meloni su X.
"Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell’occupazione. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall’inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4.000 immobili, tra alloggi di edilizia residenziale pubblica ed edifici di particolare rilievo. Lo sgombero del Leoncavallo è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti". Così il ministro dell’interno, Matteo Piantedosi.
Il provvedimento col quale la Questura ha disposto lo sgombero del Leoncavallo è "anomalo" secondo l'avvocato Mirko Mazzali, che ha assistito il centro sociale nel corso della lunga vicenda giudiziaria il cui epilogo è arrivato oggi con l'esecuzione dell'ultima sentenza. L"anomalia", spiega Mazzali, deriva dal fatto che "le forze dell'ordine sarebbero dovute andare il 9 settembre, come indicato dall'ufficiale giudiziario, ma hanno anticipato a oggi con un'ordinanza del Questore. Bisogna capire la ragione e su quali presupposti è stato fatto". Per Mazzali, "ripetere dopo 40 anni lo sgombero del Leoncavallo non è un'idea felice e dimostra debolezza, andrà letta l'ordinanza del Questore. In ogni caso, esaurite le vie giudiziarie, ora il problema diventa politico perchè non è possibile che questa esperienza finisca così".
Nei mesi scorsi la “Associazione mamme antifasciste del Leoncavallo” ha presentato una manifestazione d'interesse al Comune per un immobile in via San Dionigi che poteva rappresentare un primo passo per lo spostamento del centro sociale.
"Lo sfratto era stato programmato per il 9 settembre, ma sapevamo che l'anticipo sarebbe potuto succedere per pressioni politiche ricevute dal ministero dell'Interno''. Così Marina Boer, presidente dell'associazione Mamme del Leoncavallo, appena uscita dai locali di via Watteau 7, in seguito allo sfratto in corso da questa mattina. Alla fine di tutto, dice, ''c'è molta delusione e amarezza; ora certamente ci rivolgeremo alla città per avere un riscontro e speriamo che non sia la fine. Certo -conclude - cercare un'alternativa logistica sarà molto difficile''.
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