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UN PONTE D'ORO SULLO STRETTO DI MESSINA

Nessuna “quadruplicazione” di stipendi tra il 2023 e il 2024, così la Stretto di Messina risponde ad alcune affermazioni riportate dai media...


Nessuna “quadruplicazione” di stipendi tra il 2023 e il 2024, così la Stretto di Messina risponde ad alcune affermazioni riportate dai media. 

In un articolo di Ilaria Proietti su Il Fatto Quotidiano si legge che "Nella Società riattivata da Matteo Salvini il personale è lievitato e le paghe quadruplicate rispetto al 2023: 4,5 milioni per i dirigenti e quasi 4 per i quadri". E che "Pietro Ciucci che deve accontentarsi della pensione d’oro dell’Anas e appena 240 mila euro di stipendio come amministratore delegato di Stretto di Messina Spa". E ancora leggiamo "se nel 2023 gli stipendi per 60 unità di personale sono stati pari a 2,5 milioni di euro, nel 2024 il costo per 24 persone in più è schizzato a oltre 9 milioni".

"E non è finita qui - scrive la giornalista - perché non è ancora terminato il reclutamento speciale a suon di regole vantaggiosissime: sono quelle ritoccate dal governo nel 2023 che avevano fatto alzare le antenne alle opposizioni. Per via di un decreto agostano con cui era stato cancellato il tetto dei 240 mila euro, incubo di chi s’impiega nelle società pubbliche".

La Società Stretto di Messina, in un comunicato afferma che la stessa "è ripartita nel giugno del 2023 e il costo del personale – pressoché interamente distaccato da Anas e RFI – riguarda soltanto pochi mesi del 2023, mentre per il 2024 si riferisce all’intero anno. I compensi per il CDA e in particolare per il Presidente e per l’Amministratore delegato sono stati fissati entro i limiti previsti dal cosiddetto “tetto ai compensi” definito dalle norme di legge in vigore".

"La deroga al tetto sui compensi, - prosegue la Società - prevista per legge per il solo personale dipendente di Stretto di Messina, riguarda attualmente due dirigenti di alto profilo e risponde alla necessità di assicurare alla società le professionalità idonee per la realizzazione di un’opera come il ponte sullo Stretto di Messina e, quindi, di essere in grado di dialogare, negoziare e controllare tutti i soggetti italiani e internazionali coinvolti nella realizzazione che possono contare su organizzazioni di primo livello. La società ha ricevuto dal Governo e dal Parlamento il compito di realizzare il Ponte sullo Stretto. L’organizzazione prevista è assolutamente in linea con standard internazionali per società di progetto impegnate in opere analoghe"

Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, intervistato dal nuovo settimanale economico “Moneta”, traccia lo stato di avanzamento del Ponte sullo Stretto di Messina. Nell’intervista, Ciucci ha ricordato lo stato dell’iter – che lo scorso mercoledì ha registrato l’approvazione del report IROPI dal Consiglio dei Ministri – mentre sono in corso di predisposizione le comunicazioni al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione Europea per gli aspetti relativi alla valutazione di incidenza ambientale. Tali procedure verranno concluse dopo Pasqua.

Il via libera del Cipess, che avrà luogo a valle dell’intero iter autorizzativo, è previsto a giugno e consentirà di potere avviare la progettazione esecutiva e il programma delle opere anticipate, quali accantieramento, bonifica da ordigni bellici, indagini archeologiche e, in maniera graduale, le procedure espropriative. L’amministratore delegato ha ricordato che il ponte è stato oggetto di critiche e fake news, come quella che l’opera sia già costata miliardi di euro mentre invece, come si evince dai bilanci di Stretto di Messina, sono stati spesi circa 300 milioni da quando è stata costituita la società, negli anni ‘80.

Il Ponte prevede un investimento complessivo pari a 13,5 miliardi – a fronte di un impatto sul PIL nazionale di 23 miliardi di euro – e ha già ottenuto il benestare di Governo e UE. Ciucci ha inoltre ricordato che la realizzazione del ponte verrà accompagnata da un grande piano di investimenti, pari a 70 miliardi di euro, su strade e linee ferroviarie di Sicilia e Calabria.

L’amministratore delegato ha infine citato le aziende che parteciperanno all’opera: il contraente generale Eurolink, guidato dall’italiana Webuild, affiancata da partner esteri di rilievo come la giapponese IHI, la spagnola Sacyr e la danese Cowi; la statunitense Parsons Transportation Group che, nel ruolo di Project Management Consultant, garantirà il controllo indipendente degli aspetti progettuali e costruttivi; Edison Next Environment, che monitorerà le ricadute ambientali e socioeconomiche.

Tra i principali capisaldi del 2024 e dei primi mesi del 2025, sono stati richiamati i seguenti passaggi: l’approvazione dell’aggiornamento del Progetto Definitivo del 2011; la conferma da parte del Consiglio Europeo dell’inserimento del ponte sullo Stretto di Messina nel corridoio ‘Scandinavo-Mediterraneo’; il cofinanziamento della Commissione Europea per la progettazione ferroviaria; la copertura integrale del costo dell’Opera pari a 13,5 miliardi con la Finanziaria 2025; il parere favorevole della Commissione di Valutazione di impatto ambientale; l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del cosiddetto “report IROPI”, ovvero “motivazioni imperative di rilevante interesse pubblico”, che consente di perfezionare le previste comunicazioni alla Commissione Europea per il completamento della Valutazione di Incidenza Ambientale.

A questo dovrà seguire l’esame del progetto definitivo e del piano economico finanziario da parte del Cipess. Dopo l’approvazione del Cipess saranno avviati i primi lavori e la progettazione esecutiva dell’intera opera.


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