Il prof. Maurizio Castagna, autore del saggio "Montelepre Caput Mundi", ha realizzato il progetto di un docufilm sulla strage di P...
Il prof. Maurizio Castagna, autore del saggio "Montelepre Caput Mundi", ha realizzato il progetto di un docufilm sulla strage di Portella della Ginestra che è stato già presentato a Catania e Palermo
Alla domanda "Ha senso oggi ricordare Portella?", ha risposto così:
"Portella non è solo Portella. Un episodio avvenuto in un lontano passato (sono 76 anni, oramai) in un luogo desolato e dimenticabile di una valle arsa siciliana, terra di vinti, in tutti i sensi. Non è soltanto questo. Altrimenti non avrebbe avuto senso né scrivere un saggio, né, per portarlo a termine, consultare centinaia e centinaia di documenti, leggere i testi più illuminati degli intellettuali e degli studiosi siciliani, parlare con un testimone dei fatti, presente nei momenti topici di quell’epopea di disperati, immaginare di proporre, addirittura!, un docufilm. Non sono un amante della riflessione sulle glorie passate, sebbene, le glorie passate, siano un buon motivo per riflettere della decadenza morale attuale. Eppure, Portella non è solo un episodio marginale della nostra Storia. Infatti, benché le vittime siano state di gran lunga inferiori a quelle della strage del ’44, individuata dagli storici come strage del pane, è Portella che viene agli onori della cronaca ogni primo maggio. Funzionale ad una narrazione asimmetrica dei fatti accaduti da parte di alcune fra le autorità centrali della nuova Italia o, peggio, ad una narrazione egemone utile ai cosiddetti alleati, in realtà “occupanti” statunitensi-come altro dovrei definirli, visto il numero esorbitante delle loro basi militari in territorio siciliano?
No, Portella fu, ad onta di quanto creduto ed assorbito nel tessuto emozionale dei siciliani, il crocevia di una battaglia di giganti, di quei draghi vincitori che si apprestavano a spartirsi il mondo, sulle carni lacerate di un’Europa devastata, privata della sua più bella gioventù, falcidiata dalla malvagità della guerra, resa povera da lutti e bombardamenti indiscriminati.
Fu il lascito della concorrenza imperiale tra americani e britannici, al cospetto di una Unione Sovietica che pretendeva di sedersi per sempre al tavolo dei vincitori. E Portella fu anche di più, il lascito dell’efficienza criminale dei servizi segreti, soprattutto statunitensi che, da allora in poi, falsificarono i fatti accaduti, e quelli che sarebbero accaduti, organizzando l’Italia come terreno di esperienza manipolatoria della cronaca civile. Riuscendo ad attirare nelle operazioni sotto copertura, utili al dispotismo finanziario e politico occidentale, prima i mafiosi, utilizzati come manodopera criminale, poi gli estremisti di ogni colore, di destra e di sinistra, illusi da facili vittorie o, peggio, da altrettanto facili guadagni. William Colby, incurante delle reazioni-che infatti non ci sono state, come si conviene ad una nazione vinta e sottomessa e a cittadini distratti ed egoisti- da ex ufficiale della CIA (che sostituì, soltanto come sigla, l’OSS del secondo dopoguerra) lo confessò candidamente, pur non entrando nei particolari. Anzi aggiunse che, dal laboratorio Italia, gli USA trassero l’esperienza necessaria per organizzare eventi luttuosi in tutto il mondo.
(E sappiamo anche, più che dalle cronache dei fatti accaduti, dai sussurri e dalle grida di coraggiosi giornalisti di inchiesta, quanto i nostri servizi- il “deep”, come si usa dire, dei nostri servizi- siano coinvolti nella gestione dei fatti di sangue di questo povero paese).
Quindi Portella fu la prima strage “manipolata” dall’OSS e dai servizi segreti della nuova Italia repubblicana. Oggi, nulla è cambiato. Per questo è necessario girare un docufilm. Apprestiamoci a farlo".
Maurizio Castagna
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