Ci eravamo ispirati alla grafica di “Kill Bill” per il volume 1 della nostra stagionale teatrale e dentro i medesimi margini intendiamo continuare a muoverci. Seduti sulle poltroncine rosse del Teatro Primo, del resto, siamo convinti si possa persino volare, trasformati da quella magia che solo il palcoscenico sa regalare. Fuori, il mondo, tuona di orrori. Il teatro e l’arte tutta non sappiamo se arriveranno a salvarci, ma di certo riusciranno nell’intento di distrarci, di semplificare qualche ora della nostra esistenza.
Nel solco della consueta attenzione che il Teatro Primo riserva alla drammaturgia contemporanea, è stato allestito un cartellone di tre capitoli che corrispondono a tre spettacoli, cui assistere in sicurezza e nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid. Il secondo volume della stagione comincia il 25 marzo, alle 17:30 e in replica alle 21:30, con Così è (o mi pare), una riscrittura per realtà virtuale di “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello, adattamento e regia di Elio Germano, con Elio Germano, Gaetano Bruno, Serena Barone, Michele Sinisi, Natale Magni, Caterina Biasiol, Daniele Parisi, Maria Sole Mansutti, Gioia Salvatori, Marco Ripoldi, Fabrizio Careddu, Davide Grillo, Bruno Valente, Lisio Castiglia, Luisa Bosi, Ivo Romagnoli, e con la partecipazione di Isabella Ragonese e Pippo Di Marca.
“Così è (o mi pare)” è un progetto presentato da Fondazione Teatro della Toscana, Infinito Produzioni Teatrali, Gold Productions, Argot produzioni. Per il Teatro della Toscana le nuove tecnologie si configurano come campi di ricerca per affrontare i classici da un punto di vista differente. La grande opportunità è quella di creare progetti specifici fruibili in maniera non sostitutiva al teatro. Ovvero, creazioni che nascono dal teatro e che al teatro ritornano. La sfida è sui contenuti e sui modi per realizzarli. Le riprese si sono svolte presso la Tenuta Bossi dei Marchesi Gondi e il Teatro della Pergola di Firenze, che con il suo Direttore artistico Stefano Accorsi ha fortemente voluto questo progetto, che segna proprio l’inizio di un cammino ideativo comune con Elio Germano.
In un salotto dell’alta borghesia si sviluppa “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello che mette in discussione l’idea di “verità assoluta”: un intero paesino viene turbato dall’arrivo del signor Ponza e della signora Frola, un genero e sua suocera che sembrano raccontare versioni diverse di una stessa storia con “protagonista” la moglie e figlia, la signora Ponza. I cittadini non sanno più a chi e a che cosa credere, ma non possono smettere di indagare alla ricerca di una verità che, forse, non esiste. “Così è (o mi pare)” cala il testo pirandelliano nella società moderna, dove “spiare” l’altro risulta ancora più semplice grazie all’uso dei nuovi media. Lo spettacolo è stato infatti pensato per essere realizzato in realtà virtuale, un nuovo strumento tecnologico, tra cinema e teatro, in grado di porre lo spettatore al centro della scena. Tramite cuffie e visori il pubblico si trova a essere non più a teatro, ma all'interno del lussuoso appartamento dove si svolge la storia, più precisamente all'interno del corpo di uno dei personaggi, che vede e ascolta tutto: il Commendator Laudisi, anziano padre di Lamberto, su una sedia a rotelle, invenzione non presente nel copione originale. Si apre così la possibilità di un'esperienza unica nel suo genere, utile alla finalità del racconto e alla riflessione sul tema pirandelliano di cosa sia reale e cosa sia vero. La prospettiva è duplice: individuale e collettiva. Attraverso la visione simultanea, lo spettatore si trova immerso nella stessa vicenda a cui assistono gli altri, ma può scegliere lui dove e cosa guardare. Contemporaneamente, nello stesso spazio, altre persone fanno la sua medesima esperienza tanto che al termine è possibile confrontarsi rispetto a quanto visto e sperimentato. Esattamente come a margine di uno spettacolo teatrale o di un film.
Il 9 e 10 aprile sarà la volta di Temporanea dimora, ispirato a “Una specie di Alaska” di Harold Pinter, regia di Stefania Pecora, con Orazio Berenato, Chiara Trimarchi e Stefania Pecora, Produzione Teatro dei Naviganti. Chiuderà il secondo volume, il 30 aprile e l’1 maggio, lo spettacolo Passi sulla mia testa, drammaturgia di Fabio Butera, regia di Fabio Butera e Luca Michienzi, con Francesco Gallelli, Produzione Compagnia Teatro del Carro.
Per accedere al Teatro Primo di via Delle Filande n. 29 di Villa San Giovanni saranno obbligatori prenotazione (al n. 347.6973297), super green pass e mascherina. I biglietti prenotati possono essere ritirati fino a 20 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.