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LE CONFESSIONI DI UN PENTITO NELLA PIÈCE "ALLA FURCA"


Prosegue a Messina la rassegna del Cortile Teatro Festival con “Alla Furca” in scena stasera, 5 luglio, ore 20:30, nel cortile del Palazzo Calapaj – D’Alcontres. La confessione di un piccolo potente, un leone di carta che si pente e allo stesso tempo si autoassolve. 


Dopo il successo di “Quadri di una rivoluzione” di Tino Caspanello, andato oltre ogni previsione, e il tutto esaurito de “L’inferno e la fanciulla”, il cartellone del Cortile Teatro Festival, a cura del Castello di Sancio Panza, presenta un altro appuntamento di primo piano: “Alla Furca”, scritto e diretto da Orazio Condorelli, prodotto dalla Fondazione Teatro Tina Di Lorenzo di Noto, disegno luci di Roberto Zorn Bonaventura e musiche di Flavio Riva. 


Lo spettacolo trae l'ispirazione dalla lettura de “il pataffio”, un romanzo di Luigi Malerba ambientato in un medioevo vago e grottesco rappresentato non da cavalieri, dame e valori cortesi ma da tempi bui e ridicoli. L’impianto visivo di “Alla Furca”, traslato dal medioevo al contemporaneo, mette in scena la confessione di un pentito, compiuta dentro l’aula di un tribunale. Un’amara fotografia sul presente e sul potere che logora internamente chi lo possiede. Il dialetto siciliano diventa lingua di scena, fondendosi con la musica che parte da rumori di catene, da suoni sgangherati di ferrame. Al centro del palco non c'è un narratore ma una voce solista, quella dell'attore Salvatore Tringali che interpreta un piccolo potente, un leone di carta che si pente e allo stesso tempo si autoassolve. Un personaggio che rispecchia l’inconsistenza apocalittica dei nostri giorni.




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