Oggi pomeriggio sono stati celebrati i funerali dell'avvocato e giornalista Mino Licordari nella Basilica Cattedrale Protometropolitana di Messina in Piazza Duomo affollata di amici, conoscenti, colleghi, cittadini comuni e tifosi con striscioni che lo stimavano per le sue qualità umane e professionali.
Mino Licordari è andato via il primo giorno di primavera, colpito da un infarto al suo grande e generoso cuore. Aveva 73 anni. La notizia della sua scomparsa ha fatto il giro del web e nei social sono stati tanti gli attestati di stima rivolti a colui che ha inventato un nuovo modo di fare informazione e comunicazione rivolgendosi soprattutto alle grandi masse e coinvolgendo i telespettatori che intervenivano tramite mail o sms (ancora non esistevano Facebook e Twitter) per esprimere la loro opinione.
E proprio su Facebook è stato creato un gruppo che prevede una raccolta firme per intitolare Una Via di Messina a Mino Licordari, un progetto in itinere promosso dal giornalista Fabio Mazzeo che è stato direttore di TeleVip, una emittente privata messinese dove Licordari, con l'umiltà che appartiene solo ai grandi, ha prestato la sua opera professionale dopo aver lasciato Rtp, fondata nel 1976 dall'avv. Franco Saccà, uomo buono e generoso, a cui non è stato dato il giusto tributo dai messinesi, ma l'uomo comune si sa ha la memoria corta...!
Auguriamoci che, stavolta, non accada la stessa cosa con Mino Licordari che proprio nell'ultima intervista diceva di aver ricevuto tanto da Messina ma di aver anche dato tantissimo. Ma anche se non fosse possibile titolargli una strada potrebbe anche andare bene una sala stampa di uno stadio oppure, perchè no? una statua posta vicino alla sede della ex Rtp, o un suo ritratto, come quelli già fatti dagli artisti di strada, e che sia ben visibile da chi arriva a Messina e conosca quello che è stato uno dei figli più illustri della Città dello Stretto.
Da quanto si apprende, molto probabilmente sarà intitolata a Mino Licordari la Sala Stampa dello Stadio San Filippo già intitolato all'allenatore Franco Scoglio. E domani pomeriggio, alle ore 15, in occasione del confronto tra le squadre di Catania e Messina, allo Stadio Massimino verrà osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Licordari.
Da quanto si apprende, molto probabilmente sarà intitolata a Mino Licordari la Sala Stampa dello Stadio San Filippo già intitolato all'allenatore Franco Scoglio. E domani pomeriggio, alle ore 15, in occasione del confronto tra le squadre di Catania e Messina, allo Stadio Massimino verrà osservato un minuto di raccoglimento in memoria di Licordari.
Mino Licordari era un uomo liberto e forte, come il titolo di un suo programma, e non aveva peli sulla lingua, quello che doveva dire lo diceva guardando dritto nella telecamera. Forse per questo, la sera del 20 giugno del 1987, l'anchorman televisivo fu vittima di un attentato, gli spararono 4 colpi di pistola che lo ferirono quasi mortalmente. All'agguato è seguito un processo che si è concluso con la condanna del mandante e dell'esecutore materiale del deprecabile gesto.
Dopo l'emittente Rtp, nella quale era tornato recentemente con il nuovo talk show "Messina c'è", Mino Licordari aveva condotto altre trasmissioni di successo in altre tv private come Telespazio, Telecolor e Tcf. I suoi programmi, seguitissimi, nascevano per intrattenere il pubblico sportivo ma strizzavano anche l'occhio a quello politico con un savoir-faire che gli era naturalmente proprio. Ed è stato proprio in una sua creatura dal titolo emblematico "Palle, pallini e palloni" che l'ho conosciuto personalmente oltre 15 anni fa. Ero andata ad accompagnare il mio ex compagno, che era uno degli opinionisti del programma, e stavo dietro le quinte, come si suol dire. In uno dei momenti di pausa Mino venne da me e dicendomi semplicemente "vieni qui" mi accompagnò, prendendomi la mano, davanti alle telecamere e diventai così nota come la "piacente signora bionda", appellativo datomi simpaticamente da Licordari. Di solito, dopo le trasmissioni seguivano le cene ed è stato in quelle occasioni che ho scoperto e apprezzato la sua umanità. Sarebbe bello che venissero rimandate in onda, anche in tarda serata, alcune puntate di suoi vecchi talk show.
Dopo l'emittente Rtp, nella quale era tornato recentemente con il nuovo talk show "Messina c'è", Mino Licordari aveva condotto altre trasmissioni di successo in altre tv private come Telespazio, Telecolor e Tcf. I suoi programmi, seguitissimi, nascevano per intrattenere il pubblico sportivo ma strizzavano anche l'occhio a quello politico con un savoir-faire che gli era naturalmente proprio. Ed è stato proprio in una sua creatura dal titolo emblematico "Palle, pallini e palloni" che l'ho conosciuto personalmente oltre 15 anni fa. Ero andata ad accompagnare il mio ex compagno, che era uno degli opinionisti del programma, e stavo dietro le quinte, come si suol dire. In uno dei momenti di pausa Mino venne da me e dicendomi semplicemente "vieni qui" mi accompagnò, prendendomi la mano, davanti alle telecamere e diventai così nota come la "piacente signora bionda", appellativo datomi simpaticamente da Licordari. Di solito, dopo le trasmissioni seguivano le cene ed è stato in quelle occasioni che ho scoperto e apprezzato la sua umanità. Sarebbe bello che venissero rimandate in onda, anche in tarda serata, alcune puntate di suoi vecchi talk show.
Di lui serbo il ricordo di una persona buona e innamorata della vita, del suo lavoro e, soprattutto, della sua famiglia. Era un padre straordinario... molto orgoglioso del figlio Maurizio Licordari che ha ereditato la sua stessa passione per il giornalismo sportivo e che in una lettera aperta indirizzata al padre ieri ha scritto sul suo profilo facebook:
Rammento ancora quando andai al funerale di sua moglie Mariella Ardizzone, presenza silente e preziosa dei suoi programmi, Mino era senza lacrime perchè doveva asciugare quelle dei suoi figli. Era la loro roccia. Oggi, purtroppo, si è celebrato il suo! Peccato che il sindaco di Messina, Renato Accorinti non abbia proclamato il lutto cittadino così come avrebbe meritato Mino Licordari. Una bandiera a mezz'asta non cambia, ahimè, il corso delle cose ma sarebbe stato comunque un bel gesto così come riprendere in diretta i suoi funerali per dare la possibilità, a chi non ha potuto presenziare, di potergli dare l'ultimo saluto.
"Due giorni fa era la festa del papà. Leggevo divertito le parole di tanti figli orgogliosi dei propri padri. Lodati ed elogiati, come forse nessuno degli scrittori improvvisati, di quelle giornate, aveva fatto capire a loro, al momento giusto. I loro eroi. Ho avuto la tentazione di scrivere qualcosa anch'io. Ma poi ho resistito. Perché a casa nostra le ricorrenze "istituzionali" non erano mica poi così sentite. Mi hai insegnato che l'affetto e la stima si dimostrano ogni giorno. E ho provato a farlo, con te. Al netto dei litigi e delle incomprensioni che due uomini con quarant'anni di differenza fronteggiano ogni giorno.Il destino è stato beffardo. Era forse l'ultima occasione per scriverti con la certezza che saresti riuscito a leggermi. Lo facevi sempre, quasi sempre di nascosto. A volte, però, qualcuno faceva la spia. E scoprivo se e quanto avessi apprezzato ciò che facevo. Raramente mi hai detto che eri orgoglioso di me. Non perché non accadesse, intendiamoci. Solo perché non volevi che mi fermassi. Il tuo insegnamento più grande è sempre stato questo. Corri. Non fermarti. Non guardare cosa hai fatto di buono, guarda ciò che potresti far meglio.Lavora. Quanto e più degli altri. Perché non serve esser bravi se c'è qualcuno che lavora più di te. Avrei voluto darti un millesimo di ciò che tu hai dato a me.Avrei voluto dirti grazie per essere stato padre, amico, maestro. Eroe. Perché - lo sai - non ho mai provato a imitarti, consapevole, forse, che non ci sarei riuscito. Ho sempre cercato la mia strada e continuerò a farlo. Però il mio eroe lo sei sempre stato. E mi hai insegnato che quando si affronta un grande dolore bisogna trovare un modo per andare avanti. Ci proverò, anche stavolta. Ma è dura, pa'. Ora ti saluto. Vado a fare la barba. Che tanto lo so che mica l'hai mandata giù davvero. Fai bei sogni. E sappi che, se e quando toccherà a me, proverò a essere un padre straordinario. Proprio come lo sei stato tu".
Rammento ancora quando andai al funerale di sua moglie Mariella Ardizzone, presenza silente e preziosa dei suoi programmi, Mino era senza lacrime perchè doveva asciugare quelle dei suoi figli. Era la loro roccia. Oggi, purtroppo, si è celebrato il suo! Peccato che il sindaco di Messina, Renato Accorinti non abbia proclamato il lutto cittadino così come avrebbe meritato Mino Licordari. Una bandiera a mezz'asta non cambia, ahimè, il corso delle cose ma sarebbe stato comunque un bel gesto così come riprendere in diretta i suoi funerali per dare la possibilità, a chi non ha potuto presenziare, di potergli dare l'ultimo saluto.
Ciao Mino
Antonella Di Pietro
Pubblicato da Fabio Mazzeo su Martedì 22 marzo 2016