Saro Visicaro, portavoce dell'Associazione Radicale “Leonardo Sciascia”, con una nota titolata "L’ex Fiera e la Città non sono feudi di nessuno", dove opinava sul Bando per la gestione e il recupero dell’ex area fieristica messinese sollevando alcune perplessità sulla sua destinazione d'uso, ha indotto il sindaco Renato Accorinti a chiarire alcuni aspetti della vicenda attraverso un comunicato.
“L'Amministrazione comunale ha sempre partecipato alle riunioni promosse dall'Autorità Portuale per dare nuovo slancio vitale alla pregevole area occupata dalla Fiera. A seguito di alcuni incontri l'Amministrazione ha proposto, in maniera estesa, alcuni punti che ritiene possano essere una base necessaria per la costruzione di un bando di assegnazione. In particolare - ha dichiarato il sindaco di Messina, Renato Accorinti - si considera necessario prevedere la fruibilità piena e libera del maggior numero di aree, la valorizzazione culturale con particolare riferimento alla realizzazione di un museo del mito e del mare e al teatro, la valorizzazione economica con elementi quali la cittadella del made in Sicily per la promozione delle eccellenze enogastronomiche e dell’identità culturale della nostra Terra. Inoltre la proposta turistica, con l'attivazione di un punto panoramico sullo Stretto, offerte interattive e multilinguistiche e di accoglienza per il turista, crocerista e non. La stessa Amministrazione ha peraltro espresso perplessità sulla previsione di un concessionario unico per 20 anni per tutta l’Area, considerando invece utile per la Città la gestione pubblica degli spazi destinati alla cultura ed alle attività teatrali. Alle proposte del Comune è stato risposto che l’intenzione dell'Autorità Portuale è di redigere un bando estremamente aperto, per evitare di vincolare l'estro e la fantasia delle proposte progettuali, rimandando in sede di aggiudicazione le valutazioni sulle proposte ricevute.
Siamo invece convinti - prosegue Accorinti - che il momento “politico” di un affidamento è la stesura del bando, non l'aggiudicazione che, non a caso, è affidata ad una commissione di tecnici, a garanzia essenzialmente di trasparenza e legalità. Sulla base di queste premesse abbiamo manifestato l’evidente necessità di un approfondimento delle scelte di bando e di un confronto aperto a tutta la Città. In ultimo abbiamo ricordato che, indipendentemente dall'iter che l'Autorità Portuale intenderà seguire, l'area Fieristica è un'area indiscutibilmente urbana e non portuale e che per questo è stata depositata presso la Commissione di Delimitazione istituita dalla Capitaneria di Porto idonea documentazione tecnica di supporto, prodotta dagli uffici del Patrimonio comunale.
Così come già fatto nei giorni scorsi con l’ASP – conclude Accorinti – nello spirito di leale collaborazione fra Istituzioni e nel superiore interesse pubblico, confidiamo in una soluzione concordata anche con l’Autorità Portuale, riconoscendo il ruolo del Comune come garante del percorso democratico in merito a scelte che interessano un’area di incommensurabile valore per la nostra Città”.
"Puntuali e ripetitivi arrivano gli annunci e i contro annunci. - scrive nella sua nota Saro Visicaro, portavoce dell'Associazione Radicale “Leonardo Sciascia” - Sembra uno di quei programmi televisivi dove tutti litigano con tutti. Ma solo a telecamere accese. L’ultimo varietà riguarda il “Bando per la gestione dell’area dell’ex Fiera”. Invece di entrare nel merito della questione, nei dettagli, nello specifico ognuno interviene replicando e sparando più lontano. Cosa poi sappiano veramente di tutto ciò i cittadini è facile immaginarlo. Praticamente nulla. Quando l’Ente Fiera è stato costretto a sciogliersi e decine di persone hanno perso il posto di lavoro nessuno si è però scandalizzato. Tutti, politici e non, hanno assecondato la violenza con la quale l’Autorità portuale e il suo comitato di gestione hanno deciso di eliminare un’azienda e un evento storico altamente simbolico per la città di Messina come la Campionaria. Dopo di ciò, per anni, hanno tenuto militarmente chiusa quella ricchezza concedendola soltanto a loro esclusivo piacimento. In attesa di un…bando. Nel mentre gli appalti per il recupero della cittadella fieristica si sono moltiplicati e dilatati. Mentre gli anni scorrevano l’Autorità Portuale decideva (con il silenzio assenso di tutti) che l’ex teatro invece di essere ristrutturato andava demolito e sostituito con un bel cubo di cemento che ospiterà chissà che cosa.
Tutti questi passaggi - continua Visicaro - hanno anche significato incarichi, parcelle, etc. Intanto l’amministrazione Accorinti delegava l’ing. De Cola a stendere un bando per la concessione di quello che era stato l’ex Chalet. A prescindere dalla stessa approvazione definitiva del Piano regolatore del porto e, quindi, indipendentemente da cosa in quello spazio si sarebbe deciso di localizzare, di quale destinazione d’uso dare. Le assurdità e le anomalie di questa città delle quali però nessuno si scandalizza mai. Poi, davanti al disfacimento di ogni bene (dall’ex Margherita, al Tirone, alla Cittadella etc.) arriva sempre qualche mente “illuminata” che reclama investimenti e progetti per la povera città abbandonata…Ognuno si riempie e ci sommerge di implorazioni sulla necessità del confronto, del dialogo, del bene dei e per i cittadini…. Ma a quali cittadini si riferiscono costoro? Ai sudditi, probabilmente, non certo per loro colpa, che non conoscono i fatti. Certo, proporre la riqualificazione di un bene non può che suscitare approvazione. Ma non fare conoscere i dettagli di ogni destinazione è sempre un’operazione truffaldina finalizzata alla inconsapevole accettazione. Quello che non si gradisce è che in una democrazia esistono dei passaggi precisi e ineludibili. Dei comportamenti amministrativi che dovrebbero essere trasparenti e pubblici. Prassi che in questa città non esistono mai. E, meno che mai, con questa amministrazione che, a differenza delle precedenti ha come strategia quella di rimescolare le carte e di confondere i più ingenui. Altro non è che quest’ultima trovata del sindaco Accorinti che, come un’anima bella, estrae dal cilindro i “dubbi sulla titolarità delle aree dell’ex fiera”. Fuori tempo massimo. Fuori contesto. Fuori da ogni logica. L’unica logica forse è però quella che ancora una volta si agisce come se Messina fosse feudo di qualcuno. Un feudo occupato da “baroni” travestiti da gentlemen e prestigiatori.
Gli strumenti - conclude Visicaro - per rendere partecipate le decisioni esistono. Come esistono i passaggi intermedi alle decisioni finali. Stravolgere i processi di programmazione e pianificazione urbanistica del territorio significa soltanto comportarsi come coloro che vogliono favorire intrecci e affari tra politica e zone grigie della finanza".
A.D.P.