Su iniziativa del Centro Internazionale Scrittori CIS della Calabria, lunedì 1° giugno si è tenuto, nel salone della Libreria "Culture" di Reggio Calabria, l’evento di presentazione del progetto cinematografico "Colapesce - Flusso Luminoso" ideato e coordinato dal regista e sceneggiatore Antonello Irrera con la collaborazione del poeta e scrittore Antonio Cattino.
I due autori, entrambi messinesi, ed i relatori, il prof. Giuseppe Restifo, docente ordinario di Storia Moderna presso l’Università di Messina, e la dott.ssa Elina Gugliuzzo, ricercatrice della Facoltà di Scienze Umanistiche presso l’Università di Napoli Telematica Pegaso, sono stati presentati dalla Presidente del CIS Calabria, prof.ssa Loreley Rosita Borruto che ha tratteggiato le linee essenziali del racconto di Antonio Cattino "Cola ‘U Pisci - Nel Mito di Colapesce" ,soffermandosi sulle caratteristiche innovative e didascaliche del racconto che insieme al corto "Feedback - Colapesce - Flusso Luminoso" di Antonello Irrera, proiettato per l'occasione, compongono il soggetto del lungometraggio, facendone una fiaba moderna, che ha come scenario l’intero Stretto di Messina, in cui riemergono miti e leggende e tradizioni comuni alle due sponde.
In quest’ottica il relatore prof. Giuseppe Restifo ha sottolineato il ruolo che ha per la cultura, lo studio e la ricerca dei modi di pensare e delle tradizioni delle popolazioni di un determinato territorio nel corso dei secoli, che poi nella loro stratificazione e rielaborazione, formano il carattere di un popolo. Questo concetto è stato sviluppato dalla dott.ssa Elina Gugliuzzo nel suo intervento, in cui ha affermato come rielaborare e reinventare la tradizione è un’operazione legittima, che anche nel passato è stata operata per ridarle nuova linfa e renderla funzionale al progresso di un determinato popolo.
Sia Antonio Cattino che Antonello Irrera hanno accolto nei loro interventi le affermazioni dei due relatori tratteggiando le finalità del lavoro portato avanti in questo progetto, che è quello di riscoprire in Colapesce, il mitico eroe della tradizione dello Stretto, un eroe positivo, da consegnare alle nuove generazioni. Colapesce diviene così un simbolo che esce dalla leggenda per caratterizzare col suo altruismo, la sua abnegazione verso il suo popolo e l’attaccamento che supera i secoli e le avversità, ad un amore puro verso una ragazza, la principessina Costanza che s’identifica ai giorni nostri con Nina, la maestrina di Torre Faro.
Nel corso dell’incontro, l'attrice Clara Russo ha interpretato un brano del racconto "Cola ‘U Pisci" di Antonio Cattino ed alcune poesie dello stesso autore in appendice al racconto, mentre la professoressa Rosita Borruto (in italiano) e Antonello Irrera (in dialetto messinese) hanno recitato l’invocazione della Nereide presente nel cortometraggio "Feedback - Colapesce - Flusso Luminoso". Sia il cortometraggio che il racconto, sono stati graditi dal numeroso pubblico degli intervenuti.
Complimenti ai nostri gentili amici messinesi, che( in più occasioni abbiamo commentato), ricchi del fluido delle onde pur dentro la nostra calda e ballerina terra di confine , hanno ''rivisitato'' il nostro mondo mitico, forte di storia antichissima e tuttavia sempre attuale. La presenza delle ninfe, di Nettuno dei poemi di Omero e Virgilio sono dentro le nostre pagine ed il vento soffia sulle correnti discenti ed ascendenti lo stesso spettacolare Stretto. I nostri colli dirimpettai ai monti sovrastanti di Scilla e Cariddi sono ripresi in tele da famosi pittori, in primis da : Antonello da Messina. 'Colapisci' è nella leggenda e nel cuore generoso delle genti,che hanno vissuto lungo le coste ed in particolare quelle di punta Faro. Luogo sottilissimo che si spinge verso il continente, quasi a chiedere voce e conferma di aneddoti che sono tanto vicini e comuni alle vicinissime lande calabresi. Le tre estremità di 'confine' di tale magico e profumato triangolo sono caratterizzanti di una luminosissima Isola al centro del Mar Nostrum. Le gesta di greci, romani hanno lasciato tante tracce e civiltà nei reperti sopra e dentro i muri di ogni contrada. Siamo stati testimoni di diversi ed interessanti incontri con la poetessa messinesissima M.Costa, che attraverso poesie e cantate, ha richiamato con forza ,le mille imprese di Colapesce , sempre in mare e pronto a sorreggere le sorti di quel promontorio ( pur colpito da sismi) tra due mari e colorato di verde e di azzurro e nella piana d'acqua d'azzurrissimo...- Grazie ancora per ogni verso scolpito in libri lindissimi ed immagini suggestive. Ad maiora et ad meliora. Vs /Roberto Lo Presti da Messina
RispondiEliminaUn lungomare chiamato solitudine. poesia di Antonio Cattino
RispondiEliminain ricordo di Mia Martini.
E’ lì che quando sento
dell’anima intesa solitudine
amo andare a dipanar i miei passi
in luogo antico fra memorie e mare;
Diana mi accompagna
ed il suo viso di giovane fanciulla
aspro e abbronzato m’illumina il pensiero
dei luoghi della caccia lei mi racconta;
Di Scilla le colline degradanti
verso la Rocca e poi per l’Aspromonte
e di Cariddi la punta che protende
il bel Peloro fino in mezzo al mare;
Fra palme e scogli da brezza accarezzati
figura snella biancovestita appare
essa ci vede e largo ci sorride
di donna come sol’ei sa fare;
Io sono Mia ritorno in questo luogo
dove la solitudine mi lascia
lenisco le ferite della vita
da qui Bagnara scorgo oltre il mare;
La gioventù ricordo,le allegre comitive
quando le trecce girate a far corona
fin sulla fronte mia madre mi poneva
nell’aria del mare i primi amori,
gioventù odorosa, come di rosa;
Discorrere fu lieve del tempo vissuto
io Diana e Mia ci soffermammo
fin sulla rena le barche accarezzando
poi loro svanirono all’albeggiare
ed io pago della notte già trascorsa
verso le mie solitudini tornai.
Antonio Cattino © 28 Aprile 2013.