Una brutta notizia che mette una tristezza infinita a tutti gli appassionati della buona musica. Ci lascia B.B. King, all'età di 89 anni, dopo aver combattuto a lungo col diabete (l'artista era stato ricoverato più volte negli ultimi anni e le sue condizioni di salute non lasciavano presagire nulla di buono).
Era una persona speciale. Assieme a Freddie King ed Albert King, rappresentava il terzo leggendario Re del Blues. B.B. King era molte cose: eccelso sia come cantante che come chitarrista. In molte sue canzoni era solito realizzare memorabili dialoghi tra la sua voce e la sua chitarra. Il suo stile e le sue tecniche esecutive sarebbero poi state riprese e divenute fonte di ispirazione per moltissimi musicisti. Il suo particolare "vibrato", sempre molto sofferto e potente, è ancora oggi ineguagliato.
B.B. ha sempre suonato con la sua Gibson "Lucille", una chitarra elettrica personalizzata, molto simile ad un modello storico, la 335. Non aveva, però, le caratteristiche "buche" perché a suo dire causavano eccessiva rumorosità. Il nome? Nato da un episodio curioso raccontato dallo stesso artista. Dopo un concerto, mentre si trovava in un albergo, avvenne un litigio tra due uomini, i quali causarono un pericoloso incendio. Entrambi erano innamorati della stessa donna: il suo nome era proprio Lucille. B.B. tornò indietro e rischiò la vita per salvare la sua amata chitarra. Una chitarra salvata dal fuoco. Lo stesso fuoco e la stessa passione che vivono e vivranno per sempre dentro le sue canzoni.
La sua carriera lo ha portato a lavorare coi migliori, con artisti come Clapton, Beck, Hendrix, fino agli U2 e tutti ne hanno riconosciuto l'immensa grandezza. Era il punto di riferimento per tutti. B.B. King è stato per il blues ciò che Armstrong e Davis sono stati per il Jazz e ciò che Elvis e Chuck Berry hanno rappresentato per il rock. Una leggenda unica ed inimitabile, che ci lascia una eredità immensa costituita da oltre 50 dischi tra studio e live.
Da segnalare "Singin' The Blues" (1957) e "The Blues" (1958) vere e proprie pietre miliari del genere. E poi c'è il mitico "Live at the Regal" (1964), un capolavoro immenso, in grado di stupire ancora oggi.
Semplicemente grazie, Re del Blues.
©Dylan