Presentato a Palermo il progetto per la protezione ed il ripopolamento dell'ittiofauna di Capo Peloro. Soddisfatto il Consigliere del Pdr - Patto dei democratici per le riforme - Messina, Giuseppe Sanò che ha promosso l’iniziativa.
Soddisfazione è stata espressa dal consigliere della VI Circoscrizione del Comune di Messina, Giuseppe Sanò che, con tutto il quartiere della Zona Nord, ha dato l’input al progetto per il ripopolamento dell’ittiofauna di Capo Peloro, predisponendo i tavoli tecnici e facendosi parte attiva e promotrice delle operazioni nei confronti dell’Amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Filippo Cucinotta.
"Il progetto, una volta approvato, inizialmente coprirà una piccola fascia costiera - spiega Giuseppe Sanò - perciò sarà di fondamentale importanza che tutti i comportamenti illeciti vengano prontamente denunciati alle autorità competenti. Attualmente, sono in pochi a distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è, ovviamente oltre ai pescatori di frodo, dunque ritengo che possa essere utile una campagna mirata a sensibilizzare i fruitori del mare, insistendo sulle reali condizioni di depauperamento che le risorse ittiche stanno subendo. Il progetto ha lo scopo di proteggere la fauna ittica e contestualmente favorirne il ripopolamento, garantendoci un futuro. Quando il progetto sarà una realtà, si avrà la possibilità di creare nuove opportunità lavorative come ad esempio la pesca turismo o le immersioni guidate. Insomma se imparassimo a rispettare il mare lui continuerebbe a ripagarci con la sua infinita bellezza".
"Il progetto, una volta approvato, inizialmente coprirà una piccola fascia costiera - spiega Giuseppe Sanò - perciò sarà di fondamentale importanza che tutti i comportamenti illeciti vengano prontamente denunciati alle autorità competenti. Attualmente, sono in pochi a distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è, ovviamente oltre ai pescatori di frodo, dunque ritengo che possa essere utile una campagna mirata a sensibilizzare i fruitori del mare, insistendo sulle reali condizioni di depauperamento che le risorse ittiche stanno subendo. Il progetto ha lo scopo di proteggere la fauna ittica e contestualmente favorirne il ripopolamento, garantendoci un futuro. Quando il progetto sarà una realtà, si avrà la possibilità di creare nuove opportunità lavorative come ad esempio la pesca turismo o le immersioni guidate. Insomma se imparassimo a rispettare il mare lui continuerebbe a ripagarci con la sua infinita bellezza".
A Messina si è quindi tenuta, presso l’Assessorato per le Risorse del Mare, la conferenza dei servizi per l’acquisizione dei pareri sul progetto proposto da Sanò. L’esito è stato ampiamente positivo e pertanto lo stesso modello, che nei giorni scorsi era stato presentato alla Regione Siciliana per la richiesta di finanziamento a valere dei fondi europei FEP per la pesca, è stato vistato favorevolmente ed inviato a Palermo.
Il progetto prevede l’installazione di alcuni moduli denominati “stopnet”, che permettono di impigliare le reti a strascico e a circuizione dei pescherecci che, abusivamente, si spingono sottocosta in zone in cui la pesca è vietata, danneggiandole senza arrecare pericoli e danni alle imbarcazioni. Altri moduli, denominati “reef” consentono, invece, di costituire tana di ripopolamento per le specie di fondale.
Il progettista, Guido Beltrami, e il responsabile del progetto, Francesco Falcone, hanno illustrato le esperienze avute in altre parti d’Italia, in Veneto, Liguria e Romagna, evidenziando come già dopo sei mesi dall’istallazione dei moduli erano ricomparse specie ormai divenute rare, come le aragoste, i molluschi e le ricciole. Dopo un anno e mezzo erano ricomparse le taglie medie e grandi di molte specie marine, che generalmente vengono falcidiate in giovane età, ottenendo anche ottimi risultati per il naturale rigenerarsi della Posidonia. Tutti i materiali impiegati sono sea friendly con ph compatibili con quelli dell’ambiente in cui vengono collocati.
La zona interessata dove verranno collocati questi “dissuasori” è il tratto compreso tra Capo Peloro e Mortelle, a batimetrie comprese tra 20 e 30 m, la Capitaneria di Porto darà segnalazione della presenza di queste strutture e farà le opportune ordinanze per la sicurezza della navigazione.