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PENA DI MORTE PER I MARO'? NO COMMENT DELLA NIA


La polizia indiana Nia ha presentato un rapporto in cui accusa i maro' in base a una legge che prevede la pena di morte. Lo scrive The Hindustan Times. Secondo il giornale, gli investigatori avrebbero presentato lunedi' al ministero degli Interni un rapporto in cui si chiede di perseguire i due militari in base al 'Sua Act' che reprime la pirateria marittima con la pena di morte 'nonostante le ripetute richieste pressanti del ministero degli Esteri di trattare il caso con capi di imputazione che prevedono pene piu' lievi'.

Il quotidiano ha avuto conferma ieri sera della consegna del rapporto dai ministeri degli Interni, Esteri e dalla stessa Nia. Parlando con l'ANSA, una fonte diplomatica ha tuttavia ricordato ''che la decisione finale spetta al giudice che dovra' formulare i reali capi di accusa'' a carico di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Il giornale sottolinea, inoltre, il forte contrasto esistente tra gli Esteri e gli Interni sulla vicenda. Lo scorso aprile, il ministro degli Esteri Salman Khurshid, infatti, si era impegnato con l'Italia sostenendo che il caso dei maro' non rientrava fra quelli "rari tra i piu' rari" che prevedono l'applicazione della pena di morte. Lo stesso ministero degli Interni aveva modificato un suo ordine alla Nia rimuovendo il riferimento al ''Sua Act''. La legge, approvata nel 2002 in conformita' con i trattati internazionali sulla sicurezza marittima, sarebbe al centro dell'acceso dibattito fra i due ministeri. 

La ''Legge per la repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della Navigazione marittima e le strutture fisse sulla piattaforma continentale'' stabilisce chiaramente che se qualcuno uccide un altro, sara' passibile di pena di morte. Questo e' fissato nell'articolo 3, comma g e i della legge in cui si dice che "Chi causa la morte di qualsiasi persona sara' punito con la morte". L'incidente della Enrica Lexie e' avvenuto a 20,5 miglia nautiche al largo delle coste del Kerala, oltre quindi le acque territoriali indiane ma all'interno della cosiddetta ''zona di interesse economico esclusivo'' che si estende fra 12 e 200 miglia nautiche e su cui il Sua Act si applica. "La nostra logica - ha detto al giornale un responsabile della Nia - e' che uccidendo i pescatori, i maro' hanno commesso un atto che ha messo in pericolo la navigazione marittima. E siccome c'e' stato un omicidio, sono passibili di essere accusati in base ad una Legge che prevede la pena di morte". Secondo quanto riferisce ancora Hindustan Times, il ministero degli Esteri si e' impegnato ad ''assicurare che i due militari non siano perseguiti in base al Sua Act''. ''Questo sarebbe una violazione della promessa fatta da Khurshid - spiega - che ha il valore di una garanzia di uno Stato sovrano'' Per questo, dopo la consegna del rapporto della Nia, il dicastero degli Esteri ''fara' un'attenta valutazione e esaminera' tutti gli aspetti legali prima di dare la sua posizione ufficiale''.

La polizia investigativa indiana Nia ha risposto oggi con un 'no comment' ad una richiesta dell'ANSA di conferma dell'esistenza di un suo rapporto in cui si chiede la pena di morte per i maro'. Consultato telefonicamente sulle notizie pubblicate oggi dall'Hindustan Times, il vice ispettore P.V. Vikraman ha detto soltanto: "Non posso commentare. Non sono in una posizione per poterlo fare".

"Siamo pronti ad ogni evenienza con mosse e contromosse". Lo ha detto all'ANSA Staffan de Mistura, inviato del governo per la vicenda dei maro', commentando indiscrezioni secondo le quali la Nia ha presentato un rapporto in cui accusa Latorre e Girone in base a una legge che prevede la pena di morte. De Mistura ha precisato che si tratta comunque di "illazioni di stampa che né l'Italia né l'India commentano" perché "anche in passato le illazioni sono state smentite dai fatti".


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1 Commenti
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  1. sarebbe un omicidio a freddo di due innocenti,
    secondo me l'India vuole alzare il prezzo,non so di che cosa...

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