"È la fede delle femmine come l'Araba fenice: che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa!". Questa è una frase pronunciata da Don Alfonso nell'opera lirica di Mozart, "Così fan tutte", ossia La scuola degli amanti dove avviene uno scambio di coppie che, alla fine, si ricompongono come in origine e insieme cantano la morale: "Fortunato l’uom che prende, ogni cosa pel buon verso, e tra i casi e le vicende da ragion guidar si fa". Per Don Alfonso la colpa non è delle donne ma della loro natura se "così fan tutte". Un'opera abbastanza attuale considerato che è stata scritta dal compositore austriaco nel 1789/90.
Eppure, basta una frase pronunciata alle soglie del terzo millennio sulla "leggerezza" di alcune donne per farne un caso mediatico.
"La stragrande maggioranza delle donne quando vede un uomo ricco e potente si butta a pesce... gli si butta tra le braccia... questa è la verità drammatica non facciamo bigottismo...". A parlare non è un uomo ma una donna, Michaela Biancofiore deputata di Forza Italia, nella trasmissione Piazzapulita su La7.
Una frase infelice, a detta di molti, soprattutto perchè espressa nel contesto della Giornata Internazionale della Donna, alla quale la deputata ha cercato di riparare dicendo: "Non tutte naturalmente, altrimenti dovrei annoverarmi anch'io tra quelle che si comportano così". Ma, ormai, il dado è tratto ed è difficile fermarlo così si scatenano una serie di giudizi poco edificanti nei confronti della Biancofiore, sia sui social network sia sui magazine online.
Posto che la frase incriminata sia fuori luogo in un giorno in cui si dice no alla violenza sulle donne e che, in questo caso, detta da una esponente del sesso femminile nonchè politica possa fare più scalpore, noi ci chiediamo perchè scandalizzarsi così tanto su una frase che possiede un fondamento di verità e che la deputata ha pronunciato mentre parlava di "lecchinaggio" di alcune persone nei confronti del suo leader Silvio Berlusconi.
Dichiarando, anche, di aver assistito ad episodi di "ruffianeria", da parte di uomini e donne, sul fascino dell'uomo potente rappresentato, nella fattispecie, dal Cavaliere. Infatti, parlando di Angelino Alfano che giudica "il più grande ruffiano" include anche la categoria femminile, o perlomeno una parte, disposta anche a prostituirsi pur di ottenere favori dal potente di turno. Perchè vi sono tanti modi per prostituirsi e usare la tattica del "lecchinaggio" è uno di questi.
Una verità drammatica, come giustamente sottolinea la Biancofiore, una verità che è palese e che non possiamo far finta che non esista nascondendoci la testa come uno struzzo. Una verità che non fa parte solo del mondo dello spettacolo o della politica ma che si estende all' ambiente universitario e anche a quello lavorativo. Una verità che non è più circoscritta agli adulti eterosessuali e omosessuali di entrambi i sessi ma che sta dilagando anche tra i bambini, vedi l'inchiesta "baby squillo". Una verità scomoda che preferiamo attaccare attraverso le parole di una donna che, in quanto tale, ne ha denunciato l'aspetto negativo. Ma la sua denuncia è stata travisata ed ecco che sono fioccate le accuse gratuite per un'affermazione che, invece, dovrebbe farci riflettere su quello che è uno spaccato della società odierna, dove si è perso il concetto di famiglia insieme a valori inalienabili come la dignità e il rispetto di sè stessi che ormai sembrano avviarsi sulla strada del declino.
Per fortuna che c'è ancora chi si indigna di questa mercificazione sessuale ancor più di una frase scomoda, infelice, fuori luogo ma che è un assioma dei tempi che viviamo. Giustificare la frase della Biancofiore non significa far parte dello stuolo di donnine pronte a tutto pur di emergere ma vuol dire andare oltre le parole per comprenderne il significato intrinseco. Cerchiamo, dunque, di correre ai ripari evitando di dare messaggi sbagliati che possono indurre, soprattutto i minori, a seguire le orme di chi ha fatto carriera in maniera immorale. Perchè, in un mondo corrotto, l'unico modo per salvarsi è quello di mantenere la propria integrità morale. E guardiamo la luna e non il dito che la indica!
Antonella Di Pietro