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LA COSTA CONCORDIA TORNA IN ASSE ALL'ALBA - VIDEO IN TIMELAPS


Alle 4 di stamattina è giunto l'annuncio ufficiale: la rotazione della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio scorso sulle coste dell'Isola del Giglio, si è conclusa con successo. A comunicarlo, il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli insieme ai responsabili del progetto per la Costa, Franco Porcellacchia, e per il consorzio Micoperi, Sergio Girotto. Lunghi applausi, abbracci e sirene a festa delle imbarcazioni che hanno partecipato all'operazione. Applausi anche per Nick Sloane, il senior salvage master della Titan Micoperi, che ha gestito, da una control room galleggiante a pochi metri dal relitto, l'intera operazione di rotazione della Concordia. "Provo sollievo e sono orgoglioso, così come il mio team - ha detto Sloane - e sono un pò stanco, mi vado a fare una birra e vado a dormire. Mando un bacio a mia moglie". 

Gabrielli, in conferenza stampa ha detto: "L'operazione di parbuclinkg si è conclusa, la nave è poggiata sulla piattaforma. Siamo molto soddisfatti, sfide realizzate con precisione. Costa ha dimostrato serietà. Ringrazio soprattutto i gigliesi e tutte le istituzioni. Infine, un grazie di cuore al sistema della Protezione civile. Ora c'è da stabilizzare la nave per l'inverno, il danno sulla fiancata di dritto è importante, ma meno del temuto. Sul lato emerso sono evidenti i segni degli scogli ma non ci sono lacerazioni. Il prossimo passo sarà metterla in sicurezza, per permettere ai tecnici di entrarvi e iniziare i lavori. Ovviamente i tecnici dovranno studiare i danni e i modi per rendere possibile la collocazione dei cassoni. La parte ingegneristica è orgogliosamente italiana. Riterremo conclusa l'operazione quando la nave lascerà il Giglio. La rotazione è il primo passo per portarla via ma non prima della primavera, però. La sua presenza è ancora una condizione di rischio, anche se ci sono interventi per prevederlo ed efficaci condizioni di sicurezza". 

Purtroppo, non c'è traccia dei due dispersi, Maria Grazia Trecarichi e Russell Rebello.

Il responsabile del progetto per la Costa, Franco Porcellacchia ha detto: "Dopo la rotazione riuscita della Concordia, il suo galleggiamento fuori dal porto dell'isola del Giglio nella primavera del 2014 è un traguardo ragionevole". 

"L'operazione per il recupero della Costa Concordia è già costata 600 milioni di euro ma l'importo aumenterà ancora" ha detto il presidente della Carnival, Michael Thamm, al Giglio, sottolineando che "parte dei costi sarà coperta dalle assicurazioni". E ha aggiunto, "non ci preoccupa l'aspetto finanziario quanto il ripristino dell'ambiente: il nostro impegno è riportare l'isola a come era prima dell'incidente. Noi vogliamo restituire all'Isola tutto quello che aveva prima del disastro. E fidatevi, lo faremo sicuramente".

Ancora da verificare l'entità dell'impatto ambientale, Maria Sargnetini, presidente dell'osservatorio ha detto: "Non credo che sarà una bomba ecologica''. 

Il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha così commentato le operazioni di recupero della nave: "Complimenti allo staff e ai lavoratori di Titan Micoperi, con la Protezione Civile e l’Osservatorio per il recupero della Costa Concordia con la buona riuscita della difficile rotazione del relitto. Grazie anche all’Arpat, all’Università e ai ricercatori che hanno tenuto sotto controllo fino a questo momento il rischio di inquinamento. Ora, massima attenzione va dedicata all’evidente deformazione dello scafo e al forte danno subito dalla fiancata della Costa Concordia che poggiava sugli scogli, soprattutto per la messa in opera dei nuovi cassoni proprio su quel lato della nave, in vista del complesso trasporto del relitto nel porto dove sarà effettuata la demolizione. Ci auguriamo fortemente che la Concordia, con lo scafo così lesionato, sia condotta in un porto vicino in grado di garantire adeguatamente la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente e per questo respingiamo con forza l’ipotesi, tornata a circolare, di portarla fino in Turchia, dove, come dimostrano anche recenti incidenti, molti cantieri non sono adeguati alle nuove normative dell’Unione europea. La Concordia non può più essere considerata una nave, ma è ormai un enorme rifiuto, auspicabilmente galleggiante - ha concluso Cogliati Dezza - e per questo motivo riteniamo che la scelta della destinazione finale non possa essere più affidata al privato coinvolto nell’incidente. Per evitare ogni rischio è indispensabile evitare pericolose e lunghe navigazioni alla Costa Concordia per portarla nel porto attrezzato più vicino".

Qui il video in timelaps.

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