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PAPA ADRIANO E LA SUA OMELIA DI PASQUA


"Cari fratelli, amate i vostri nemici almeno in quei tre punti di governo che piacciono a Grillo e sui quali entrambi siete d’accordo per la fiducia. Tralasciate per ora i punti che vi separano a causa dei quali il governo potrebbe cadere ancora prima di nascere. Non c’è ‘Amore’ più grande di due amici che, per il bene del popolo italiano, decidessero di incontrarsi sulla via di Damasco. Abbandonate quindi i rancori, anche se motivati, verso quei politici che secondo voi hanno sbagliato, affinché il vostro comportamento sia di sprone per la loro purificazione" così parlò Adriano Celentano dalle pagine di Repubblica, immaginando di essere Papa Francesco che fa la predica a Grillo: "Attento amico parlante! Lo sai che io ti voglio bene e sono orgoglioso per quello che sei riuscito a fare. Ma mi preoccupa il fatto che se non cambi marcia e aspetti ancora ad innescare quella del vero STATISTA anche se comico (una virtù che manca ai politici) ho paura che il motore si imballi… e questo sarebbe un vero peccato. Praticamente tu spingi Bersani ad allearsi con Berlusconi. Hai mai pensato ai vari risvolti di una così curiosa alleanza?… Tutti e due, per come li hai ridotti, sarebbero costretti a venirsi incontro, anche se nell’animo di entrambi auspica l’idea di tornare il più presto possibile felici e separati più di prima. Ma nel frattempo ci sarà una gara a chi dei due lavorerà meglio per il bene degli italiani. Se ciò avvenisse è chiaro che il merito sarà ancora tuo. Ma se poi questi due si divertono a stare insieme? Perché magari gli italiani sono contenti di come hanno governato… E allora la strana alleanza che doveva durare solo il tempo di una o due riforme, potrebbe protrarsi e durare magari qualche anno, o addirittura cinque di anni… E poi?… Tu dirai si ritorna alle elezioni, ma se poi questi due e anche il resto dei partiti non fanno più tutti quegli sbagli che hanno fatto fino adesso?".

Poi, rivolgendosi a Marco Travaglio e a Paolo Flores d'Arcais, dice: "Quello che conta (giornalisti, mercanti, edicolanti e conduttori) di cosa parla? Di emergenza? Si un po’… ma più che altro di come sminuire, per esempio, l’ascesa di Pietro Grasso alla presidenza del Senato. La prima cosa che hanno fatto, sia lui che la Boldrini, (seguendo l’input di Grillo) si sono dimezzati lo stipendio. Ma pare che neanche questo sia bastato a fermare la lingua del «Marco Quotidiano » a «Servizio pubblico». Perchè lasciare intatta la credibilità del nuovo presidente del Senato, «potrebbe fare qualcosa di buono e dopo noi ci intristiamo» deve aver pensato Travaglio. Pensieri di questo tipo hanno l’unico scopo di appesantire l’aria, mentre invece dovremmo orientare la luce del sole ovunque spuntano, anche se piccoli, i segni del cambiamento. Ma questa non è che una delle tante inquadrature della politica italiana ben al di fuori di quell’Amore universale di cui parla il Papa, che come in un film, tutt’altro che di successo, si susseguono una dopo l’altra sul viale delle «STRONZATE». Come quella di Flores d’Arcais e il suo appello all’ineleggibilità di Berlusconi. Una cazzata non soltanto fuori luogo ma decisamente fuori «TEMPO musicale». Se Berlusconi, che tutti davano per finito, compreso me, non avesse preso quei 10 milioni di voti e fosse crollato, mi domando se a Flores d’Arcais gli sarebbe venuta lo stesso la fulminante idea da «meschina campagna elettorale ». Che a quel punto, con un Berlusconi finito sarebbe stato giusto, poiché si invocava una legge che da quel momento in poi era per tutti e non solo per sbarazzarsi del vincitore. Ma adesso no d’Arcais. Adesso è solo una scorrettezza elettorale".

Infine, assolve Fabrizio Corona dai suoi peccati, chiedendo un sistema penale più severo: "Non come adesso, che basta un po’ di buona condotta e l’AS-SASSINO esce bel fresco e riposato dopo solo pochi anni di galera. Un azzeramento di questo tipo avrebbe un duplice scopo: perdonare chi ha sbagliato e nello stesso tempo mettere in serio allarme coloro che dall’azzeramento in poi si azzarderebbero a fare i FURBI. Ma oggi c’è molto di sbagliato. Si danno cinque anni alle bravate di Fabrizio Corona mentre chi ha ucciso e commesso stragi, solo qualche anno in più. Due sono le cose: o Corona esce dal carcere o a chi uccide, bisogna dare almeno 200 anni di prigione".

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